La pentamidina (PTM) è un farmaco antiparassitario, che recentemente ha dimostrato attività antitumorale sia in vivo sia in vitro. Poiché la somministrazione di PTM causa nefrotossicità e altri effetti collaterali, sono stati precedentemente sviluppati dei nanosistemi per la veicolazione del farmaco. Su queste basi, in questa tesi un polimero biodegradabile e biocompatibile, l’acido lattico-co-glicolico (PLGA), è stato utilizzato per formulare nanoparticelle ibride. Nella preparazione è stato aggiunto un coniugato fosfolipide-acido ialuronico (HA), in cui l’HA costituisce la porzione idrofila del composto, che si posiziona verso la superficie delle nanoparticelle, mentre l’1,2-dipalmitoil-sn-3-glicero-fosfoetanolammina (DPPE) costituisce la porzione lipofila che si dispone nella matrice polimerica. L’HA è stato pertanto utilizzato per funzionalizzare la superficie delle nanoparticelle come agente di direzionamento attivo: esso ha infatti un’elevata affinità per il recettore CD44 overespresso su diverse cellule tumorali. L’assorbimento preferenziale mediato dal riconoscimento dell’HA dal suo recettore specifico dovrebbe permettere anche di diminuire la tossicità aspecifica del farmaco. Le nanoparticelle sono state ottenute per nanoprecipitazione incorporando la PTM sotto forma di base libera (PTMb), più lipofila rispetto al sale isetionato commerciale. Le nanoparticelle ottenute hanno dimensioni medie comprese tra 100 e 200 nm, valori che ne permettono la somministrazione endovenosa. Rispetto alle nanoparticelle di solo PLGA, le nanoparticelle ibride hanno dimostrato un incremento della quantità di PTMb incorporata. Questo risultato è probabilmente dovuto al fatto che la PTMb si lega attraverso interazioni di carica con le cariche negative sia del PLGA sia dell’HA. Le nanoparticelle ibride con 60 μg di PTMb/mg di PLGA sono risultate stabili durante la conservazione per almeno quattro settimane a 4 °C, con dimensioni inferiori a 160 nm, indice di polidispersione inferiore a 0,2 e potenziale zeta negativo intorno ai -35 mV. È stato valutato anche il rilascio della PTMb, che è risultato essere graduale, per arrivare dopo 72 ore a 37 °C e pH 7,4 al 92%. Infine, è stato analizzato il ruolo dell’HA come agente crioprotettore durante il processo di liofilizzazione delle nanoparticelle ibride contenenti PTMb: è stato osservato che la quantità di HA deve essere determinata in relazione al tipo e alla quantità di farmaco da incorporare nella matrice polimerica per poter mantenere le caratteristiche chimico-fisiche dopo risospensione del liofilizzato. Sviluppi futuri riguarderanno la valutazione dell’attività in vitro delle nanoparticelle.
Formulazione di nanoparticelle ibride per la veicolazione di farmaci
CHIAPASCO, MARTA
2022/2023
Abstract
La pentamidina (PTM) è un farmaco antiparassitario, che recentemente ha dimostrato attività antitumorale sia in vivo sia in vitro. Poiché la somministrazione di PTM causa nefrotossicità e altri effetti collaterali, sono stati precedentemente sviluppati dei nanosistemi per la veicolazione del farmaco. Su queste basi, in questa tesi un polimero biodegradabile e biocompatibile, l’acido lattico-co-glicolico (PLGA), è stato utilizzato per formulare nanoparticelle ibride. Nella preparazione è stato aggiunto un coniugato fosfolipide-acido ialuronico (HA), in cui l’HA costituisce la porzione idrofila del composto, che si posiziona verso la superficie delle nanoparticelle, mentre l’1,2-dipalmitoil-sn-3-glicero-fosfoetanolammina (DPPE) costituisce la porzione lipofila che si dispone nella matrice polimerica. L’HA è stato pertanto utilizzato per funzionalizzare la superficie delle nanoparticelle come agente di direzionamento attivo: esso ha infatti un’elevata affinità per il recettore CD44 overespresso su diverse cellule tumorali. L’assorbimento preferenziale mediato dal riconoscimento dell’HA dal suo recettore specifico dovrebbe permettere anche di diminuire la tossicità aspecifica del farmaco. Le nanoparticelle sono state ottenute per nanoprecipitazione incorporando la PTM sotto forma di base libera (PTMb), più lipofila rispetto al sale isetionato commerciale. Le nanoparticelle ottenute hanno dimensioni medie comprese tra 100 e 200 nm, valori che ne permettono la somministrazione endovenosa. Rispetto alle nanoparticelle di solo PLGA, le nanoparticelle ibride hanno dimostrato un incremento della quantità di PTMb incorporata. Questo risultato è probabilmente dovuto al fatto che la PTMb si lega attraverso interazioni di carica con le cariche negative sia del PLGA sia dell’HA. Le nanoparticelle ibride con 60 μg di PTMb/mg di PLGA sono risultate stabili durante la conservazione per almeno quattro settimane a 4 °C, con dimensioni inferiori a 160 nm, indice di polidispersione inferiore a 0,2 e potenziale zeta negativo intorno ai -35 mV. È stato valutato anche il rilascio della PTMb, che è risultato essere graduale, per arrivare dopo 72 ore a 37 °C e pH 7,4 al 92%. Infine, è stato analizzato il ruolo dell’HA come agente crioprotettore durante il processo di liofilizzazione delle nanoparticelle ibride contenenti PTMb: è stato osservato che la quantità di HA deve essere determinata in relazione al tipo e alla quantità di farmaco da incorporare nella matrice polimerica per poter mantenere le caratteristiche chimico-fisiche dopo risospensione del liofilizzato. Sviluppi futuri riguarderanno la valutazione dell’attività in vitro delle nanoparticelle.File | Dimensione | Formato | |
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