La cute ospita sulla sua superficie una variegata popolazione di microrganismi, nota come microbiota cutaneo. I microrganismi che ne fanno parte sono perlopiù commensali, ossia convivono in equilibrio con l’ospite. Diversi studi hanno evidenziato che il microbiota cutaneo è coinvolto in una stretta relazione con l’omologo intestinale all’interno del complesso sistema definito come asse intestino-pelle. Alterazioni a carico di questi equilibri sarebbero quindi alla base di alcune condizioni dermatologiche. La presente tesi si propone di descrivere le principali alterazioni a carico del microbiota, cutaneo ed intestinale, che sono state correlate all’insorgenza dell’acne. L’acne è una patologia multifattoriale, associata ad alterazioni del microbiota cutaneo, ipercheratinizzazione ed iperseborrea a carico del follicolo pilifero e sviluppo di una risposta immuno-infiammatoria. Tali manifestazioni risultano correlate a C. acnes, un batterio fisiologicamente presente a livello delle aree sebacee della cute. In passato si riteneva che lo sviluppo di acne fosse causato dall’iperproliferazione del batterio, ma recentemente si è palesata una nuova ipotesi: l’insorgenza della patologia sarebbe correlata ad una riduzione della fisiologica diversità microbica tra i sei diversi filotipi di C. acnes. I soggetti acneici, infatti, presentano un microbiota cutaneo in disequilibrio, con una predominanza del filotipo IA1 a dispetto degli altri, mentre i soggetti sani esibiscono una composizione microbica più variegata ed equilibrata. Anche il microbiota intestinale risulta essere alterato nei soggetti acneici: in particolare è stata rilevata una variazione, rispetto ai soggetti normali, nell’espressione dei phyla batterici Firmicutes e Bacterioidetes. Il meccanismo con cui la disbiosi intestinale impatta sulla cute è oggetto di diverse ipotesi: perdita dell’integrità di barriera intestinale, alterazioni immunologiche, alterazioni a carico di IGF-1 ed influenza della dieta. L’acne viene trattata con terapie differenti a seconda della gravità: dai retinoidi topici per l’acne comedonica, fino ad antibiotici e retinoidi sistemici per l’acne nodulare. Di fatto, però, tutti i trattamenti in uso per l’acne impattano sulla varietà microbica cutanea ed intestinale. Pertanto, l’attenzione della comunità scientifica negli ultimi anni si è rivolta verso nuove strategie di cura, basate sulla modulazione del microbiota. Tra queste si evidenziano diverse formulazioni, quali supplementi orali o preparazioni per uso topico, contenenti probiotici (microrganismi benefici per l’ospite), prebiotici (molecole che favoriscono selettivamente la crescita di determinati batteri), oppure associazioni simbiontiche. Altre indagini hanno indicato come possibili alternative anche i postbiotici, ossia preparazioni contenenti microrganismi inanimati o i loro metaboliti, i quali hanno dimostrato maggiori performance di sicurezza e stabilità rispetto ai probiotici. Inoltre, dato il crescente interesse del mercato cosmetico verso le sostanze green, diverse preparazioni a base di botanicals sono state valutate come possibili trattamenti coadiuvanti per la cura dell’acne. La ricerca sui nuovi approcci terapeutici per questa condizione dermatologica necessita comunque di ulteriori approfondimenti: in questo modo le nuove strategie risulterebbero a tutti gli effetti delle ulteriori alternative, efficaci e sicure, da affiancare ai trattamenti convenzionali.
Il microbiota cutaneo ed intestinale nell’acne: Meccanismi fisiopatologici e nuove frontiere di trattamento
Amè, VALENTINA
2022/2023
Abstract
La cute ospita sulla sua superficie una variegata popolazione di microrganismi, nota come microbiota cutaneo. I microrganismi che ne fanno parte sono perlopiù commensali, ossia convivono in equilibrio con l’ospite. Diversi studi hanno evidenziato che il microbiota cutaneo è coinvolto in una stretta relazione con l’omologo intestinale all’interno del complesso sistema definito come asse intestino-pelle. Alterazioni a carico di questi equilibri sarebbero quindi alla base di alcune condizioni dermatologiche. La presente tesi si propone di descrivere le principali alterazioni a carico del microbiota, cutaneo ed intestinale, che sono state correlate all’insorgenza dell’acne. L’acne è una patologia multifattoriale, associata ad alterazioni del microbiota cutaneo, ipercheratinizzazione ed iperseborrea a carico del follicolo pilifero e sviluppo di una risposta immuno-infiammatoria. Tali manifestazioni risultano correlate a C. acnes, un batterio fisiologicamente presente a livello delle aree sebacee della cute. In passato si riteneva che lo sviluppo di acne fosse causato dall’iperproliferazione del batterio, ma recentemente si è palesata una nuova ipotesi: l’insorgenza della patologia sarebbe correlata ad una riduzione della fisiologica diversità microbica tra i sei diversi filotipi di C. acnes. I soggetti acneici, infatti, presentano un microbiota cutaneo in disequilibrio, con una predominanza del filotipo IA1 a dispetto degli altri, mentre i soggetti sani esibiscono una composizione microbica più variegata ed equilibrata. Anche il microbiota intestinale risulta essere alterato nei soggetti acneici: in particolare è stata rilevata una variazione, rispetto ai soggetti normali, nell’espressione dei phyla batterici Firmicutes e Bacterioidetes. Il meccanismo con cui la disbiosi intestinale impatta sulla cute è oggetto di diverse ipotesi: perdita dell’integrità di barriera intestinale, alterazioni immunologiche, alterazioni a carico di IGF-1 ed influenza della dieta. L’acne viene trattata con terapie differenti a seconda della gravità: dai retinoidi topici per l’acne comedonica, fino ad antibiotici e retinoidi sistemici per l’acne nodulare. Di fatto, però, tutti i trattamenti in uso per l’acne impattano sulla varietà microbica cutanea ed intestinale. Pertanto, l’attenzione della comunità scientifica negli ultimi anni si è rivolta verso nuove strategie di cura, basate sulla modulazione del microbiota. Tra queste si evidenziano diverse formulazioni, quali supplementi orali o preparazioni per uso topico, contenenti probiotici (microrganismi benefici per l’ospite), prebiotici (molecole che favoriscono selettivamente la crescita di determinati batteri), oppure associazioni simbiontiche. Altre indagini hanno indicato come possibili alternative anche i postbiotici, ossia preparazioni contenenti microrganismi inanimati o i loro metaboliti, i quali hanno dimostrato maggiori performance di sicurezza e stabilità rispetto ai probiotici. Inoltre, dato il crescente interesse del mercato cosmetico verso le sostanze green, diverse preparazioni a base di botanicals sono state valutate come possibili trattamenti coadiuvanti per la cura dell’acne. La ricerca sui nuovi approcci terapeutici per questa condizione dermatologica necessita comunque di ulteriori approfondimenti: in questo modo le nuove strategie risulterebbero a tutti gli effetti delle ulteriori alternative, efficaci e sicure, da affiancare ai trattamenti convenzionali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/38066