L'Ayurveda è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dall'antichità, molto diffusa ancora oggi nel subcontinente indiano. Negli ultimi decenni la medicina ayurvedica ha suscitato un interesse crescente anche in altre parti del mondo, come Europa o Stati Uniti. Essa è regolamentata in maniera diversa nelle varie nazioni: in Italia è considerata una forma di medicina non convenzionale, ovvero come quell'insieme di pratiche e tecniche terapeutiche non ancora scientificamente approvate o non ancora conosciute dal punto di vista del meccanismo d'azione e dell'efficacia. Visto il crescente utilizzo della medicina ayurvedica in Italia, è importante che il farmacista sia a conoscenza , dei suoi principi e delle sue caratteristiche fondamentali. I preparati per la medicina ayurvedica sono prodotti a partire da sostanze di origine vegetale, animale e minerale, secondo formulazioni e procedure riportate in testi scritti della tradizione. La letteratura scientifica riporta alcuni casi in cui, in seguito all'assunzione di preparati ayurvedici, si sono riscontrati casi di intossicazione da metalli pesanti, in quanto spesso questi ultimi sono intenzionalmente addizionati, seguendo la tradizione, ad alcuni tipi di preparazione (classificati come Rasausadhi). Oggetto di studio della tesi sono cinque preparati ayurvedici provenienti direttamente dall'India. I cinque campioni presi in esame sono Thalaka Chenduram, Talaka Bhasma, Thambira Parpam, Panchamrit Parpati, Jaharmohra Katai pisti. Le concentrazioni totali di elementi potenzialmenmte tossici, quali arsenico, cromo, rame, mercurio, manganese e piombo, erano già state determinate in uno studio precedente. Scopo della tesi è quantificare la concentrazione bioaccessibile (per via orale) di tali elementi attraverso la spettroscopia ottica di emissione a plasma ad accoppiamento induttivo (ICP-OES). Infatti la conoscenza delle concentrazioni totali non è sufficiente per determinare i potenziali rischi derivanti dall'assunzione dei preparati ayurvedici. Con la bioaccessibilità si valuta la frazione di elementi rilasciata dalla matrice del prodotto, e disponibile per l'assorbimento, durante la digestione, lungo il tratto gastrointestinale. La bioaccessibilità è determinata in vitro mettendo i cinque preparati ayurvedici presi in esame in contatto con soluzioni sintetiche che riproducono la composizione dei succhi gastrici e dei fluidi intestinali. In particolare, sono stati analizzati gli estratti ottenuti dopo aver messo a contatto i campioni con acqua acidificata, succo gastrico e succo intestinale sintetici, preparati secondo le indicazioni della farmacopea americana. Tutte le analisi sono state fatte in tre modi diversi : semplicemente a contatto con il fluido preso in esame, in presenza di burro ghee (un burro chiarificato molto utilizzato in India), con e senza membrana atta a simulare le membrane intestinali e gastriche. Le concentrazioni bioaccessibili in genere sono più basse di quelle totali; inoltre la presenza di ghee (aggiunto perché spesso viene consigliato di assumere le medicine dopo averle mescolate con questo burro) e delle membrane causa un'ulteriore diminuzione del rilascio di elementi potenzialmente tossici.

Confronto di procedure per la determinazione della concentrazione bioaccessibile di elementi potenzialmente tossici in preparati della medicina ayurvedica ​

EL BAHI, NOURA
2017/2018

Abstract

L'Ayurveda è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dall'antichità, molto diffusa ancora oggi nel subcontinente indiano. Negli ultimi decenni la medicina ayurvedica ha suscitato un interesse crescente anche in altre parti del mondo, come Europa o Stati Uniti. Essa è regolamentata in maniera diversa nelle varie nazioni: in Italia è considerata una forma di medicina non convenzionale, ovvero come quell'insieme di pratiche e tecniche terapeutiche non ancora scientificamente approvate o non ancora conosciute dal punto di vista del meccanismo d'azione e dell'efficacia. Visto il crescente utilizzo della medicina ayurvedica in Italia, è importante che il farmacista sia a conoscenza , dei suoi principi e delle sue caratteristiche fondamentali. I preparati per la medicina ayurvedica sono prodotti a partire da sostanze di origine vegetale, animale e minerale, secondo formulazioni e procedure riportate in testi scritti della tradizione. La letteratura scientifica riporta alcuni casi in cui, in seguito all'assunzione di preparati ayurvedici, si sono riscontrati casi di intossicazione da metalli pesanti, in quanto spesso questi ultimi sono intenzionalmente addizionati, seguendo la tradizione, ad alcuni tipi di preparazione (classificati come Rasausadhi). Oggetto di studio della tesi sono cinque preparati ayurvedici provenienti direttamente dall'India. I cinque campioni presi in esame sono Thalaka Chenduram, Talaka Bhasma, Thambira Parpam, Panchamrit Parpati, Jaharmohra Katai pisti. Le concentrazioni totali di elementi potenzialmenmte tossici, quali arsenico, cromo, rame, mercurio, manganese e piombo, erano già state determinate in uno studio precedente. Scopo della tesi è quantificare la concentrazione bioaccessibile (per via orale) di tali elementi attraverso la spettroscopia ottica di emissione a plasma ad accoppiamento induttivo (ICP-OES). Infatti la conoscenza delle concentrazioni totali non è sufficiente per determinare i potenziali rischi derivanti dall'assunzione dei preparati ayurvedici. Con la bioaccessibilità si valuta la frazione di elementi rilasciata dalla matrice del prodotto, e disponibile per l'assorbimento, durante la digestione, lungo il tratto gastrointestinale. La bioaccessibilità è determinata in vitro mettendo i cinque preparati ayurvedici presi in esame in contatto con soluzioni sintetiche che riproducono la composizione dei succhi gastrici e dei fluidi intestinali. In particolare, sono stati analizzati gli estratti ottenuti dopo aver messo a contatto i campioni con acqua acidificata, succo gastrico e succo intestinale sintetici, preparati secondo le indicazioni della farmacopea americana. Tutte le analisi sono state fatte in tre modi diversi : semplicemente a contatto con il fluido preso in esame, in presenza di burro ghee (un burro chiarificato molto utilizzato in India), con e senza membrana atta a simulare le membrane intestinali e gastriche. Le concentrazioni bioaccessibili in genere sono più basse di quelle totali; inoltre la presenza di ghee (aggiunto perché spesso viene consigliato di assumere le medicine dopo averle mescolate con questo burro) e delle membrane causa un'ulteriore diminuzione del rilascio di elementi potenzialmente tossici.
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