The fragment of the ‘Ushak’ Lotto carpet, which is the subject of this dissertation, has been studied with regard all its characteristics. The artefact is a fragment of what was originally a large carpet, made by a court manufactory in the Ushak region (Western Anatolia) in the 16th century. The fragment has warps, structural wefts and wool knots made using a symmetrical knotting technique. The decorative motif places it at the earliest chronological level for this type of carpet. As a result of several previous restorations, the manufacts has undergone a number of alterations, including the addition of numerous asymmetrical supports underneath the lacunae and cuts, a band at on the backof the border, and a suspension band used to hang the carpet In the museum from wich it came, which lasted for several decades. In addition to cuts and gaps, the fragment was soiled and dirty, with a few localised stains. In order to assess the most appropriate conservation solutions, to deepen the knowledge of the materials and to extend the documentation available for this fragment, a multispectral photographic campaign was performed, followed by a series of scientific investigations including non-invasive (FORS and XRF) and micro-invasive (FT-IR and optical microscopy) techniques, in order to identify the materials used in the threads, the dyes and to characterise the type of dirt. The subsequent removal of the previous restorations, which were deemed unsuitable for proper conservation, provided an overall picture of the damage (large, medium and small holes, two large cuts, losses and advanced abrasion of the fleece). After thorough physical air cleaning with a museum vacuum cleaner, and after positive dye bleeding tests, the fragment was subjected to immersion washing with a non-ionic surfactant solution and then with an acetic acid solution, followed by a final rinse with deionized water. The results of the wet cleaning process revealed the intensity of the dyes (obtained from indigo, reseda and madder, the latter predominantly), which had been weakened for a long time by dirt deposits. An experiment was then carried out to determine the most appropriate solution for treating each type of lacuna (more than forty lacunae of different sizes were counted), in the view of integrative restoration. For the medium-sized lacunae, a consolidation system was developed with the partial reinsertion of ex novo warps into the original material for an exclusively aesthetic integration of the decoration. For the large lacune, consolidation system was tested, that consisted of placing linen supports under the gap carrying out a “flat weave” to mimic the original parts. The experiments, which provided an opportunity to test various wools and textures, proved useful in understanding the structural and material limitations of the object, but ruled out the possibility of integration and directed the intervention towards a conservative approach. The intervention therefore consisted of fixing and stabilising the fragment on a linen total support, dyed in a 'neutral tone of' color in order to match the original colours of the fragment. The entire object was fixed on the support by means of a suitable scanning of the trands, leaving the interrupted edges independent of the support, blocked in self-supporting mode. The support was also used to block the edges of the lacune and, where present, the free warps, which were fixed to the support by fabric stitching. The same methods were used for the cuts. The results of the conservation restoration treatments were thus the enhancement of the fragment as such.
Il frammento di tappeto 'Ushak' Lotto oggetto della tesi magistrale è stato studiato considerandone tutte le caratteristiche. Il manufatto è un frammento di quello che in origine fu un tappeto di grandi dimensioni, realizzato da una manifattura di corte nell’area di Ushak (Anatolia occidentale) e risalente al XVI secolo. Il frammento reca orditi, trame strutturali e nodi in lana realizzati con tecnica di annodatura simmetrica. Il motivo decorativo lo posiziona al livello cronologico più antico per quanto concerne questo tipo di tappeti. Presentava numerose manomissioni dovute a diversi restauri precedenti, che avevano applicato numerosi supporti asimmetrici localizzati in corrispondenza delle lacune e dei tagli presenti, oltre a una banda applicata sul retro della bordura e una fascia di sospensione utilizzata per l’affissione nel museo di provenienza, durata diversi decenni. Oltre a tagli e lacune, il frammento presentava sporco di natura incoerente e coerente, quest’ultimo costituito da alcune macchie localizzate. Al fine di valutare le soluzioni conservative più idonee e approfondire la conoscenza dei materiali, ed estendere la documentazione disponibile sul manufatto, è stata eseguita una campagna fotografica multispettrale seguita da una estesa campagna diagnostica che ha previsto l’impiego di tecniche non invasive (FORS e XRF) e micro-invasive (FT-IR e microscopia ottica) per il riconoscimento dei filati, dei coloranti e per la caratterizzazione dello sporco presente. La successiva rimozione dei restauri precedenti, ritenuti inadatti alla corretta conservazione, ha permesso di avere un quadro complessivo dei degradi presenti (lacune di grandi, medie e piccole dimensioni, due ampi tagli, fori, avanzata abrasione del vello). A seguito di un’accurata pulitura fisica ad aria mediante aspiratore museale e dopo l’esito positivo dei test di solubilità dei coloranti originali, il frammento è stato sottoposto a un lavaggio per immersione con una soluzione di tensioattivo non ionico e una soluzione di acido acetico, seguita da risciacquo finale con acqua addolcita. Il lavaggio ha evidenziato l’intensità delle tinture (ottenute con Indaco, reseda e robbia, quest’ultima in prevalenza), per molto tempo attenuate dai depositi di sporco. È stata successivamente condotta una sperimentazione atta a individuare la soluzione più adatta a trattare ciascun tipo di lacuna (sono state contate più di quaranta lacune di diverse dimensioni) in una prospettiva di restauro integrativo. Per le lacune di media dimensione si è sviluppato un sistema di consolidamento con reinserimento parziale di orditi ex novo nella materia originale per una riproposizione, esclusivamente estetica, della decorazione. Per le lacune di grandi dimensioni si è verificata la possibilità di adottare un consolidamento mediante supporti di lino localizzati su cui è stata eseguita tessitura piatta. Avendo offerto la possibilità di esaminare varie lane e tessiture, la sperimentazione si è rivelata utile per comprendere le limitazioni materiche proprie dell’oggetto, ma ha escluso la possibilità di integrazione, indirizzando l’intervento verso un approccio conservativo. L’intervento pertanto ha previsto la fermatura e stabilizzazione del frammento su un supporto totale di lino, tinto di un colore neutro che raccordasse i colori originali del frammento. L’intero oggetto è stato stabilizzato al supporto mediante una scansione ragionata di filze, lasciandone i margini interrotti indipendenti dal supporto, bloccati in modalità autoportante. Il supporto è stato anche utilizzato per fermare i margini delle lacune e, dove presenti, gli orditi liberi, che sono stati fissati al supporto mediante punto tela. Le stesse modalità di fermatura sono state adoperate per i tagli. L’esito del restauro conservativo è stato quindi quello della valorizzazione del frammento in quanto tale.
Trattamento delle lacune nel restauro di un frammento di tappeto 'Ushak' Lotto della Casa Museo Lodovico Pogliaghi di Varese
D'AMICO, DAMIR
2022/2023
Abstract
Il frammento di tappeto 'Ushak' Lotto oggetto della tesi magistrale è stato studiato considerandone tutte le caratteristiche. Il manufatto è un frammento di quello che in origine fu un tappeto di grandi dimensioni, realizzato da una manifattura di corte nell’area di Ushak (Anatolia occidentale) e risalente al XVI secolo. Il frammento reca orditi, trame strutturali e nodi in lana realizzati con tecnica di annodatura simmetrica. Il motivo decorativo lo posiziona al livello cronologico più antico per quanto concerne questo tipo di tappeti. Presentava numerose manomissioni dovute a diversi restauri precedenti, che avevano applicato numerosi supporti asimmetrici localizzati in corrispondenza delle lacune e dei tagli presenti, oltre a una banda applicata sul retro della bordura e una fascia di sospensione utilizzata per l’affissione nel museo di provenienza, durata diversi decenni. Oltre a tagli e lacune, il frammento presentava sporco di natura incoerente e coerente, quest’ultimo costituito da alcune macchie localizzate. Al fine di valutare le soluzioni conservative più idonee e approfondire la conoscenza dei materiali, ed estendere la documentazione disponibile sul manufatto, è stata eseguita una campagna fotografica multispettrale seguita da una estesa campagna diagnostica che ha previsto l’impiego di tecniche non invasive (FORS e XRF) e micro-invasive (FT-IR e microscopia ottica) per il riconoscimento dei filati, dei coloranti e per la caratterizzazione dello sporco presente. La successiva rimozione dei restauri precedenti, ritenuti inadatti alla corretta conservazione, ha permesso di avere un quadro complessivo dei degradi presenti (lacune di grandi, medie e piccole dimensioni, due ampi tagli, fori, avanzata abrasione del vello). A seguito di un’accurata pulitura fisica ad aria mediante aspiratore museale e dopo l’esito positivo dei test di solubilità dei coloranti originali, il frammento è stato sottoposto a un lavaggio per immersione con una soluzione di tensioattivo non ionico e una soluzione di acido acetico, seguita da risciacquo finale con acqua addolcita. Il lavaggio ha evidenziato l’intensità delle tinture (ottenute con Indaco, reseda e robbia, quest’ultima in prevalenza), per molto tempo attenuate dai depositi di sporco. È stata successivamente condotta una sperimentazione atta a individuare la soluzione più adatta a trattare ciascun tipo di lacuna (sono state contate più di quaranta lacune di diverse dimensioni) in una prospettiva di restauro integrativo. Per le lacune di media dimensione si è sviluppato un sistema di consolidamento con reinserimento parziale di orditi ex novo nella materia originale per una riproposizione, esclusivamente estetica, della decorazione. Per le lacune di grandi dimensioni si è verificata la possibilità di adottare un consolidamento mediante supporti di lino localizzati su cui è stata eseguita tessitura piatta. Avendo offerto la possibilità di esaminare varie lane e tessiture, la sperimentazione si è rivelata utile per comprendere le limitazioni materiche proprie dell’oggetto, ma ha escluso la possibilità di integrazione, indirizzando l’intervento verso un approccio conservativo. L’intervento pertanto ha previsto la fermatura e stabilizzazione del frammento su un supporto totale di lino, tinto di un colore neutro che raccordasse i colori originali del frammento. L’intero oggetto è stato stabilizzato al supporto mediante una scansione ragionata di filze, lasciandone i margini interrotti indipendenti dal supporto, bloccati in modalità autoportante. Il supporto è stato anche utilizzato per fermare i margini delle lacune e, dove presenti, gli orditi liberi, che sono stati fissati al supporto mediante punto tela. Le stesse modalità di fermatura sono state adoperate per i tagli. L’esito del restauro conservativo è stato quindi quello della valorizzazione del frammento in quanto tale.File | Dimensione | Formato | |
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