The main object and purpose of this final dissertation is to analyze the law that governs the proper use and the exploitation of natural resources shared by two or more States or by the International community as a whole under international law. The fundamental rationale underlying this thesis is the intention to call into question the issue of State sovereignty with regard to the exploitation of shared natural resources. Indeed, it is much more evident the need for cooperation and for an equitable use of natural resources in such a transboundary context, that is broader than the classical vis-à-vis perspective, since it entails the involvement of the International Community as a whole, for instances, in relation to the management of global environmental issues. Finally, this way of reasoning leads to the acknowledgement of what is usually defined by many scholars as ¿ecological interdependence¿. In fact, one could argue that the environment as a whole is a shared good in itself that must be preserved in the benefit of all mankind. Hence, ecological interdependence poses a fundamental challenge to international law and explains the growing need for international cooperation and development of environmental standards: the challenge at issue for international law is to strike a balance between the fundamental independence of each sovereign State and the unavoidable interdependence among them in relation to the environment. The increasing awareness among States of global environmental issues led eventually to the birth and development of modern international environmental law. Chapter One aims at giving the reader an overview of the general principles and the rules that are part of modern international law. The Chapter will focus on the content and the legal value of these norms, as well as the most authoritative interpretation thereof given by International Courts and Tribunals. Chapter Two will address the issue relating to the law that governs the exploitation of natural resources shared by two or more States. Firstly, the Chapter will start to examine the customary international norms, namely the principle of equitable and reasonable use of shared resources and the general obligation to cooperate, on whose basis the customary regime is founded. Secondly, it will proceed with the analysis of the most important work of the International Law Commission on shared natural resources, namely the Draft Articles on the Law on Transboundary Aquifers, and the most relevant conventions, that is to say, the UN Convention on the Law of Non-navigational uses of Watercourses and the UNECE The Convention on the Protection and Use of Transboundary Watercourses and International Lakes, which specified the extent and the content of the above-mentioned customary norms. Chapter Three will deal with the customary and treaty regimes that govern the exploitation of the global commons, namely, the Antarctic, the Area, the High Seas and the Outer Space. These resources domains fall under two distinct categories, that is to say, common property and common heritage of mankind, subjected to two different regimes. Whereas the former is defined by freedom of access, use and exploration, the latter must be subjected to an international regime in order to guarantee that the benefits derived from the exploitation of their resources are shared in an equitable manner between all States. These two customary regimes were the basis on which treaty regimes have been founded.
Il presente lavoro intende analizzare il regime giuridico applicabile allo sfruttamento delle risorse naturali condivise sia da due o più Stati sia dalla comunità internazionale nel suo complesso. Scopo della tesi è quello di studiare le dinamiche internazionali in relazione al suddetto tema e le conseguenti ricadute sul piano della sovranità degli Stati. La tesi, infatti, intende muovere una critica al dogma assoluto della sovranità, in un contesto sempre più caratterizzato da ciò che viene definita da molti autori una ¿interdipendenza ecologica¿. La crescente sensibilità degli Stati nei confronti della materia in discorso ha, in seguito, portato alla nascita ed allo sviluppo del moderno diritto internazionale dell'ambiente. Il Capitolo I ha lo scopo di introdurre il lettore ai principi generali ed alle regole di comportamento che fanno parte del diritto internazionale dell'ambiente, attraverso l'analisi dello sviluppo delle suddette norme, avvenuto grazie sia all'attività negoziale degli Stati sia all'attività interpretativa della giurisprudenza internazionale. Il Capitolo II volge all'analisi del regime giuridico applicabile alle risorse naturali condivise da due o più Stati. In primis, si illustrerà la natura ed il contenuto delle ormai ben consolidate norme consuetudinarie, ovvero il principio di uso equo e ragionevole delle risorsa condivise e l'obbligo generale di cooperazione, e si studierà come il loro contenuto sia stato nel tempo specificato da trattati e convenzioni. In secundis, il Capitolo si soffermerà sui recenti lavori della Commissione di Diritto Internazionale in tema di risorse naturali condivise, quali i Draft Articles on the Law on Transboundary Aquifers, e sulle più rilevanti convenzioni in materia, ossia la UN Convention on the law of non-navigational uses of watercourses e la UNECE Transboundary Watercourses Convention. Il Capitolo III affronterà la questione relativa alle norme facenti parte del corpus iuris applicabile ai c.d. global commons, ovvero l'Alto Mare, l'Area (ossia il fondale ed il sottosuolo marino al di là delle acque territoriali), l'Antartide, lo Spazio extra-atmosferico e la Luna. Questi beni non possono esser soggetti per loro natura a rivendicazioni sovrane da parte di alcuno Stato e devono esser utilizzati per scopi pacifici. I beni comuni globali si suddividono, a loro volta, in due categorie, ovvero le common property resources e le common heritage of mankind, che differiscono sul piano del regime giuridico ad essi relativo. Laddove i primi tipi di risorsa sono caratterizzati dalla libertà di accesso, di utilizzo ed esplorazione, le attività di sfruttamento relative alle secondo sono strettamente regolamentate da regimi internazionali di supervisione e controllo, in virtù della particolare importanza di questi beni nei confronti dell'intera umanità; inoltre, i benefici derivanti dallo sfruttamento della risorsa devono esser condivisi con gli altri Stati appartenenti alla comunità internazionale, anche se non facente attivamente parte delle attività di sfruttamento. Il Capitolo, dunque, volgerà all'analisi dei principali strumenti normativi relativi ai global commons, soffermandosi sulle norme concernenti lo sfruttamento delle risorse ivi contenute, e analizzerà come l'istituzione di meccanismi congiunti di supervisione si sia rivelata assai utile nella conservazione e preservazione della risorsa e, dunque, fondamentale per scongiurare ciò che viene definito la ¿tragedy of the commons¿.
Lo sfruttamento delle risorse naturali condivise nel diritto internazionale
SCHETTINO, BIAGIO
2015/2016
Abstract
Il presente lavoro intende analizzare il regime giuridico applicabile allo sfruttamento delle risorse naturali condivise sia da due o più Stati sia dalla comunità internazionale nel suo complesso. Scopo della tesi è quello di studiare le dinamiche internazionali in relazione al suddetto tema e le conseguenti ricadute sul piano della sovranità degli Stati. La tesi, infatti, intende muovere una critica al dogma assoluto della sovranità, in un contesto sempre più caratterizzato da ciò che viene definita da molti autori una ¿interdipendenza ecologica¿. La crescente sensibilità degli Stati nei confronti della materia in discorso ha, in seguito, portato alla nascita ed allo sviluppo del moderno diritto internazionale dell'ambiente. Il Capitolo I ha lo scopo di introdurre il lettore ai principi generali ed alle regole di comportamento che fanno parte del diritto internazionale dell'ambiente, attraverso l'analisi dello sviluppo delle suddette norme, avvenuto grazie sia all'attività negoziale degli Stati sia all'attività interpretativa della giurisprudenza internazionale. Il Capitolo II volge all'analisi del regime giuridico applicabile alle risorse naturali condivise da due o più Stati. In primis, si illustrerà la natura ed il contenuto delle ormai ben consolidate norme consuetudinarie, ovvero il principio di uso equo e ragionevole delle risorsa condivise e l'obbligo generale di cooperazione, e si studierà come il loro contenuto sia stato nel tempo specificato da trattati e convenzioni. In secundis, il Capitolo si soffermerà sui recenti lavori della Commissione di Diritto Internazionale in tema di risorse naturali condivise, quali i Draft Articles on the Law on Transboundary Aquifers, e sulle più rilevanti convenzioni in materia, ossia la UN Convention on the law of non-navigational uses of watercourses e la UNECE Transboundary Watercourses Convention. Il Capitolo III affronterà la questione relativa alle norme facenti parte del corpus iuris applicabile ai c.d. global commons, ovvero l'Alto Mare, l'Area (ossia il fondale ed il sottosuolo marino al di là delle acque territoriali), l'Antartide, lo Spazio extra-atmosferico e la Luna. Questi beni non possono esser soggetti per loro natura a rivendicazioni sovrane da parte di alcuno Stato e devono esser utilizzati per scopi pacifici. I beni comuni globali si suddividono, a loro volta, in due categorie, ovvero le common property resources e le common heritage of mankind, che differiscono sul piano del regime giuridico ad essi relativo. Laddove i primi tipi di risorsa sono caratterizzati dalla libertà di accesso, di utilizzo ed esplorazione, le attività di sfruttamento relative alle secondo sono strettamente regolamentate da regimi internazionali di supervisione e controllo, in virtù della particolare importanza di questi beni nei confronti dell'intera umanità; inoltre, i benefici derivanti dallo sfruttamento della risorsa devono esser condivisi con gli altri Stati appartenenti alla comunità internazionale, anche se non facente attivamente parte delle attività di sfruttamento. Il Capitolo, dunque, volgerà all'analisi dei principali strumenti normativi relativi ai global commons, soffermandosi sulle norme concernenti lo sfruttamento delle risorse ivi contenute, e analizzerà come l'istituzione di meccanismi congiunti di supervisione si sia rivelata assai utile nella conservazione e preservazione della risorsa e, dunque, fondamentale per scongiurare ciò che viene definito la ¿tragedy of the commons¿.File | Dimensione | Formato | |
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