L’inclusione è una sfida sempre attuale nella realtà scolastica; le etichette che più o meno consapevolmente vengono assegnate agli alunni considerati “diversi”, frutto delle diagnosi di carattere medico, rischiano di mettere in secondo piano le singolarità e le potenzialità insite in ogni alunno. Nella prima parte dell’elaborato di tesi si affronta la diversità dal punto di vista etimologico e storico, nelle sue diverse accezioni: disabilità, devianza e marginalità; particolare attenzione viene prestata all’infanzia e alla pedagogia speciale, la quale si occupa della diversità in ambito scolastico. L’affondo teorico si conclude con l’analisi del concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES). Nella seconda parte espongo un progetto, svolto all’interno di una classe quinta primaria, il cui obiettivo è l’inclusione. Il quadro teorico di riferimento è costituito principalmente da due teorie psicopedagogiche: le Intelligenze Multiple, con riferimento al testo Formae Mentis di Howard Gardner e lo Universal Design for Learning. Gli interventi realizzati sono stati strutturati seguendo i nove principi dello Universal Design for Learning proposti dal CAST (Center for Applied Special Technology): le attività sono state progettate fin dal principio tenendo conto delle differenze e caratteristiche di ogni individuo facente parte del gruppo classe. La diversità, in questo caso, non viene considerata come un ostacolo, ma come un punto di forza e un aspetto da valorizzare.

Valorizzazione delle diversità: attuazione pratica di un progetto di inclusione.

CASTAGNERI, FABIO
2020/2021

Abstract

L’inclusione è una sfida sempre attuale nella realtà scolastica; le etichette che più o meno consapevolmente vengono assegnate agli alunni considerati “diversi”, frutto delle diagnosi di carattere medico, rischiano di mettere in secondo piano le singolarità e le potenzialità insite in ogni alunno. Nella prima parte dell’elaborato di tesi si affronta la diversità dal punto di vista etimologico e storico, nelle sue diverse accezioni: disabilità, devianza e marginalità; particolare attenzione viene prestata all’infanzia e alla pedagogia speciale, la quale si occupa della diversità in ambito scolastico. L’affondo teorico si conclude con l’analisi del concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES). Nella seconda parte espongo un progetto, svolto all’interno di una classe quinta primaria, il cui obiettivo è l’inclusione. Il quadro teorico di riferimento è costituito principalmente da due teorie psicopedagogiche: le Intelligenze Multiple, con riferimento al testo Formae Mentis di Howard Gardner e lo Universal Design for Learning. Gli interventi realizzati sono stati strutturati seguendo i nove principi dello Universal Design for Learning proposti dal CAST (Center for Applied Special Technology): le attività sono state progettate fin dal principio tenendo conto delle differenze e caratteristiche di ogni individuo facente parte del gruppo classe. La diversità, in questo caso, non viene considerata come un ostacolo, ma come un punto di forza e un aspetto da valorizzare.
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