Multiple myeloma is a neoplastic plasma-cells disorder, characterized by their clonal proliferation, the presence of monoclonal protein in the blood or urine, and the consequent organ dysfunction. The symptoms and the way the disease progresses may be very different from patient to patient, making this tumor difficult to identify and treat. In fact, it is a disease that can't be cure yet, but certainly can be treated. The treatment is based on induction therapy with thalidomide, lenalidomide, or bortezomib accompanied by hematopoietic stem-cell transplantation for patients under the age of 65 years without substantial heart, lung, renal, or liver dysfunction. However, in patients older than 65 years of age or with one of the previous dysfunctions, there are some precautions concerning transplantation or less intensive approaches that limit toxic effects . Over the past decade, the therapeutic landscape of this disease has evolved strongly leading to significant clinical progress and in the last few years, with the testing of monoclonal antibodies, the effectiveness and safety of the therapy has further improved. Monoclonal antibodies, due to their favorable toxicity profile and their specific mechanism of action, have led to a major breakthrough in the treatment of multiple myeloma. Some of the monoclonal antibodies studied, until now, in the treatment of this disease are: elotuzumab, daratumumab, isatuximab and pemrolizumab. Among these, especially daratumumab, a totally human anti-CD38 monoclonal antibody, has demonstrated an excellent safety profile and a dramatic improvement of both response rate and progression-free survival in combination with standard anti-myeloma regimens. For these reasons, this drug was granted accelerated approval by the FDA in 2015 to treat multiple myeloma patients who had received at least three prior treatments . With the introduction of monoclonal antibodies in the treatment of multiple myeloma, healing seems to become an increasingly realistic goal and it is likely that this therapy will become the standard therapy for this disease.
Il mieloma multiplo è un disordine neoplastico delle plasmacellule, caratterizzato dalla loro proliferazione clonale, dalla presenza di proteine monoclonali nel sangue e nelle urine e dalla conseguente disfunzione d'organo. I sintomi ed il modo in cui la malattia progredisce possono essere molto diversi da paziente a paziente, rendendo il tumore un bersaglio difficile da identificare e da trattare. Infatti, è una malattia non ancora guaribile ma certamente trattabile. Il trattamento si basa sulla terapia di induzione con talidomide, lenalidomide o bortezomib accompagnato da trapianto di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti con età inferiore a 65 anni, senza disfunzioni cardiache, polmonari, renali o epatiche. Nei pazienti con età superiore a 65 anni o con una delle precedenti disfunzioni, invece, vengono considerate alcune precauzioni riguardanti il trapianto o approcci meno intensi per limitare gli effetti avversi. Nell'ultimo decennio il panorama terapeutico riguardante questa malattia si è evoluto fortemente portando a significativi progressi clinici e negli ultimissimi anni, con la sperimentazione degli anticorpi monoclonali, si è migliorata ulteriormente sia l'efficacia che la sicurezza della terapia. Gli anticorpi monoclonali, grazie al loro profilo di tossicità favorevole e al loro meccanismo d'azione differente dagli altri agenti terapeutici, hanno portato ad una notevole svolta nel trattamento del mieloma multiplo. Tra gli anticorpi monoclonali studiati fino ad ora nel trattamento di questa patologia vi sono: elotuzumab, daratumumab, isatuximab e pemrolizumab. Tra questi, soprattutto il daratumumab, un anticorpo monoclonale totalmente umano anti-CD38, ha dimostrato un eccellente profilo di sicurezza e un notevole miglioramento del tasso di risposta e di sopravvivenza, in combinazione con la chemioterapia standard nel mieloma. Proprio per questi motivi, a questo farmaco è stata concessa un'approvazione accelerata, nel 2015, da parte della FDA, per curare i pazienti con mieloma multiplo che avevano ricevuto almeno tre trattamenti precedenti. Con l'introduzione degli anticorpi monoclonali nel trattamento del mieloma multiplo, la guarigione sembra diventata un obiettivo sempre più realistico ed è sempre più probabile che questa terapia possa diventare la terapia standard nel trattamento dei pazienti con questa patologia.
Anticorpi monoclonali nella terapia del mieloma multiplo
CAVALLETTO, JACOPO
2016/2017
Abstract
Il mieloma multiplo è un disordine neoplastico delle plasmacellule, caratterizzato dalla loro proliferazione clonale, dalla presenza di proteine monoclonali nel sangue e nelle urine e dalla conseguente disfunzione d'organo. I sintomi ed il modo in cui la malattia progredisce possono essere molto diversi da paziente a paziente, rendendo il tumore un bersaglio difficile da identificare e da trattare. Infatti, è una malattia non ancora guaribile ma certamente trattabile. Il trattamento si basa sulla terapia di induzione con talidomide, lenalidomide o bortezomib accompagnato da trapianto di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti con età inferiore a 65 anni, senza disfunzioni cardiache, polmonari, renali o epatiche. Nei pazienti con età superiore a 65 anni o con una delle precedenti disfunzioni, invece, vengono considerate alcune precauzioni riguardanti il trapianto o approcci meno intensi per limitare gli effetti avversi. Nell'ultimo decennio il panorama terapeutico riguardante questa malattia si è evoluto fortemente portando a significativi progressi clinici e negli ultimissimi anni, con la sperimentazione degli anticorpi monoclonali, si è migliorata ulteriormente sia l'efficacia che la sicurezza della terapia. Gli anticorpi monoclonali, grazie al loro profilo di tossicità favorevole e al loro meccanismo d'azione differente dagli altri agenti terapeutici, hanno portato ad una notevole svolta nel trattamento del mieloma multiplo. Tra gli anticorpi monoclonali studiati fino ad ora nel trattamento di questa patologia vi sono: elotuzumab, daratumumab, isatuximab e pemrolizumab. Tra questi, soprattutto il daratumumab, un anticorpo monoclonale totalmente umano anti-CD38, ha dimostrato un eccellente profilo di sicurezza e un notevole miglioramento del tasso di risposta e di sopravvivenza, in combinazione con la chemioterapia standard nel mieloma. Proprio per questi motivi, a questo farmaco è stata concessa un'approvazione accelerata, nel 2015, da parte della FDA, per curare i pazienti con mieloma multiplo che avevano ricevuto almeno tre trattamenti precedenti. Con l'introduzione degli anticorpi monoclonali nel trattamento del mieloma multiplo, la guarigione sembra diventata un obiettivo sempre più realistico ed è sempre più probabile che questa terapia possa diventare la terapia standard nel trattamento dei pazienti con questa patologia.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
726925_mabsnellaterapiadelmm.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
4.14 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.14 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/39062