Il presente lavoro si propone come obiettivo l'analisi, stante il principio costituzionale di obbligatorietà ex art. 112, della nascita di criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale, la cui elaborazione avviene, dapprima, a opera di alcuni Procuratori della Repubblica e, solo successivamente, diviene oggetto di interventi o mancati interventi legislativi, sia a livello ordinario sia a livello costituzionale. Nel capitolo iniziale, avendo una natura storica-giuridica, si fornisce l'analisi dell'evoluzione del ruolo assunto dal pubblico ministero a cominciare dagli arbori della civiltà greco-romana fino ad arrivare ai giorni nostri, inquadrando il titolare dell'azione penale nel nostro attuale ordinamento, con particolare attenzione alla sua autonomia e indipendenza, ex art. 104 Cost. Il capitolo successivo, base per la comprensione dei motivi per i quali si determina la critica situazione che da anni affligge gli uffici delle procure, verte sulle caratteristiche dell'azione penale, in primis sulla sua obbligatorietà, contrapposta alla discrezionalità, e sull'inazione del pubblico ministero con i relativi controlli. Il terzo capitolo, si apre con l'individuazione dei molteplici fattori che hanno portato all'elaborazione di criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale nelle singole procure, contenute in varie circolari, fornendo anche tesi che individuano altri soggetti promotori. Successivamente si analizzano, quindi, nei loro diversi contesti temporali, le più significative circolari, ossia la prima circolare Pieri ¿ Conti, la circolare Zagrebelsky e la circolare Maddalena, esponendo anche i dubbi circa la loro compatibilità con l'art. 112 Cost. Infine, l'ultimo capitolo si prefigge di esporre gli interventi legislativi che hanno maggiormente inciso sul tema sia a livello ordinario sia a livello costituzionale.
I criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale: tra realtà e obbligatorietà
ELVETTI, FRANCESCA
2017/2018
Abstract
Il presente lavoro si propone come obiettivo l'analisi, stante il principio costituzionale di obbligatorietà ex art. 112, della nascita di criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale, la cui elaborazione avviene, dapprima, a opera di alcuni Procuratori della Repubblica e, solo successivamente, diviene oggetto di interventi o mancati interventi legislativi, sia a livello ordinario sia a livello costituzionale. Nel capitolo iniziale, avendo una natura storica-giuridica, si fornisce l'analisi dell'evoluzione del ruolo assunto dal pubblico ministero a cominciare dagli arbori della civiltà greco-romana fino ad arrivare ai giorni nostri, inquadrando il titolare dell'azione penale nel nostro attuale ordinamento, con particolare attenzione alla sua autonomia e indipendenza, ex art. 104 Cost. Il capitolo successivo, base per la comprensione dei motivi per i quali si determina la critica situazione che da anni affligge gli uffici delle procure, verte sulle caratteristiche dell'azione penale, in primis sulla sua obbligatorietà, contrapposta alla discrezionalità, e sull'inazione del pubblico ministero con i relativi controlli. Il terzo capitolo, si apre con l'individuazione dei molteplici fattori che hanno portato all'elaborazione di criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale nelle singole procure, contenute in varie circolari, fornendo anche tesi che individuano altri soggetti promotori. Successivamente si analizzano, quindi, nei loro diversi contesti temporali, le più significative circolari, ossia la prima circolare Pieri ¿ Conti, la circolare Zagrebelsky e la circolare Maddalena, esponendo anche i dubbi circa la loro compatibilità con l'art. 112 Cost. Infine, l'ultimo capitolo si prefigge di esporre gli interventi legislativi che hanno maggiormente inciso sul tema sia a livello ordinario sia a livello costituzionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/38008