L’elaborato affronta la progressiva integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale (I.A.) e giustizia predittiva nella realtà giuridica, focalizzandosi in particolare sul diritto tributario. L’obiettivo che la tesi si prefigge di conseguire consiste nell’indagare quali siano le reali prospettive nell’impiego di tali tecnologie, esaminando se queste possano effettivamente generare vantaggi concreti all’interno del nostro ordinamento. Il primo capitolo ha inizio mediante l’analisi della nozione di I.A, delineando altresì i suoi elementi costitutivi: la rete neurale, l’algoritmo, il data mining e il machine learning. Il focus si sposta, poi, sul concetto fondamentale di giustizia predittiva e sui principi che ne sottendono la logica e la filosofia dell’impiego. A riguardo è importante effettuare una distinzione tra strumenti predittivi dell’I.A. a fini decisori e predizioni decisorie: i primi si prefiggono l’arduo scopo di raggiungere e superare i livelli di complessità del ragionamento umano, fino a sostituire il giudice nella decisione (fermo restando il divieto di decisioni completamente automatizzate in materia penale, espresso dall’art. 11 direttiva UE 2016/680); i secondi, invece, mirano a prognosticare future decisioni su casi simili. Il capitolo termina con un esame generale dei software impiegati nelle diverse aree del diritto, con particolare attenzione ai sistemi brevettati (con scarsi risultati) negli Stati Uniti per la previsione dei crimini (es. Loomis v. Wisconsin). Il secondo capitolo esplora il binomio diritto tributario e intelligenza artificiale, quest’ultima già da tempo impiegata per il controllo automatizzato delle dichiarazioni. La materia tributaria offre terreno fertile per lo sviluppo del ragionamento automatizzato, sia per l’ampio ricorso a decisioni dal contenuto pressoché seriale, che a elementi numerici particolarmente adatti ad essere oggetto di elaborazioni algoritmiche. Lo studio di progetti (Prodigit) e casi concreti (Italia ed estero) rivela, però, che la possibilità d’implemento della giustizia predittiva tributaria sia vincolata a campi limitati (es. controversie catastali) e all’evoluzione degli strumenti telematici, ancora in fase embrionale. L’ultimo capitolo ha ad oggetto il lavoro da me svolto nell’ambito del programma PRIN. L’incarico a me affidato è consistito nella costruzione e successiva analisi di un dataset, composto da 500 sentenze della Cassazione e aventi come elemento comune il medesimo Relatore Consigliere, che fungerà da input per un futuro software. L’impiego dell’I.A., volto a fornire il quadro complessivo delle statistiche del contenzioso (es. probabilità di vittoria) divise per oggetto, può rivelarsi un utile strumento sia per l’avvocato (nel suggerire, ad esempio, al cliente se impugnare la sentenza sfavorevole), sia per il giudice. In conclusione, la nostra epoca si configura come una fase di transizione: è innegabile che nei prossimi due decenni la tecnologia rivoluzionerà l’esercizio delle professioni legali. Tuttavia, tale processo non deve coincidere con la metamorfosi della figura del giurista, evitando così che si trasformi in un semplice esecutore o mero burocrate. Una giustizia assoluta di matrice scientifica illuderebbe di aver conseguito una liberazione dalle imperfezioni, ma il diritto e la giustizia trovano forza peculiare proprio nell’umana condizione e nelle sue molteplici sfumature.
ESERCIZI DI GIUSTIZIA PREDITTIVA: COSTRUZIONE DEL DATASET
DE LUCIS, AMEDEO
2022/2023
Abstract
L’elaborato affronta la progressiva integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale (I.A.) e giustizia predittiva nella realtà giuridica, focalizzandosi in particolare sul diritto tributario. L’obiettivo che la tesi si prefigge di conseguire consiste nell’indagare quali siano le reali prospettive nell’impiego di tali tecnologie, esaminando se queste possano effettivamente generare vantaggi concreti all’interno del nostro ordinamento. Il primo capitolo ha inizio mediante l’analisi della nozione di I.A, delineando altresì i suoi elementi costitutivi: la rete neurale, l’algoritmo, il data mining e il machine learning. Il focus si sposta, poi, sul concetto fondamentale di giustizia predittiva e sui principi che ne sottendono la logica e la filosofia dell’impiego. A riguardo è importante effettuare una distinzione tra strumenti predittivi dell’I.A. a fini decisori e predizioni decisorie: i primi si prefiggono l’arduo scopo di raggiungere e superare i livelli di complessità del ragionamento umano, fino a sostituire il giudice nella decisione (fermo restando il divieto di decisioni completamente automatizzate in materia penale, espresso dall’art. 11 direttiva UE 2016/680); i secondi, invece, mirano a prognosticare future decisioni su casi simili. Il capitolo termina con un esame generale dei software impiegati nelle diverse aree del diritto, con particolare attenzione ai sistemi brevettati (con scarsi risultati) negli Stati Uniti per la previsione dei crimini (es. Loomis v. Wisconsin). Il secondo capitolo esplora il binomio diritto tributario e intelligenza artificiale, quest’ultima già da tempo impiegata per il controllo automatizzato delle dichiarazioni. La materia tributaria offre terreno fertile per lo sviluppo del ragionamento automatizzato, sia per l’ampio ricorso a decisioni dal contenuto pressoché seriale, che a elementi numerici particolarmente adatti ad essere oggetto di elaborazioni algoritmiche. Lo studio di progetti (Prodigit) e casi concreti (Italia ed estero) rivela, però, che la possibilità d’implemento della giustizia predittiva tributaria sia vincolata a campi limitati (es. controversie catastali) e all’evoluzione degli strumenti telematici, ancora in fase embrionale. L’ultimo capitolo ha ad oggetto il lavoro da me svolto nell’ambito del programma PRIN. L’incarico a me affidato è consistito nella costruzione e successiva analisi di un dataset, composto da 500 sentenze della Cassazione e aventi come elemento comune il medesimo Relatore Consigliere, che fungerà da input per un futuro software. L’impiego dell’I.A., volto a fornire il quadro complessivo delle statistiche del contenzioso (es. probabilità di vittoria) divise per oggetto, può rivelarsi un utile strumento sia per l’avvocato (nel suggerire, ad esempio, al cliente se impugnare la sentenza sfavorevole), sia per il giudice. In conclusione, la nostra epoca si configura come una fase di transizione: è innegabile che nei prossimi due decenni la tecnologia rivoluzionerà l’esercizio delle professioni legali. Tuttavia, tale processo non deve coincidere con la metamorfosi della figura del giurista, evitando così che si trasformi in un semplice esecutore o mero burocrate. Una giustizia assoluta di matrice scientifica illuderebbe di aver conseguito una liberazione dalle imperfezioni, ma il diritto e la giustizia trovano forza peculiare proprio nell’umana condizione e nelle sue molteplici sfumature.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/38458