Il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) è una malattia pandemica e colpisce nel mondo circa un individuo adulto su undici. La sua incidenza è aumentata di circa quattro volte negli ultimi trent'anni e la patologia si manifesta sempre più precocemente anche in individui giovani ed in bambini con rischio di gravi complicanze. L'emergenza è globale sia per la mortalità, essendo l'ottava causa di mortalità a livello globale per entrambi i generi, sia per l'elevato impatto sulla spesa sanitaria soprattutto per la cura delle sue complicanze. Il T2DM è una forma di iperglicemia cronica, spesso non diagnosticata, inizialmente causata da insulino-resistenza e progressivamente destinata alla riduzione della capacità secretoria della stessa (disfunzione delle cellule β pancreatiche). Solo negli ultimi anni, all'origine del T2DM, si riconosce l'importanza della funzione del microbiota intestinale sia come componente negativa in caso di disbiosi sia come fattore positivo in caso di eubiosi. Il microbiota intestinale presenta un potenziale di geni almeno 500 volte più elevato di quello umano. I geni microbici sono essenziali per i processi metabolici dell'ospite umano. I metaboliti microbici hanno molteplici funzioni come la stimolazione del sistemi immunitario, endocrino e nervoso dell'individuo, tutti sistemi coinvolti anche nel processo della patogenesi diabetica. Numerosi studi sull'Uomo ma soprattutto sugli animali hanno evidenziato la stretta correlazione tra eubiosi e miglioramento dei parametri correlati alle fase precedenti il T2DM, come il prediabete e la sindrome metabolica. Lo scopo della presente tesi è descrivere il ruolo del microbiota intestinale nell'insorgenza del T2DM ed il suo ruolo nelle complicanze, attraverso una disanima degli studi presenti in letteratura. Sono stati presi in esame i più recenti lavori di ricerca sul microbiota intestinale umano e sulle sue possibilità di applicazioni cliniche, focalizzando l'attenzione sul suo meccanismo di azione e sulla sua interazione con le complicazioni del T2DM. Gli studi analizzati confermano una stretta relazione tra la composizione del microbiota intestinale e la salute metabolica dell'ospite. L'assunzione di probiotici cioè microorganismi viventi non patogeni, da beneficio alla salute dell'ospite riportando nella norma l'ambiente mucoso dell'intestino. Il mantenimento dello stato eubiotico, influenzando quindi la prevalenza dei microrganismi benefici, migliora i parametri correlati al T2DM. I risultati vengono ottimizzati quando si associano molecole prebiotiche, attraverso la dieta, ideali per lo sviluppo delle specie probiotiche nelle varie sedi dell'apparato digerente. Il rapporto tra il buon funzionamento del sistema microbiota-probiotico e la possibile prevenzione o cura di dismetabolismi come il T2DM, viene prevalentemente spiegato con l'analisi dei prodotti di fermentazione nelle varie sedi dell'intestino. La produzione microbica di SCFAs (acidi grassi a corta catena), è riconosciuta come modulatore benefico per il peso corporeo, regolazione della sazietà, stato infiammatorio intestinale, sensibilità all'insulina, omeostasi dei lipidi e del glucosio, elementi importanti nel T2DM. È evidente come lo stato di eubiosi del microbiota intestinale, almeno a riguardo dell'omeostasi del glucosio, vada indirizzato verso la produzione di SCFA piuttosto che verso quella dei metaboliti proteici. È stato dimostrato che si ottiene tale scopo aumentando notevolmente l'apporto di fibra nella di

Ruolo del microbiota intestinale nello sviluppo e nella prevenzione del Diabete Mellito di Tipo II

ARNELLI, FRANCESCA
2018/2019

Abstract

Il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) è una malattia pandemica e colpisce nel mondo circa un individuo adulto su undici. La sua incidenza è aumentata di circa quattro volte negli ultimi trent'anni e la patologia si manifesta sempre più precocemente anche in individui giovani ed in bambini con rischio di gravi complicanze. L'emergenza è globale sia per la mortalità, essendo l'ottava causa di mortalità a livello globale per entrambi i generi, sia per l'elevato impatto sulla spesa sanitaria soprattutto per la cura delle sue complicanze. Il T2DM è una forma di iperglicemia cronica, spesso non diagnosticata, inizialmente causata da insulino-resistenza e progressivamente destinata alla riduzione della capacità secretoria della stessa (disfunzione delle cellule β pancreatiche). Solo negli ultimi anni, all'origine del T2DM, si riconosce l'importanza della funzione del microbiota intestinale sia come componente negativa in caso di disbiosi sia come fattore positivo in caso di eubiosi. Il microbiota intestinale presenta un potenziale di geni almeno 500 volte più elevato di quello umano. I geni microbici sono essenziali per i processi metabolici dell'ospite umano. I metaboliti microbici hanno molteplici funzioni come la stimolazione del sistemi immunitario, endocrino e nervoso dell'individuo, tutti sistemi coinvolti anche nel processo della patogenesi diabetica. Numerosi studi sull'Uomo ma soprattutto sugli animali hanno evidenziato la stretta correlazione tra eubiosi e miglioramento dei parametri correlati alle fase precedenti il T2DM, come il prediabete e la sindrome metabolica. Lo scopo della presente tesi è descrivere il ruolo del microbiota intestinale nell'insorgenza del T2DM ed il suo ruolo nelle complicanze, attraverso una disanima degli studi presenti in letteratura. Sono stati presi in esame i più recenti lavori di ricerca sul microbiota intestinale umano e sulle sue possibilità di applicazioni cliniche, focalizzando l'attenzione sul suo meccanismo di azione e sulla sua interazione con le complicazioni del T2DM. Gli studi analizzati confermano una stretta relazione tra la composizione del microbiota intestinale e la salute metabolica dell'ospite. L'assunzione di probiotici cioè microorganismi viventi non patogeni, da beneficio alla salute dell'ospite riportando nella norma l'ambiente mucoso dell'intestino. Il mantenimento dello stato eubiotico, influenzando quindi la prevalenza dei microrganismi benefici, migliora i parametri correlati al T2DM. I risultati vengono ottimizzati quando si associano molecole prebiotiche, attraverso la dieta, ideali per lo sviluppo delle specie probiotiche nelle varie sedi dell'apparato digerente. Il rapporto tra il buon funzionamento del sistema microbiota-probiotico e la possibile prevenzione o cura di dismetabolismi come il T2DM, viene prevalentemente spiegato con l'analisi dei prodotti di fermentazione nelle varie sedi dell'intestino. La produzione microbica di SCFAs (acidi grassi a corta catena), è riconosciuta come modulatore benefico per il peso corporeo, regolazione della sazietà, stato infiammatorio intestinale, sensibilità all'insulina, omeostasi dei lipidi e del glucosio, elementi importanti nel T2DM. È evidente come lo stato di eubiosi del microbiota intestinale, almeno a riguardo dell'omeostasi del glucosio, vada indirizzato verso la produzione di SCFA piuttosto che verso quella dei metaboliti proteici. È stato dimostrato che si ottiene tale scopo aumentando notevolmente l'apporto di fibra nella di
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