Cannabis sativa, a dioecious plant widely distributed throughout the word, has been used for medical purpose for a long time, in fact, the first traces of its use date back to ancient China, about 5000 years ago. Cannabis inflorescences are important, from a therapeutic point of view, because they have high content of secondary metabolites, including phytocannabinoids, terpenes and phenolic compounds. Phytocannabinoids are terpenophenols consisting of 21 carbonium atoms and they are synthesised in the secretory cavities of the glandular thricomes; the most abundant is delta-9 tetrahydrocannabinol (THC), identified not more than half a century ago: it is the main psychoactive metabolite of the approximately ninety phytocanabinoids identificatedidentified; another phytocannabinoid is cannabidiol (CBD), the main compound that has no psychoactive effects1. Chemical modulation of these compounds allows to synthetize new molecules useful for identifying the cannabinoid receptors: CB1 and CB2, which are both G protein coupled receptors. CB1 receptor interferes with the release of neurotransmitters and its activation protects the SNC from over stimulation or over inhibition produced by other neurotransmitters. CB2 receptor, on the other hand, mainly performs a peripheral action with immunomodulatory activity. Two endogenous agonists are known: N-arachidonilethanolamide (AEA) and 2-arachidonoilglycerol (2-AG)2. Cannabinoids have emerged as a new class of drugs used for the treatment of neurodegenerative and psychiatric disorders; since THC is a psychoactive metabolite, several studies have focused on CBD with good results. For example, the oral administration of a standardized cannabidiol oral extract at high dose provided more compelling results with a 55% reduction in seizures in Dravet and Lennox-Gastaut Sydrome patients3. In the United States, the Food and Drug Administration (FDA) has approved the use of an oil-based cannabidiol for the treatment of these severe forms of epilepsy in children. In conclusion, there are emerging clinical evidences that some phytocannabinoids might be relatively safe and effective treatments for neurological disorders such as severe epilepsy syndromes4. It is important to understand that cannabinoids are not without risk and further studies are needed to better understand the molecular targets of these molecules and to determine their long-term safety. )S. Amaducci, D. Scordia, F.H. Liu, Q. Zhang, H. Guo, G. Testa and S.L. Cosentino, Key cultivation techniques for hemp in Europe and China, Iindustrial corps Corps and productsProducts, 2015, 2(16): 68. 2)Z. Shenglong Z. and K. Ujendra K., Cannabinoid Receptors and the Endocannabinoid System: Signaling and Function in the Central Nervous System, International journal Journal of molecular Molecular sciencesSciences, 2018, 19(3): 833. 3)E.B. Ethan B.Russo E.B., Cannabis therapeutics and the future of neurology, frontiers Frontiers in integrative Integrative neuroscienceNeuroscience, 2018,12:51. 4)S,erena Silvestro, S,anta Mammana, E.ugenio Cavalli, P.lacido Bramanti and E.manuela Mazzon, Use of Cannabidiol in the Treatment of Epilepsy: Efficacy and Security in Clinical Trials, moleculesMolecules, 2019, 24(8):1459.

La pianta di Cannabis sativa, pianta dioica ampiamente distribuita in tutto il mondo, è utilizzata a scopo medico da molto tempo, infatti le prime tracce del suo utilizzo risalgono all'antica Cina, circa 5000 anni fa. Le inflorescenze di cannabis sono importanti dal punto di vista terapeutico poiché hanno un elevato contenuto di metaboliti secondari, tra cui fitocannabinoidi, terpeni e composti fenolici. I fitocannabinoidi sono terpenofenoli costituiti da 21 atomi di carbonio, sintetizzati nelle cavità secretorie dei tricomi ghiandolari della cannabis; tra questi i più abbondanti sono il delta-9 tetraidrocannabinolo (THC), identificato non più di mezzo secolo fa, principale metabolita psicoattivo dei circa novanta fitocannabinoidi identificati, e il cannabidiolo (CBD), principale composto che non ha effetti psicoattivi 1. Dalla modulazione chimica di questi composti sono stati sintetizzati nuovi derivati, con struttura analoga o diversa rispetto a quella dei fitocannabinoidi, utili per identificare i recettori dei cannabinoidi: CB1 e CB2 entrambi accoppiati a proteine G. I recettori CB1 interferiscono con il rilascio di alcuni neurotrasmettitori e la loro attivazione protegge il SNC dalla sovrastimolazione o dalla sovrainibizione prodotta da altri neurotrasmettitori. I recettori CB2 invece, svolgono prevalentemente un'azione periferica con attività immunomodulatoria. Sono noti due agonisti endogeni che si legano ai recettori cannabinoidi, la N-arachidonoiletanolammide (AEA) e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG) 2. I cannabinoidi sono emersi come nuova classe di farmaci utilizzabili per il trattamento di patologie neurodegenerative e disturbi psichici; poiché il THC è un metabolita psicoattivo, numerosi studi si sono concentrati sul CBD con buoni risultati. Per esempio, in seguito alla somministrazione orale di alte dose di un estratto standardizzato di CBD, privo di THC, è stata osservata una riduzione del 55% delle crisi epilettiche in pazienti con la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennox Gastaut 3. Negli Stati Uniti la Food and Drug Administation (FDA) ha approvato l'uso di un olio a base di cannabidiolo per il trattamento nell'infanzia di queste gravi forme di epilessia. In conclusione, ci sono evidenze cliniche emergenti che evidenziano come alcuni fitocannabinoidi possano essere relativamente sicuri e efficaci nel trattamento di disordini neurologici come alcune sindromi epilettiche gravi4. È importante sottolineare come l'uso dei cannabinoidi non sia privo di rischi e come siano necessari ulteriori studi per meglio comprendere i meccanismi molecolari di queste molecolare e stabilire la sicurezza a lungo termine. 1)S. Amaducci, D. Scordia, F.H. Liu, Q. Zhang, H. Guo, G. Testa and S.L. Cosentino, Key cultivation techniques for hemp in Europe and China, Iindustrial corps Corps and productsProducts, 2015, 2(16): 68. 2)Z. Shenglong Z. and K. Ujendra K., Cannabinoid Receptors and the Endocannabinoid System: Signaling and Function in the Central Nervous System, International journal Journal of molecular Molecular sciencesSciences, 2018, 19(3): 833. 3)E.B. Ethan B.Russo E.B., Cannabis therapeutics and the future of neurology, frontiers Frontiers in integrative Integrative neuroscienceNeuroscience, 2018,12:51. 4)S,erena Silvestro, S,anta Mammana, E.ugenio Cavalli, P.lacido Bramanti and E.manuela Mazzon, Use of Cannabidiol in the Treatment of Epilepsy: Efficacy and Security in Clinical Trials, moleculesMolecules, 2019, 24(8):1459.

efficacia e sicurezza della cannabis in disordini neurologici

GRIMALDI, FRANCESCA
2018/2019

Abstract

La pianta di Cannabis sativa, pianta dioica ampiamente distribuita in tutto il mondo, è utilizzata a scopo medico da molto tempo, infatti le prime tracce del suo utilizzo risalgono all'antica Cina, circa 5000 anni fa. Le inflorescenze di cannabis sono importanti dal punto di vista terapeutico poiché hanno un elevato contenuto di metaboliti secondari, tra cui fitocannabinoidi, terpeni e composti fenolici. I fitocannabinoidi sono terpenofenoli costituiti da 21 atomi di carbonio, sintetizzati nelle cavità secretorie dei tricomi ghiandolari della cannabis; tra questi i più abbondanti sono il delta-9 tetraidrocannabinolo (THC), identificato non più di mezzo secolo fa, principale metabolita psicoattivo dei circa novanta fitocannabinoidi identificati, e il cannabidiolo (CBD), principale composto che non ha effetti psicoattivi 1. Dalla modulazione chimica di questi composti sono stati sintetizzati nuovi derivati, con struttura analoga o diversa rispetto a quella dei fitocannabinoidi, utili per identificare i recettori dei cannabinoidi: CB1 e CB2 entrambi accoppiati a proteine G. I recettori CB1 interferiscono con il rilascio di alcuni neurotrasmettitori e la loro attivazione protegge il SNC dalla sovrastimolazione o dalla sovrainibizione prodotta da altri neurotrasmettitori. I recettori CB2 invece, svolgono prevalentemente un'azione periferica con attività immunomodulatoria. Sono noti due agonisti endogeni che si legano ai recettori cannabinoidi, la N-arachidonoiletanolammide (AEA) e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG) 2. I cannabinoidi sono emersi come nuova classe di farmaci utilizzabili per il trattamento di patologie neurodegenerative e disturbi psichici; poiché il THC è un metabolita psicoattivo, numerosi studi si sono concentrati sul CBD con buoni risultati. Per esempio, in seguito alla somministrazione orale di alte dose di un estratto standardizzato di CBD, privo di THC, è stata osservata una riduzione del 55% delle crisi epilettiche in pazienti con la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennox Gastaut 3. Negli Stati Uniti la Food and Drug Administation (FDA) ha approvato l'uso di un olio a base di cannabidiolo per il trattamento nell'infanzia di queste gravi forme di epilessia. In conclusione, ci sono evidenze cliniche emergenti che evidenziano come alcuni fitocannabinoidi possano essere relativamente sicuri e efficaci nel trattamento di disordini neurologici come alcune sindromi epilettiche gravi4. È importante sottolineare come l'uso dei cannabinoidi non sia privo di rischi e come siano necessari ulteriori studi per meglio comprendere i meccanismi molecolari di queste molecolare e stabilire la sicurezza a lungo termine. 1)S. Amaducci, D. Scordia, F.H. Liu, Q. Zhang, H. Guo, G. Testa and S.L. Cosentino, Key cultivation techniques for hemp in Europe and China, Iindustrial corps Corps and productsProducts, 2015, 2(16): 68. 2)Z. Shenglong Z. and K. Ujendra K., Cannabinoid Receptors and the Endocannabinoid System: Signaling and Function in the Central Nervous System, International journal Journal of molecular Molecular sciencesSciences, 2018, 19(3): 833. 3)E.B. Ethan B.Russo E.B., Cannabis therapeutics and the future of neurology, frontiers Frontiers in integrative Integrative neuroscienceNeuroscience, 2018,12:51. 4)S,erena Silvestro, S,anta Mammana, E.ugenio Cavalli, P.lacido Bramanti and E.manuela Mazzon, Use of Cannabidiol in the Treatment of Epilepsy: Efficacy and Security in Clinical Trials, moleculesMolecules, 2019, 24(8):1459.
ITA
Cannabis sativa, a dioecious plant widely distributed throughout the word, has been used for medical purpose for a long time, in fact, the first traces of its use date back to ancient China, about 5000 years ago. Cannabis inflorescences are important, from a therapeutic point of view, because they have high content of secondary metabolites, including phytocannabinoids, terpenes and phenolic compounds. Phytocannabinoids are terpenophenols consisting of 21 carbonium atoms and they are synthesised in the secretory cavities of the glandular thricomes; the most abundant is delta-9 tetrahydrocannabinol (THC), identified not more than half a century ago: it is the main psychoactive metabolite of the approximately ninety phytocanabinoids identificatedidentified; another phytocannabinoid is cannabidiol (CBD), the main compound that has no psychoactive effects1. Chemical modulation of these compounds allows to synthetize new molecules useful for identifying the cannabinoid receptors: CB1 and CB2, which are both G protein coupled receptors. CB1 receptor interferes with the release of neurotransmitters and its activation protects the SNC from over stimulation or over inhibition produced by other neurotransmitters. CB2 receptor, on the other hand, mainly performs a peripheral action with immunomodulatory activity. Two endogenous agonists are known: N-arachidonilethanolamide (AEA) and 2-arachidonoilglycerol (2-AG)2. Cannabinoids have emerged as a new class of drugs used for the treatment of neurodegenerative and psychiatric disorders; since THC is a psychoactive metabolite, several studies have focused on CBD with good results. For example, the oral administration of a standardized cannabidiol oral extract at high dose provided more compelling results with a 55% reduction in seizures in Dravet and Lennox-Gastaut Sydrome patients3. In the United States, the Food and Drug Administration (FDA) has approved the use of an oil-based cannabidiol for the treatment of these severe forms of epilepsy in children. In conclusion, there are emerging clinical evidences that some phytocannabinoids might be relatively safe and effective treatments for neurological disorders such as severe epilepsy syndromes4. It is important to understand that cannabinoids are not without risk and further studies are needed to better understand the molecular targets of these molecules and to determine their long-term safety. )S. Amaducci, D. Scordia, F.H. Liu, Q. Zhang, H. Guo, G. Testa and S.L. Cosentino, Key cultivation techniques for hemp in Europe and China, Iindustrial corps Corps and productsProducts, 2015, 2(16): 68. 2)Z. Shenglong Z. and K. Ujendra K., Cannabinoid Receptors and the Endocannabinoid System: Signaling and Function in the Central Nervous System, International journal Journal of molecular Molecular sciencesSciences, 2018, 19(3): 833. 3)E.B. Ethan B.Russo E.B., Cannabis therapeutics and the future of neurology, frontiers Frontiers in integrative Integrative neuroscienceNeuroscience, 2018,12:51. 4)S,erena Silvestro, S,anta Mammana, E.ugenio Cavalli, P.lacido Bramanti and E.manuela Mazzon, Use of Cannabidiol in the Treatment of Epilepsy: Efficacy and Security in Clinical Trials, moleculesMolecules, 2019, 24(8):1459.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
800367_tesi.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 3.81 MB
Formato Adobe PDF
3.81 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/39165