La coniugazione dei cell-penetrating peptides (CPP) con le nanoparticelle rappresenta una strategia innovativa nel campo del direzionamento dei farmaci volta ad aumentare la quantità di principio attivo che raggiunge il sito d'azione a livello intracellulare o che supera barriere fisiologiche difficilmente attraversabili [1]. I CPP, noti anche come domini di traslocazione della proteina, sequenze di traslocazione della membrana o peptidi di Troia, sono peptidi composti da 5 a 30 aminoacidi in grado di penetrare le barriere biologiche e raggiungere lo spazio intracellulare grazie all'interazione delle loro cariche positive con i gruppi carichi negativamente presenti sulle membrane. I CPP sono stati associati a diverse molecole e strutture, tra cui una grande varietà di principi attivi e di vettori colloidali. I meccanismi con cui i CPP penetrano la membrana non sono ancora stati chiariti con precisione, ma al momento si ipotizza che possano essere i seguenti: penetrazione diretta, endocitosi, traslocazione attraverso la formazione di micelle invertite. Le nanoparticelle sono sistemi colloidali costituiti da macromolecole di origine naturale o artificiale con dimensioni inferiori a 1 µm [2]. Il principio attivo è disperso, incapsulato oppure legato alla loro superficie. Esse fungono da trasportatori (carrier) e modulano la farmacocinetica e la farmacodinamica dei principi attivi. Le nanoparticelle possono essere classificate in base alla composizione chimica: organiche (lipidi, proteine o polimeri), inorganiche (metalli, sali) e ibride. Inoltre, le nanoparticelle possono essere distinte in nanosfere e nanocapsule. Le nanosfere sono sistemi a matrice che contengono il principio attivo disperso all'interno della particella polimerica. Le nanocapsule sono strutture che prevedono l'inclusione del principio attivo in una cavità circondata da una membrana di polimero. La combinazione di CPP, nanoparticelle e principio attivo migliora nettamente l'efficacia del trattamento terapeutico: l'utilizzo di questi vettori infatti diminuisce la tossicità, incrementa la specificità e le selettività del principio attivo sul sistema bersaglio e aumenta la concentrazione di farmaco disponibile. Possono essere applicati nella terapia antitumorale, delle malattie infiammatorie, dei disturbi dermatologici e dei del sistema nervoso centrale.

Cell-Penetrating Peptides per la funzionalizzazione dei nanovettori

BARBIERO, MARIA ELENA
2018/2019

Abstract

La coniugazione dei cell-penetrating peptides (CPP) con le nanoparticelle rappresenta una strategia innovativa nel campo del direzionamento dei farmaci volta ad aumentare la quantità di principio attivo che raggiunge il sito d'azione a livello intracellulare o che supera barriere fisiologiche difficilmente attraversabili [1]. I CPP, noti anche come domini di traslocazione della proteina, sequenze di traslocazione della membrana o peptidi di Troia, sono peptidi composti da 5 a 30 aminoacidi in grado di penetrare le barriere biologiche e raggiungere lo spazio intracellulare grazie all'interazione delle loro cariche positive con i gruppi carichi negativamente presenti sulle membrane. I CPP sono stati associati a diverse molecole e strutture, tra cui una grande varietà di principi attivi e di vettori colloidali. I meccanismi con cui i CPP penetrano la membrana non sono ancora stati chiariti con precisione, ma al momento si ipotizza che possano essere i seguenti: penetrazione diretta, endocitosi, traslocazione attraverso la formazione di micelle invertite. Le nanoparticelle sono sistemi colloidali costituiti da macromolecole di origine naturale o artificiale con dimensioni inferiori a 1 µm [2]. Il principio attivo è disperso, incapsulato oppure legato alla loro superficie. Esse fungono da trasportatori (carrier) e modulano la farmacocinetica e la farmacodinamica dei principi attivi. Le nanoparticelle possono essere classificate in base alla composizione chimica: organiche (lipidi, proteine o polimeri), inorganiche (metalli, sali) e ibride. Inoltre, le nanoparticelle possono essere distinte in nanosfere e nanocapsule. Le nanosfere sono sistemi a matrice che contengono il principio attivo disperso all'interno della particella polimerica. Le nanocapsule sono strutture che prevedono l'inclusione del principio attivo in una cavità circondata da una membrana di polimero. La combinazione di CPP, nanoparticelle e principio attivo migliora nettamente l'efficacia del trattamento terapeutico: l'utilizzo di questi vettori infatti diminuisce la tossicità, incrementa la specificità e le selettività del principio attivo sul sistema bersaglio e aumenta la concentrazione di farmaco disponibile. Possono essere applicati nella terapia antitumorale, delle malattie infiammatorie, dei disturbi dermatologici e dei del sistema nervoso centrale.
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