L'artrite reumatoide è una malattia cronica infiammatoria che colpisce maggiormente le articolazioni, spesso con carattere evolutivo e distruttivo, ma che può interessare anche altri tessuti dell'organismo con coinvolgimento quindi extra-articolare. Si tratta di una malattia legata a meccanismi cosiddetti ¿autoimmuni¿, cioè che coinvolgono il sistema immunitario, il quale si attiva contro tessuti dello stesso organismo. Il principale bersaglio della risposta immune è la membrana sinoviale, un tessuto che riveste all'interno le articolazioni. Il processo infiammatorio che ne consegue è però sistemico, quindi diffuso, e questo giustifica le compromissioni possibili in distretti diversi da quello articolare. [1] I farmaci anti-reumatici fino ad oggi impiegati, se utilizzati precocemente, ossia entro sei mesi dall'esordio dei sintomi, possono modificare il decorso della malattia ed efficacemente contrastare l'evoluzione verso l'invalidità. Inoltre, negli ultimi anni l'enorme sviluppo delle tecniche di biologia molecolare ha consentito l'introduzione di farmaci biotecnologici, che sono in grado di contrastare selettivamente alcune citochine (molecole infiammatorie) responsabili del processo flogistico cronico, introducendo quindi un nuovo concetto di terapia altamente selettiva. Le molecole principali sono l'etanercept, l'infliximab e l'adalimubab. Questi farmaci si sono dimostrati in grado, in tempi molto brevi rispetto ai farmaci tradizionali, di indurre un soddisfacente controllo dell'artrite e dell'evoluzione del danno erosivo articolare in un elevato numero di malati, in cui si è osservato fallimento dei farmaci anti-reumatici tradizionali. [2] Riferimenti bibliografici: [1] ATMAR - Associazione Trentina Malati Reumatici - www.reumaticitrentino.it [2] MA.R.I.C.A. - Malattie Reumatiche Infiammatorie Croniche e Autoimmuni - www.bresciareumatologia.it

farmaci biotecnologici per l'artrite reumatoide

CAPELLINO, ELEONORA
2016/2017

Abstract

L'artrite reumatoide è una malattia cronica infiammatoria che colpisce maggiormente le articolazioni, spesso con carattere evolutivo e distruttivo, ma che può interessare anche altri tessuti dell'organismo con coinvolgimento quindi extra-articolare. Si tratta di una malattia legata a meccanismi cosiddetti ¿autoimmuni¿, cioè che coinvolgono il sistema immunitario, il quale si attiva contro tessuti dello stesso organismo. Il principale bersaglio della risposta immune è la membrana sinoviale, un tessuto che riveste all'interno le articolazioni. Il processo infiammatorio che ne consegue è però sistemico, quindi diffuso, e questo giustifica le compromissioni possibili in distretti diversi da quello articolare. [1] I farmaci anti-reumatici fino ad oggi impiegati, se utilizzati precocemente, ossia entro sei mesi dall'esordio dei sintomi, possono modificare il decorso della malattia ed efficacemente contrastare l'evoluzione verso l'invalidità. Inoltre, negli ultimi anni l'enorme sviluppo delle tecniche di biologia molecolare ha consentito l'introduzione di farmaci biotecnologici, che sono in grado di contrastare selettivamente alcune citochine (molecole infiammatorie) responsabili del processo flogistico cronico, introducendo quindi un nuovo concetto di terapia altamente selettiva. Le molecole principali sono l'etanercept, l'infliximab e l'adalimubab. Questi farmaci si sono dimostrati in grado, in tempi molto brevi rispetto ai farmaci tradizionali, di indurre un soddisfacente controllo dell'artrite e dell'evoluzione del danno erosivo articolare in un elevato numero di malati, in cui si è osservato fallimento dei farmaci anti-reumatici tradizionali. [2] Riferimenti bibliografici: [1] ATMAR - Associazione Trentina Malati Reumatici - www.reumaticitrentino.it [2] MA.R.I.C.A. - Malattie Reumatiche Infiammatorie Croniche e Autoimmuni - www.bresciareumatologia.it
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