Con il mio lavoro ho voluto illustrare un istituto molto utilizzato nel nostro ordinamento giuridico. Il giudizio abbreviato, come gli altri procedimenti speciali, è stato introdotto nel 1988 per soddisfare esigenze di economia processuale. La disciplina originaria del giudizio abbreviato era però tale che il ricorso ad esso da parte degli imputati fu inferiore alle aspettative. Proprio per ovviare a questo, dopo numerosi inviti della Corte costituzionale, l'istituto è stato ampiamente riformato ad opera della legge del 16 dicembre 1999, n. 479 (c.d. legge Carotti), la quale, pur prevedendo parte di disciplina comune ha introdotto due diversi moduli procedurali: il giudizio abbreviato ¿semplice¿ e il giudizio abbreviato ¿condizionato¿. Nel primo capitolo viene dunque esaminata la struttura originaria del rito e le ragioni del fallimento della stessa, passando attraverso l'esame di numerose pronunce della Corte costituzionale. Nel secondo capitolo, vengono invece illustrati, attraverso l'esame della dottrina e della giurisprudenza, i tratti di disciplina che accomunano il giudizio abbreviato ¿condizionato¿ al giudizio abbreviato ¿semplice¿. Infine l'ultimo capitolo è interamente dedicato all'analisi del giudizio abbreviato ¿condizionato¿. In particolare vengono analizzati i criteri di ammissione della richiesta, il diritto alla controprova del pubblico ministero, il problema della revocabilità dell'ordinanza ammissiva del rito nel caso in cui divenga impossibile acquisire la prova integrativa ammessa, il diritto dell'imputato di scegliere se procedere con il giudizio abbreviato o retrocedere al rito ordinario nel caso in cui il pubblico ministero modifichi l'imputazione, il problema del rigetto della richiesta di giudizio abbreviato condizionato e i relativi rimedi, il recupero post-dibattimentale dello sconto di pena, e la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in appello.

IL GIUDIZIO ABBREVIATO "CONDIZIONATO"

ROSSO, MONICA
2015/2016

Abstract

Con il mio lavoro ho voluto illustrare un istituto molto utilizzato nel nostro ordinamento giuridico. Il giudizio abbreviato, come gli altri procedimenti speciali, è stato introdotto nel 1988 per soddisfare esigenze di economia processuale. La disciplina originaria del giudizio abbreviato era però tale che il ricorso ad esso da parte degli imputati fu inferiore alle aspettative. Proprio per ovviare a questo, dopo numerosi inviti della Corte costituzionale, l'istituto è stato ampiamente riformato ad opera della legge del 16 dicembre 1999, n. 479 (c.d. legge Carotti), la quale, pur prevedendo parte di disciplina comune ha introdotto due diversi moduli procedurali: il giudizio abbreviato ¿semplice¿ e il giudizio abbreviato ¿condizionato¿. Nel primo capitolo viene dunque esaminata la struttura originaria del rito e le ragioni del fallimento della stessa, passando attraverso l'esame di numerose pronunce della Corte costituzionale. Nel secondo capitolo, vengono invece illustrati, attraverso l'esame della dottrina e della giurisprudenza, i tratti di disciplina che accomunano il giudizio abbreviato ¿condizionato¿ al giudizio abbreviato ¿semplice¿. Infine l'ultimo capitolo è interamente dedicato all'analisi del giudizio abbreviato ¿condizionato¿. In particolare vengono analizzati i criteri di ammissione della richiesta, il diritto alla controprova del pubblico ministero, il problema della revocabilità dell'ordinanza ammissiva del rito nel caso in cui divenga impossibile acquisire la prova integrativa ammessa, il diritto dell'imputato di scegliere se procedere con il giudizio abbreviato o retrocedere al rito ordinario nel caso in cui il pubblico ministero modifichi l'imputazione, il problema del rigetto della richiesta di giudizio abbreviato condizionato e i relativi rimedi, il recupero post-dibattimentale dello sconto di pena, e la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in appello.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/38885