Si definisce contraccezione d'emergenza una metodica di contraccezione di supporto da utilizzare a seguito di un rapporto sessuale non protetto, a causa dell'utilizzo non conforme alle istruzione medico-farmaceutiche oppure al fallimento del metodo contraccettivo abituale. La contraccezione d'emergenza può solo prevenire e non interrompere una gravidanza già in atto ed è necessario promuoverne l'uso tempestivo, dopo un rapporto non adeguatamente protetto, per massimizzare l'efficacia. I farmaci attualmente utilizzati in Italia a questo scopo sono levonorgestrel ed ulipristal acetato. Il levonorgestrel è un progestinico da assumere entro 72 ore dal rapporto a rischio. Inibisce l'ormone luteinizzante ed impedisce all'ovocita di giungere a maturazione completa, rendendolo così inadatto alla fecondazione. Riduce il rischio di una gravidanza indesiderata all'1,66%. L'ulipristal acetato è un modulatore selettivo sintetico del recettore del progesterone, attivo per via orale, che agisce legandosi con affinità al recettore umano del progesterone. Può essere assunto entro 120 ore dal rapporto a rischio. Quando viene usato per la contraccezione di emergenza, il meccanismo d'azione consiste nell'inibire o ritardare l'ovulazione, mediante la soppressione dell'aumento di ormone luteinizzante.[1] Dai dati emersi nei vari trial clinici, l'efficacia di ulipristal acetato è maggiore rispetto al levonorgestrel. Infatti, quando assunto entro le prime 24 ore da un rapporto non protetto, ulipristal acetato riduce di circa due terzi il rischio di gravidanza rispetto al levonorgestrel, mentre per l'assunzione entro le 72 ore e le 120 ore dal rapporto la riduzione sarebbe di circa la metà.[2] La problematica principale dei due farmaci, emersa negli ultimi anni, è stata la disposizione dell'EMA (Agenzia Europea per i Medicinali), che li ha resi vendibili senza obbligo di prescrizione medica per le donne di maggiore età. L'Associazione dei Medici Cattolici Italiani si è opposta fin da subito, mettendo in dubbio sia i meccanismi d'azione dei due farmaci sia la loro vendibilità come farmaci da banco; muovendosi sul fronte legale non ha ottenuto però successo. In questo contesto la figura del farmacista acquista notevole importanza ed è essenziale avere un'anamnesi accurata della paziente, fornendo tutte le indicazioni e le informazioni per un corretto utilizzo del metodo contraccettivo scelto.[3] 1) Società Italiana della Contraccezione, www.smicontraccezione.it 2) A.F. Glasier et al. Ulipristal acetate versus levonorgestrel for emergency contraception: a randomised non-inferiority trial and meta-analysis. Lancet 375:555-62, 2010. 3) Società Italiana di Farmacia Clinica, www.sifac.it

Contraccezione d'emergenza: ulipristal acetato e levonorgestrel a confronto

D'AMATO, ELISABETTA
2016/2017

Abstract

Si definisce contraccezione d'emergenza una metodica di contraccezione di supporto da utilizzare a seguito di un rapporto sessuale non protetto, a causa dell'utilizzo non conforme alle istruzione medico-farmaceutiche oppure al fallimento del metodo contraccettivo abituale. La contraccezione d'emergenza può solo prevenire e non interrompere una gravidanza già in atto ed è necessario promuoverne l'uso tempestivo, dopo un rapporto non adeguatamente protetto, per massimizzare l'efficacia. I farmaci attualmente utilizzati in Italia a questo scopo sono levonorgestrel ed ulipristal acetato. Il levonorgestrel è un progestinico da assumere entro 72 ore dal rapporto a rischio. Inibisce l'ormone luteinizzante ed impedisce all'ovocita di giungere a maturazione completa, rendendolo così inadatto alla fecondazione. Riduce il rischio di una gravidanza indesiderata all'1,66%. L'ulipristal acetato è un modulatore selettivo sintetico del recettore del progesterone, attivo per via orale, che agisce legandosi con affinità al recettore umano del progesterone. Può essere assunto entro 120 ore dal rapporto a rischio. Quando viene usato per la contraccezione di emergenza, il meccanismo d'azione consiste nell'inibire o ritardare l'ovulazione, mediante la soppressione dell'aumento di ormone luteinizzante.[1] Dai dati emersi nei vari trial clinici, l'efficacia di ulipristal acetato è maggiore rispetto al levonorgestrel. Infatti, quando assunto entro le prime 24 ore da un rapporto non protetto, ulipristal acetato riduce di circa due terzi il rischio di gravidanza rispetto al levonorgestrel, mentre per l'assunzione entro le 72 ore e le 120 ore dal rapporto la riduzione sarebbe di circa la metà.[2] La problematica principale dei due farmaci, emersa negli ultimi anni, è stata la disposizione dell'EMA (Agenzia Europea per i Medicinali), che li ha resi vendibili senza obbligo di prescrizione medica per le donne di maggiore età. L'Associazione dei Medici Cattolici Italiani si è opposta fin da subito, mettendo in dubbio sia i meccanismi d'azione dei due farmaci sia la loro vendibilità come farmaci da banco; muovendosi sul fronte legale non ha ottenuto però successo. In questo contesto la figura del farmacista acquista notevole importanza ed è essenziale avere un'anamnesi accurata della paziente, fornendo tutte le indicazioni e le informazioni per un corretto utilizzo del metodo contraccettivo scelto.[3] 1) Società Italiana della Contraccezione, www.smicontraccezione.it 2) A.F. Glasier et al. Ulipristal acetate versus levonorgestrel for emergency contraception: a randomised non-inferiority trial and meta-analysis. Lancet 375:555-62, 2010. 3) Società Italiana di Farmacia Clinica, www.sifac.it
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/39240