The work object of study and restauration in the domain of the present degree thesis is composed of two wooden board 195x50,8 cm, painted with mixed techniques on both sides. Property of the family La Marmora, they are kept in the family palace in Biella. These paintings portray the saints Sebastian and Cristopher, the scene of the Annunciation and a series of members of the family Ferrero from Biella, in prayer. Probably they were born to be lateral small doors of a closable triptych, in the centre of which there was the representation, nowadays conserved in the Museum of Territory of Biella, of the copy of the Virgin of Rocks of Leonardo in the version now preserved in the National Gallery, London. The paintings, that are supposed to be commissioned from the from the noble Sebastiano Ferrero from Biella in 1508-1510, have been attributed to the painter from Milano, Bernardino de Conti and his workshop. The first difficulty in the study of this work of art has been the absence of information concerning his origin and his conservative history. Until the first examinations a complex stratigraphy emerged and more than one consecutive pictorial coat was distinguishable.
L'opera oggetto di studio e restauro nell'ambito del presente lavoro di tesi magistrale si compone di due tavole lignee di 195 x 50,8 cm, dipinte a tecnica mista su entrambi i lati. Sono di proprietà della famiglia La Marmora e sono conservate all'interno del palazzo di famiglia a Biella. I dipinti raffigurano i santi Sebastiano e Cristoforo, la scena dell'Annunciazione e una serie di membri della famiglia Ferrero di Biella, in preghiera. Presumibilmente sono nate come sportelli laterali di un trittico a portelle richiudibili, al cui centro figurava la copia attualmente conservata presso il Museo del Territorio Biellese della Vergine delle rocce leonardesca nella versione oggi custodita alla National Gallery di Londra. I dipinti, che si ipotizza siano stati commissionati dal nobile biellese Sebastiano Ferrero intorno al 1508-1510, sono stati attribuiti al pittore milanese Bernardino de Conti e alla sua bottega. La prima difficoltà nello studio dell'opera in oggetto è stata l'assenza di informazioni riguardanti la sua origine e la storia conservativa. Sin dalle prime osservazioni è emersa la complessa stratigrafia del dipinto, su cui si potevano percepire più stesure pittoriche successive. Le tavole si presentavano in mediocre stato di conservazione: il supporto presentava un accentuato imbarcamento ed era svergolato, la resina protettiva impiegata nel corso di un passato intervento di restauro era notevolmente ingiallita e i ritocchi superficiali pesantemente alterati. Inoltre, sia i dipinti sia le cornici erano offuscati da uno spesso strato di particolato atmosferico coeso e coerente alla superficie. L'intervento di restauro finalizzato al ripristino della corretta leggibilità dell'opera si è composto di una prima fase di pulitura superficiale per mezzo di una soluzione acquosa a pH acido (5,5). A questa operazione è seguita un'attenta rimozione del film resinoso protettivo degradato e dei ritocchi superficiali non più funzionali. Il lavoro è stato particolarmente complesso perché preliminarmente all'intervento è stato necessario studiare e comprendere la successione delle stesure in modo da rimuovere selettivamente solo quelle pertinenti a interventi di restauro e non quelle riconducibili ad antichi rimaneggiamenti. Le fasi finali dell'intervento hanno previsto la rimozione delle vecchie stuccature, la messa in opera di nuovo materiale di riempimento delle lacune e l'integrazione pittorica. Sono, inoltre, state progettate le fasi di verniciatura e adattamento del sistema espositivo. Il lavoro è stato particolarmente arricchente per il carattere multidisciplinare con cui è stato condotto: la ricerca storico-artistica e archivistica, i risultati ottenuti preliminarmente dalle analisi scientifiche e le considerazioni nate dall'intervento di restauro hanno permesso di aggiungere informazioni utili al bagaglio di conoscenze che accompagna le opere in oggetto e alla futura ricerca che potrà su di esse essere condotta.
Due dipinti di Bernardino de Conti nella collezione La Marmora: storia e restauro.
SANTHIÀ, CHIARA
2015/2016
Abstract
L'opera oggetto di studio e restauro nell'ambito del presente lavoro di tesi magistrale si compone di due tavole lignee di 195 x 50,8 cm, dipinte a tecnica mista su entrambi i lati. Sono di proprietà della famiglia La Marmora e sono conservate all'interno del palazzo di famiglia a Biella. I dipinti raffigurano i santi Sebastiano e Cristoforo, la scena dell'Annunciazione e una serie di membri della famiglia Ferrero di Biella, in preghiera. Presumibilmente sono nate come sportelli laterali di un trittico a portelle richiudibili, al cui centro figurava la copia attualmente conservata presso il Museo del Territorio Biellese della Vergine delle rocce leonardesca nella versione oggi custodita alla National Gallery di Londra. I dipinti, che si ipotizza siano stati commissionati dal nobile biellese Sebastiano Ferrero intorno al 1508-1510, sono stati attribuiti al pittore milanese Bernardino de Conti e alla sua bottega. La prima difficoltà nello studio dell'opera in oggetto è stata l'assenza di informazioni riguardanti la sua origine e la storia conservativa. Sin dalle prime osservazioni è emersa la complessa stratigrafia del dipinto, su cui si potevano percepire più stesure pittoriche successive. Le tavole si presentavano in mediocre stato di conservazione: il supporto presentava un accentuato imbarcamento ed era svergolato, la resina protettiva impiegata nel corso di un passato intervento di restauro era notevolmente ingiallita e i ritocchi superficiali pesantemente alterati. Inoltre, sia i dipinti sia le cornici erano offuscati da uno spesso strato di particolato atmosferico coeso e coerente alla superficie. L'intervento di restauro finalizzato al ripristino della corretta leggibilità dell'opera si è composto di una prima fase di pulitura superficiale per mezzo di una soluzione acquosa a pH acido (5,5). A questa operazione è seguita un'attenta rimozione del film resinoso protettivo degradato e dei ritocchi superficiali non più funzionali. Il lavoro è stato particolarmente complesso perché preliminarmente all'intervento è stato necessario studiare e comprendere la successione delle stesure in modo da rimuovere selettivamente solo quelle pertinenti a interventi di restauro e non quelle riconducibili ad antichi rimaneggiamenti. Le fasi finali dell'intervento hanno previsto la rimozione delle vecchie stuccature, la messa in opera di nuovo materiale di riempimento delle lacune e l'integrazione pittorica. Sono, inoltre, state progettate le fasi di verniciatura e adattamento del sistema espositivo. Il lavoro è stato particolarmente arricchente per il carattere multidisciplinare con cui è stato condotto: la ricerca storico-artistica e archivistica, i risultati ottenuti preliminarmente dalle analisi scientifiche e le considerazioni nate dall'intervento di restauro hanno permesso di aggiungere informazioni utili al bagaglio di conoscenze che accompagna le opere in oggetto e alla futura ricerca che potrà su di esse essere condotta.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/39089