The objective of the paper is to investigate, through a micro-genetic study, the authenticity of the meeting between teachers and parents through the educational interview, providing some theoretical points aimed to deep dive the potential of this encounter, especially in situations of more severe difficulties. The work involves the study of a specific case related to a pupil attending Primary school, with Special Educational Needs. Some of the data where collected referring to the preliminary and the final interview of the pupil, in order to observe and analyze the main units of meaning that emerges in the relationship with the different figures (curricular, English and support teacher, parents); the final aim is to analyze whether the negotiation is effective and capable of outlining a shared representation of the pupil-child: the purpose is therefore descriptive. The proposed semi-structured interviews with classroom teachers and parents were transcribed and analyzed – using the methodology outlined by Graneheim and Lundman (2004) – based on the identification of “condensed units of meaning” and “units of meaning”. In accordance to this initial analysis, an in-depth study was conducted on the concordant and discordant aspects that emerged between teachers and parents with reference to the representation of pupil and daughter. The interview itself was then analyzed knowing the theories of Professors Quaglia and Longobardi (2011) and the theoretical and methodological reference article by Gastaldi, Quaglia, Longobardi and Settanni (2015). The purpose of the experiment is to confirm the validity of the PTM (parent-teacher meeting) teaching tool, based on an idiographic approach that emphasizes the importance of investigating the uniqueness of the subject of analysis that refers to a specific peculiar situation. The functionality of the tool in order to support a meaningful relationship between the two main educational entities, is explored in depth to ensure authentic and positive development for the growing subject.
L’obiettivo dell’elaborato è di indagare, attraverso uno studio micro-genetico, l’autenticità dell’incontro tra insegnanti e genitori tramite il colloquio didattico, fornendo alcune chiavi di lettura teoriche volte ad evidenziare la potenzialità di tale incontro, in particolare nelle situazioni di difficoltà più conclamata. Il lavoro prevede lo studio di un caso specifico inerente ad una alunna frequentante la scuola Primaria, con Bisogni Educativi Speciali. Sono stati raccolti alcuni dati riferiti ad interviste preliminari e al colloquio conclusivo dell’alunna in questione, al fine di osservare ed analizzare le principali unità di significato emergenti nella relazione con le varie figure (insegnante curricolare, di inglese e di sostegno, genitori); il fine ultimo è quello di analizzare se la negoziazione è efficace e capace di delineare una rappresentazione condivisa dell’alunno-figlio: la finalità è dunque descrittiva. Le interviste semi-strutturate proposte agli insegnanti di classe e ai genitori sono state trascritte e analizzate – con la metodologia illustrata da Graneheim e Lundman (2004) – basata sull’individuazione di unità di significato e unità di significato condensate. A fronte di questa prima analisi, è stato condotto un approfondimento sugli aspetti concordanti e discordanti che emergevano tra gli insegnanti e i genitori in riferimento alla rappresentazione di alunna e di figlia. È stato poi analizzato il colloquio stesso, alla luce delle teorie dei professori Quaglia e Longobardi (2011) e dell’articolo teorico e metodologico di riferimento di Gastaldi, Quaglia, Longobardi e Settanni (2015). Lo scopo della sperimentazione è quello di confermare la validità dello strumento didattico PTM (parent-teacher meeting), basato su un approccio idiografico che evidenzia l’importanza di indagare l’unicità del soggetto di analisi che si rifà ad una situazione peculiare specifica. Viene approfondita la funzionalità dello strumento al fine di sostenere una relazione significativa tra i due principali enti educativi, al fine di garantire uno sviluppo autentico e positivo per il soggetto in crescita.
Il colloquio didattico come strumento di interazione discorsiva e di negoziazione tra scuola e famiglia: uno studio di caso riferito ad una situazione di bisogno educativo speciale.
PAROLA, ALICE
2021/2022
Abstract
L’obiettivo dell’elaborato è di indagare, attraverso uno studio micro-genetico, l’autenticità dell’incontro tra insegnanti e genitori tramite il colloquio didattico, fornendo alcune chiavi di lettura teoriche volte ad evidenziare la potenzialità di tale incontro, in particolare nelle situazioni di difficoltà più conclamata. Il lavoro prevede lo studio di un caso specifico inerente ad una alunna frequentante la scuola Primaria, con Bisogni Educativi Speciali. Sono stati raccolti alcuni dati riferiti ad interviste preliminari e al colloquio conclusivo dell’alunna in questione, al fine di osservare ed analizzare le principali unità di significato emergenti nella relazione con le varie figure (insegnante curricolare, di inglese e di sostegno, genitori); il fine ultimo è quello di analizzare se la negoziazione è efficace e capace di delineare una rappresentazione condivisa dell’alunno-figlio: la finalità è dunque descrittiva. Le interviste semi-strutturate proposte agli insegnanti di classe e ai genitori sono state trascritte e analizzate – con la metodologia illustrata da Graneheim e Lundman (2004) – basata sull’individuazione di unità di significato e unità di significato condensate. A fronte di questa prima analisi, è stato condotto un approfondimento sugli aspetti concordanti e discordanti che emergevano tra gli insegnanti e i genitori in riferimento alla rappresentazione di alunna e di figlia. È stato poi analizzato il colloquio stesso, alla luce delle teorie dei professori Quaglia e Longobardi (2011) e dell’articolo teorico e metodologico di riferimento di Gastaldi, Quaglia, Longobardi e Settanni (2015). Lo scopo della sperimentazione è quello di confermare la validità dello strumento didattico PTM (parent-teacher meeting), basato su un approccio idiografico che evidenzia l’importanza di indagare l’unicità del soggetto di analisi che si rifà ad una situazione peculiare specifica. Viene approfondita la funzionalità dello strumento al fine di sostenere una relazione significativa tra i due principali enti educativi, al fine di garantire uno sviluppo autentico e positivo per il soggetto in crescita.File | Dimensione | Formato | |
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