The present study intends to analyse the principle of contract preservation, focusing on its operability in the context of remedies for lack of conformity in the sale of consumer goods and its related implications with respect to the objective of environmental protection from the standpoint of sustainable development. The principle of preservation of the contract, as approached therein, far from representing a mere hermeneutical criterion, connotes a tendency of the legal system to prefer remedies for the maintenance of the bond over those for its termination, in the event of the occurrence of contractual pathologies such as non-performance, configuring itself as a tool to combine the interests of the parties to the realisation of the effects for which the contract had been concluded, with those of the system, declined in this case to the protection of the environment, also in the light of the recent legislative novelty of Article 41 of the Constitution. After briefly outlining the principles of autonomy and binding nature of the contract, non-performance will be analysed not from the point of view of the termination of the contract as a general remedy, considering that this perspective, implying the dissolution of the bond, runs the risk of frustrating the interests of the parties in the realisation of the effects, but rather preferring, in the first instance, a remedy curative of the pathological event, which, by guaranteeing the permanence of the bond, would have the advantage of tending to realise the effects desired by the parties at the time of the conclusion of the contract. After an initial introductory part on the framing of the principle of preservation of the contract, the study will focus, therefore, on the remedies for defects of conformity in the sale of consumer goods, as governed by articles 128 et seq. of the Italian Consumer Code, where indices of favor contractus will be traced. First of all contextualising the notion of conformity of the goods and the correlated concept of defect, as a pathological element of the synallagma, the thesis will propose to highlight how the preservation of the contract, through the remedies for the maintenance of the bond, among which the repair of the defective goods is cited in primis, allows the interests of the parties to be combined with those of the order, where the goods delivered, in fact, lack the conformity required. It will therefore be offered a reading of the remedy apparatus of defects of conformity oriented to the recently constitutionalised principle of sustainable development, to prove that the principle of preservation of the contract represents the minimum common denominator between the two different requirements for the protection of contractual autonomy, in terms of the binding nature of the pactum concluded between the parties, and of the environment, in full compliance with the dictate of Article 41 of the Constitution, a norm that simultaneously constitutionalises contractual autonomy, while also placing limits on it, such as the environment.
Il presente studio intende analizzare il principio di conservazione del contratto, focalizzandosi sull’operatività dello stesso nel contesto dei rimedi ai difetti di conformità nella vendita dei beni di consumo e sulle correlate implicazioni rispetto all’obiettivo di tutela dell’ambiente sotto il profilo dello sviluppo sostenibile. Il principio di conservazione del contratto, come ivi approcciato, lungi dal rappresentare un mero criterio ermeneutico, connota una tendenza dell’ordinamento a prediligere i rimedi manutentivi del vincolo rispetto a quelli ablativi, in caso di insorgenza di patologie negoziali come l’inadempimento, configurandosi quale strumento per coniugare gli interessi delle parti alla realizzazione degli effetti per i quali il contratto era stato concluso, con quelli dell’ordinamento, declinati in tale sede alla tutela della ambiente, anche alla luce della recente novella dell’articolo 41 della Costituzione. Premessi brevi cenni sui principi di autonomia e vincolatività del contratto, si analizzerà l’inadempimento non già nell’ottica della risoluzione del contratto, quale rimedio generale, considerato che questa prospettiva, implicando lo scioglimento del vincolo, rischia di frustrare gli interessi degli stipulanti alla realizzazione degli effetti, quanto piuttosto prediligendosi, in prima istanza, un rimedio curativo dell’evento patologico, che, garantendo la permanenza in essere del vincolo, avrebbe il vantaggio di tendere alla realizzazione degli effetti voluti dalle parti al momento della conclusione del contratto. Dopo una prima parte introduttiva sull’inquadramento del principio di conservazione del contratto, lo studio si concentrerà, dunque, sui rimedi ai difetti di conformità nella vendita dei beni di consumo, come disciplinati nel codice del consumo agli articoli 128 e seguenti, ove si rintracceranno indici del favor contractus. Dapprima contestualizzando la nozione di conformità del bene e il correlato concetto di difetto, quale elemento patologico del sinallagma, la tesi si proporrà di evidenziare come la conservazione del contratto, attraverso i rimedi manutentivi del vincolo, tra i quali si cita in primis la riparazione del bene difettoso, permetta di coniugare gli interessi delle parti con quelli dell’ordinamento, ove il bene consegnato, appunto, difetti della conformità prevista. Si offrirà, quindi, una lettura dell’apparato rimediale dei difetti di conformità orientata al principio, di recente costituzionalizzazione, dello sviluppo sostenibile, per comprovare che il principio di conservazione del contratto rappresenta il minimo comune denominatore tra le due diverse esigenze di tutela dell’autonomia negoziale, sotto il profilo della vincolatività del pactum concluso tra le parti, e dell’ambiente, in piena conformità con il dettato dell’articolo 41 della Costituzione, norma che contemporaneamente costituzionalizza l’autonomia contrattuale, ponendole altresì dei limiti, quali l’ambiente.
Sostenibilità e conservazione nella vendita di beni di consumo
CORNERO, GINEVRA
2023/2024
Abstract
Il presente studio intende analizzare il principio di conservazione del contratto, focalizzandosi sull’operatività dello stesso nel contesto dei rimedi ai difetti di conformità nella vendita dei beni di consumo e sulle correlate implicazioni rispetto all’obiettivo di tutela dell’ambiente sotto il profilo dello sviluppo sostenibile. Il principio di conservazione del contratto, come ivi approcciato, lungi dal rappresentare un mero criterio ermeneutico, connota una tendenza dell’ordinamento a prediligere i rimedi manutentivi del vincolo rispetto a quelli ablativi, in caso di insorgenza di patologie negoziali come l’inadempimento, configurandosi quale strumento per coniugare gli interessi delle parti alla realizzazione degli effetti per i quali il contratto era stato concluso, con quelli dell’ordinamento, declinati in tale sede alla tutela della ambiente, anche alla luce della recente novella dell’articolo 41 della Costituzione. Premessi brevi cenni sui principi di autonomia e vincolatività del contratto, si analizzerà l’inadempimento non già nell’ottica della risoluzione del contratto, quale rimedio generale, considerato che questa prospettiva, implicando lo scioglimento del vincolo, rischia di frustrare gli interessi degli stipulanti alla realizzazione degli effetti, quanto piuttosto prediligendosi, in prima istanza, un rimedio curativo dell’evento patologico, che, garantendo la permanenza in essere del vincolo, avrebbe il vantaggio di tendere alla realizzazione degli effetti voluti dalle parti al momento della conclusione del contratto. Dopo una prima parte introduttiva sull’inquadramento del principio di conservazione del contratto, lo studio si concentrerà, dunque, sui rimedi ai difetti di conformità nella vendita dei beni di consumo, come disciplinati nel codice del consumo agli articoli 128 e seguenti, ove si rintracceranno indici del favor contractus. Dapprima contestualizzando la nozione di conformità del bene e il correlato concetto di difetto, quale elemento patologico del sinallagma, la tesi si proporrà di evidenziare come la conservazione del contratto, attraverso i rimedi manutentivi del vincolo, tra i quali si cita in primis la riparazione del bene difettoso, permetta di coniugare gli interessi delle parti con quelli dell’ordinamento, ove il bene consegnato, appunto, difetti della conformità prevista. Si offrirà, quindi, una lettura dell’apparato rimediale dei difetti di conformità orientata al principio, di recente costituzionalizzazione, dello sviluppo sostenibile, per comprovare che il principio di conservazione del contratto rappresenta il minimo comune denominatore tra le due diverse esigenze di tutela dell’autonomia negoziale, sotto il profilo della vincolatività del pactum concluso tra le parti, e dell’ambiente, in piena conformità con il dettato dell’articolo 41 della Costituzione, norma che contemporaneamente costituzionalizza l’autonomia contrattuale, ponendole altresì dei limiti, quali l’ambiente. File | Dimensione | Formato | |
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