Il Governo in Parlamento, problemi e prospettive

This work intends to look through the role of the Government in the Parliament, starting by the most ancient ways to practice the executive power embodied by sovereigns, in the first times absolute sovereigns, and then surrounded by an array of councilors that progressively open itself to comprehend local and corporative representatives. Through a historical and evolutionary analysis, the focus stands on the Italian evolution of the parliamentary institution and the addressing role of the Executive organ, and the way in which this organ deals with the legislative Congress. Still, the work attempts to give a hint of the sunset of parliamentarism that led to the last evolution of the rise of the role of Government in the context of the Italian political-institutional system. The emphasis was then put on the results of the political-institutional activity that led to the so-called ¿Second Republic¿ in various projects (or draft designs) of Constitutional reform, at the present state of affairs, which remained at the stage of conception. Investigating the last of these projects, it was considered the approval process and the attitude of the Executive in the approval of the constitutional law, rejected by the referendum result of 4 December 2016. These projects, particularly the ¿Renzi-Boschi¿ constitutional reform project, attempt to convey into the Constitutional Charter the strengthening of the executive, already in the way of parliamentary practice, and even the consolidation of the primacy of the President of the Council of Ministers (premier) within the Council itself, without any substantial changes in the weight and composition of other institutions. A reference to the planned total revelation of the Senate of the Republic into the constitutional law of Renzi-Boschi is reported. There is a reference, in closing, to the unequal bicameral systems that the legislator could draw from for a new reform of the second part of the Charter. One last point is reserved for parliamentary regulations and a change of parliamentary system and Government in the Parliament in a situation of unchanged Constitution, which could become reality by an effective reform of the assemblies Regulations.

Questo lavoro si propone di indagare la funzione del Governo in Parlamento, a partire dalle più antiche estrinsecazioni del potere esecutivo incarnate dalla figura del sovrano, prima assoluto ed autocrate, poi che si circonda di una schiera di consiglieri, la quale progressivamente si allarga a ricomprendere rappresentanze territoriali o corporative. Con un'analisi storica ed evolutiva di ampio respiro, si giunge poi all'evoluzione italiana del parlamentarismo e del ruolo d'indirizzo politico dell'Esecutivo, nonché del rapportarsi di quest'Organo con le Assemblee legislative. Ancora, si è tentato di dar conto del tramonto del parlamentarismo che ha condotto all'evoluzione ultima dell'accrescimento del ruolo del Governo nell'alveo del sistema politico-istituzionale italiano. Si è quindi posto l'accento sui risultati dell'attività politico-istituzionale che è sfociata, nell'ambito della cosiddetta Seconda Repubblica, in vari progetti (o disegni di progetti) di riforma costituzionale, allo stato attuale delle cose vieppiù rimasti alla fase di concepimento. Indagando l'ultimo di questi progetti, si è considerato l'iter di approvazione e il contegno dell'Esecutivo nell'approvazione della legge costituzionale, respinta dal risultato referendario del 4 dicembre 2016. Tali elaborati, in particolare il d.d.l. costituzionale Renzi-Boschi, tentano di convogliare nella Carta costituzionale il rafforzamento dell'Esecutivo già inveratosi nella prassi parlamentare, nonché il consolidamento di una primazia del Presidente del Consiglio dei ministri in seno al Consiglio stesso, non senza modificazioni sostanziali del peso e della composizione di altre istituzioni: in particolare si fa riferimento alla prevista novellazione totale del Senato della Repubblica nella legge costituzionale Renzi-Boschi. È riservato un riferimento, in chiusura, alle forme di bicameralismo non paritario da cui il legislatore potrebbe trar spunto per una novella riforma della seconda parte della Carta fondamentale. Un ultimo accenno è riservato ai regolamenti parlamentari e ad una modifica del sistema parlamentare e del Governo in Parlamento ¿a Costituzione invariata¿, che si potrebbe inverare proprio con un'efficace riforma dei regolamenti assembleari.