La scuola odierna è caratterizzata da una profonda eterogeneità e complessità, situazione che rende ancora più esplicita, rispetto al passato, la necessità di garantire a tutti gli alunni inclusione e valorizzazione delle differenze. Tra gli studenti che maggiormente hanno bisogno di sentirsi inclusi, accolti e compresi vi sono tutti quei bambini che, per motivi ed esperienze diversi, hanno alle loro spalle un background migratorio. In particolar modo è fondamentale che a tali alunni sia data la possibilità di imparare l’italiano come seconda lingua, in quanto la conoscenza della lingua di un Paese è il primo passo verso l’inclusione al suo interno. Tuttavia, poiché con gli anni i metodi tradizionali di insegnamento-apprendimento si sono rivelati inadatti a rispondere alle esigenze e ai bisogni dei singoli alunni, al giorno d’oggi è fortemente sentita l’esigenza di un cambiamento radicale nel modo di fare scuola. Ciò presuppone anche la ricerca di nuove e innovative metodologie didattiche, che insegnino ai bambini le competenze chiave per vivere attivamente in un mondo in continuo cambiamento. Tra queste metodologie, una appare particolarmente appropriata per raggiungere tali obiettivi: la differenziazione didattica. Essa si presenta come un approccio all’avanguardia, capace di proporre percorsi formativi differenziati in base alle necessità e ai profili di apprendimento di ogni alunno, nonché ai singoli interessi e competenze pregresse. Adatta, perciò, a qualsiasi tipo di lezione e di disciplina scolastica, e perfetta per insegnare la lingua italiana agli alunni stranieri coinvolgendo anche il resto della classe ed evitando, così, la loro esclusione o emarginazione. L’obiettivo del presente studio è, dunque, quello di esaminare e dimostrare la validità dell’approccio della differenziazione didattica, il quale appare come la via per attuare quella trasformazione e quel ripensamento della scuola di cui si necessita oggi. Alla fine dello studio si propone, inoltre, una strategia pratica per l’insegnamento dell’italiano L2 che racchiuda in sé tutte le tematiche affrontate – l'inclusione scolastica, gli alunni stranieri, la differenziazione didattica. Si tratta del task-based approach rivisitato in chiave differenziata. Tale approccio si fonda sull’idea che una lingua possa essere acquisita in modo autentico attraverso compiti mirati, che non abbiano come obiettivo principale l’apprendimento stesso della lingua, ma che necessitino di quest’ultima per essere realizzati, rendendola uno strumento e non un fine. Il task-based approach si presta all’adattamento alla differenziazione didattica poiché, innanzitutto, non è necessario possedere delle competenze linguistiche eccellenti per portare a termine il compito e, in secondo luogo, perché è possibile differenziare i compiti e la loro complessità in base alle esigenze dei bambini.

La differenziazione didattica nella scuola primaria per favorire l'apprendimento dell'italiano L2 nei bambini stranieri

DELIPERI, ROBERTA
2021/2022

Abstract

La scuola odierna è caratterizzata da una profonda eterogeneità e complessità, situazione che rende ancora più esplicita, rispetto al passato, la necessità di garantire a tutti gli alunni inclusione e valorizzazione delle differenze. Tra gli studenti che maggiormente hanno bisogno di sentirsi inclusi, accolti e compresi vi sono tutti quei bambini che, per motivi ed esperienze diversi, hanno alle loro spalle un background migratorio. In particolar modo è fondamentale che a tali alunni sia data la possibilità di imparare l’italiano come seconda lingua, in quanto la conoscenza della lingua di un Paese è il primo passo verso l’inclusione al suo interno. Tuttavia, poiché con gli anni i metodi tradizionali di insegnamento-apprendimento si sono rivelati inadatti a rispondere alle esigenze e ai bisogni dei singoli alunni, al giorno d’oggi è fortemente sentita l’esigenza di un cambiamento radicale nel modo di fare scuola. Ciò presuppone anche la ricerca di nuove e innovative metodologie didattiche, che insegnino ai bambini le competenze chiave per vivere attivamente in un mondo in continuo cambiamento. Tra queste metodologie, una appare particolarmente appropriata per raggiungere tali obiettivi: la differenziazione didattica. Essa si presenta come un approccio all’avanguardia, capace di proporre percorsi formativi differenziati in base alle necessità e ai profili di apprendimento di ogni alunno, nonché ai singoli interessi e competenze pregresse. Adatta, perciò, a qualsiasi tipo di lezione e di disciplina scolastica, e perfetta per insegnare la lingua italiana agli alunni stranieri coinvolgendo anche il resto della classe ed evitando, così, la loro esclusione o emarginazione. L’obiettivo del presente studio è, dunque, quello di esaminare e dimostrare la validità dell’approccio della differenziazione didattica, il quale appare come la via per attuare quella trasformazione e quel ripensamento della scuola di cui si necessita oggi. Alla fine dello studio si propone, inoltre, una strategia pratica per l’insegnamento dell’italiano L2 che racchiuda in sé tutte le tematiche affrontate – l'inclusione scolastica, gli alunni stranieri, la differenziazione didattica. Si tratta del task-based approach rivisitato in chiave differenziata. Tale approccio si fonda sull’idea che una lingua possa essere acquisita in modo autentico attraverso compiti mirati, che non abbiano come obiettivo principale l’apprendimento stesso della lingua, ma che necessitino di quest’ultima per essere realizzati, rendendola uno strumento e non un fine. Il task-based approach si presta all’adattamento alla differenziazione didattica poiché, innanzitutto, non è necessario possedere delle competenze linguistiche eccellenti per portare a termine il compito e, in secondo luogo, perché è possibile differenziare i compiti e la loro complessità in base alle esigenze dei bambini.
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