This dissertation proposes to offer a close examination of the legislative and institutional changes happened during the years of the ¿Storm¿ in Piemonte, borrowing a coined expression from the well-known author E. Calandra. The end of the eighteenth century marked a significant transition from ancient times to the Napoleonic Age, and it was precisely in this period that it began to make its way into an ever-changing and renewed air of regeneration. Surely the biggest contribution was provided by the French Revolution, which first had a major impact not only in the Grand Nation, but also in all Europe. In particular, Piedmont, in the years between April 1796 and September 1802, found itself living a dramatic historical period, characterized in particular by the sudden change of many different political regimes: in fact, if until 8 December 1798 the Savoy monarchy still reigned with its last king, Carlo Emanuele IV, later the monarchical regime, in the first place of presence and, subsequently, of the French occupation that literally dashed the political context of the time, gave way to Republican Provisional Government. It was a regime built on French command, but entrusted to the work of skilled Piedmontese men and jurists who, moved by the spirit of time, marked by the motto ¿freedom, virtue and equality¿, and inebriated by the scent of freedom, at last, it could expand on their lands to the detriment of an earlier monarchical system conceived now in the eyes of the most oppressive and despotic, they tried to move towards a path of reform, a path of change that would make the many aspirations that would Finally able to raise the Piedmont people from the darkness. A project that is ambitious and well-defined in the minds of the Republicans, however, struggling to find full implementation: many of the hopes that were cultivated and put on paper by the first Provisional Government were soon disillusioned and the same few months after its birth, due to intestinal problems, and still unresolved, in the Piedmontese nation, fell. After the fall, the storm did not stop, but progressed, so that it could be seen in an intense and troubled historical process, marked by the succession of a series of events that finally led to the soaring annexation of Piedmont to France, due to Napoleon Bonaparte (September 22, 1802).
L'elaborato si propone di offrire una disamina dei mutamenti legislativi ed istituzionali verificatesi nel Piemonte degli anni della Bufera, prendendo in prestito un'espressione coniata dal noto autore E. Calandra. La fine del XVIII secolo segnò una significativa fase di transizione dall'ancien régime all'età napoleonica ed è proprio in questo periodo che iniziò a farsi strada una sempre più pregnante aria di cambiamento, di rigenerazione. Sicuramente il più grande contributo a riguardo fu fornito dalla Rivoluzione Francese che, per prima, ebbe un notevole impatto non soltanto nei territori della Grand Nation, ma in tutt'Europa. In particolare, il Piemonte, negli anni che vanno dall'aprile del 1796 al settembre del 1802, si trovò a vivere un drammatico periodo storico, caratterizzato soprattutto dal repentino avvicendarsi di molteplici regimi politici assai differenti tra loro: difatti, se fino all'8 dicembre 1798 regnava ancora la monarchia sabauda con il suo ultimo rappresentante, Carlo Emanuele IV, successivamente il regime monarchico, in forza dapprima della presenza e, a seguito, dell'occupazione francese che stravolse letteralmente il contesto politico dell'epoca, cedette il posto al Governo Provvisorio Repubblicano. Si trattò di una regime eretto su comando francese, ma affidato all'operato di abili uomini e giuristi piemontesi, i quali, mossi dallo spirito del tempo, segnato dal motto ¿libertà, virtù ed uguaglianza¿, ed inebriati dal profumo della libertà che, finalmente, poteva espandersi anche sulle loro terre a discapito di un precedente sistema monarchico, concepito oramai agli occhi dei più come oppressivo e dispotico, provarono a muoversi verso una via di riforme, una strada di cambiamenti, atti a rendere reali le molte aspirazioni che avrebbero potuto finalmente risollevare il popolo piemontese dall'oscurità. Un progetto sicuramente ambizioso e già ben delineato nelle menti dei repubblicani che, tuttavia, faticò a trovare piena attuazione: numerose delle speranze coltivate e messe sulla carta dal primo Governo Provvisorio furono ben presto disilluse e lo stesso pochi mesi dopo la sua nascita, a causa dei problemi intestini, e ancora irrisolti, insiti nella Nazione Piemontese, cadde. A seguito della sua caduta, la bufera non si arrestò, anzi progredì, facendo sì che si assistesse ad un inteso e travagliato processo storico, connotato dal susseguirsi di una serie di avvenimenti che portarono, infine, alla tanto bramata annessione del Piemonte alla Francia, da parte del generale Napoleone Bonaparte (22 settembre 1802).
Il Piemonte nella "Bufera": giuristi e atti dei governi repubblicani
LARIA, MARIA CRISTINA
2016/2017
Abstract
L'elaborato si propone di offrire una disamina dei mutamenti legislativi ed istituzionali verificatesi nel Piemonte degli anni della Bufera, prendendo in prestito un'espressione coniata dal noto autore E. Calandra. La fine del XVIII secolo segnò una significativa fase di transizione dall'ancien régime all'età napoleonica ed è proprio in questo periodo che iniziò a farsi strada una sempre più pregnante aria di cambiamento, di rigenerazione. Sicuramente il più grande contributo a riguardo fu fornito dalla Rivoluzione Francese che, per prima, ebbe un notevole impatto non soltanto nei territori della Grand Nation, ma in tutt'Europa. In particolare, il Piemonte, negli anni che vanno dall'aprile del 1796 al settembre del 1802, si trovò a vivere un drammatico periodo storico, caratterizzato soprattutto dal repentino avvicendarsi di molteplici regimi politici assai differenti tra loro: difatti, se fino all'8 dicembre 1798 regnava ancora la monarchia sabauda con il suo ultimo rappresentante, Carlo Emanuele IV, successivamente il regime monarchico, in forza dapprima della presenza e, a seguito, dell'occupazione francese che stravolse letteralmente il contesto politico dell'epoca, cedette il posto al Governo Provvisorio Repubblicano. Si trattò di una regime eretto su comando francese, ma affidato all'operato di abili uomini e giuristi piemontesi, i quali, mossi dallo spirito del tempo, segnato dal motto ¿libertà, virtù ed uguaglianza¿, ed inebriati dal profumo della libertà che, finalmente, poteva espandersi anche sulle loro terre a discapito di un precedente sistema monarchico, concepito oramai agli occhi dei più come oppressivo e dispotico, provarono a muoversi verso una via di riforme, una strada di cambiamenti, atti a rendere reali le molte aspirazioni che avrebbero potuto finalmente risollevare il popolo piemontese dall'oscurità. Un progetto sicuramente ambizioso e già ben delineato nelle menti dei repubblicani che, tuttavia, faticò a trovare piena attuazione: numerose delle speranze coltivate e messe sulla carta dal primo Governo Provvisorio furono ben presto disilluse e lo stesso pochi mesi dopo la sua nascita, a causa dei problemi intestini, e ancora irrisolti, insiti nella Nazione Piemontese, cadde. A seguito della sua caduta, la bufera non si arrestò, anzi progredì, facendo sì che si assistesse ad un inteso e travagliato processo storico, connotato dal susseguirsi di una serie di avvenimenti che portarono, infine, alla tanto bramata annessione del Piemonte alla Francia, da parte del generale Napoleone Bonaparte (22 settembre 1802).| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
749069_tesiilpiemontenellabuferagiuristieattideigovernirepubblicani.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.91 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.91 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/38531