I "segni distintivi" sono quei simboli, di cui si avvale l'imprenditore negli scambi commerciali, per rendersi distinguibile sul mercato, in modo che i consumatori possano preferirlo, rispetto ad un altro operatore economico, che pure offre beni o servizi identici o simili. I segni distintivi tipici sono: la ditta (artt. 2563 e 2567 cc.), che individua la persona o l'ente, per la posizione economica che ricopre, dunque per l'attività che svolge; l'insegna (art. 2568 cc.), che identifica l'operatore economico sempre in relazione al ruolo economico, ma circoscritto a una determinata porzione di territorio; il marchio (artt. 2569 - 2574 cc.), che qualifica i beni o i servizi che produce, in quanto apposto su essi. Con questo elaborato, ci si propone come obiettivo quello di individuare la "sistematica punitiva" di tali segni, ovvero la tutela offerta dall'ordinamento penale ed amministrativo, nonché di offrire delle possibili soluzioni alternative alla repressione, realizzata mediante sanzioni penali e amministrative. Nel capitolo introduttivo, verrà svolta una preliminare indagine circa le funzioni del marchio, - in quanto rappresenta in segno distintivo più importante e l'unico destinatario di norme ad hoc - in una prospettiva storica, alla luce delle modifiche, prima sociali e in seguito normative, succedutesi negli anni e che lo hanno portato ad essere considerato da un mero contrassegno, inscindibilmente legato all' imprenditore titolare, a bene immateriale dotato di una propria valenza economica. Nel primo capitolo, l'attenzione si concentrerà sulla tutela approntata dall'ordinamento penalistico e, nello specifico dal codice penale nei libri VII e VIII, rispettivamente dedicati alla tutela della fede pubblica e dell'ordinamento economico. In particolare, attraverso l'analisi degli artt. 473, 474 ss. e 517 ss. c.p., verranno messi in luce gli elementi di criticità e talune delle questioni nodose, che hanno acceso il dibattito dottrinale giurisprudenziale, con la finalità di dare una visione completa dell'istituto, anche alla luce delle modifiche normative succedutesi negli anni e, in particolare della L. n. 99/2009. Nel secondo capitolo, verrà esaminata la tutela offerta dall'ordinamento amministrativo, con riferimento, da una parte, all'art. 1 co. 7 L. 80/2005, relativo alla punibilità del consumatore elettivo del falso, per anni rimasto impunito, in quanto considerato come mera vittima; e dall'altra, con riferimento al D.Lgs. 231/2001, riguardante la punibilità, a titolo di sanzione amministrativa, degli enti collettivi, derivante da reato. Con il terzo capitolo, infine, lo sguardo si amplia, sino ad analizzare il fenomeno contraffattivo da un punto di vista socio-economico, cercando di capire, al di là della tutela predisposta dagli ordinamenti penale ed amministrativo, quali siano le cause della contraffazione, gli effetti e le zone geografiche più colpite da tale problematica. Da ultimo, verrà poi proposta la prevenzione, quale soluzione alternativa alla tutela penalistica ed amministrativa, che può essere realizzata, tanto attraverso la predisposizione, all'interno del panorama aziendale dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo, introdotti dal D.Lgs. 231/2001, quanto mediante il ricorso agli strumenti tecnici di autenticazione del marchio e del prodotto.

I segni distintivi: la sistematica punitiva

COSATTINI, FULVIA
2016/2017

Abstract

I "segni distintivi" sono quei simboli, di cui si avvale l'imprenditore negli scambi commerciali, per rendersi distinguibile sul mercato, in modo che i consumatori possano preferirlo, rispetto ad un altro operatore economico, che pure offre beni o servizi identici o simili. I segni distintivi tipici sono: la ditta (artt. 2563 e 2567 cc.), che individua la persona o l'ente, per la posizione economica che ricopre, dunque per l'attività che svolge; l'insegna (art. 2568 cc.), che identifica l'operatore economico sempre in relazione al ruolo economico, ma circoscritto a una determinata porzione di territorio; il marchio (artt. 2569 - 2574 cc.), che qualifica i beni o i servizi che produce, in quanto apposto su essi. Con questo elaborato, ci si propone come obiettivo quello di individuare la "sistematica punitiva" di tali segni, ovvero la tutela offerta dall'ordinamento penale ed amministrativo, nonché di offrire delle possibili soluzioni alternative alla repressione, realizzata mediante sanzioni penali e amministrative. Nel capitolo introduttivo, verrà svolta una preliminare indagine circa le funzioni del marchio, - in quanto rappresenta in segno distintivo più importante e l'unico destinatario di norme ad hoc - in una prospettiva storica, alla luce delle modifiche, prima sociali e in seguito normative, succedutesi negli anni e che lo hanno portato ad essere considerato da un mero contrassegno, inscindibilmente legato all' imprenditore titolare, a bene immateriale dotato di una propria valenza economica. Nel primo capitolo, l'attenzione si concentrerà sulla tutela approntata dall'ordinamento penalistico e, nello specifico dal codice penale nei libri VII e VIII, rispettivamente dedicati alla tutela della fede pubblica e dell'ordinamento economico. In particolare, attraverso l'analisi degli artt. 473, 474 ss. e 517 ss. c.p., verranno messi in luce gli elementi di criticità e talune delle questioni nodose, che hanno acceso il dibattito dottrinale giurisprudenziale, con la finalità di dare una visione completa dell'istituto, anche alla luce delle modifiche normative succedutesi negli anni e, in particolare della L. n. 99/2009. Nel secondo capitolo, verrà esaminata la tutela offerta dall'ordinamento amministrativo, con riferimento, da una parte, all'art. 1 co. 7 L. 80/2005, relativo alla punibilità del consumatore elettivo del falso, per anni rimasto impunito, in quanto considerato come mera vittima; e dall'altra, con riferimento al D.Lgs. 231/2001, riguardante la punibilità, a titolo di sanzione amministrativa, degli enti collettivi, derivante da reato. Con il terzo capitolo, infine, lo sguardo si amplia, sino ad analizzare il fenomeno contraffattivo da un punto di vista socio-economico, cercando di capire, al di là della tutela predisposta dagli ordinamenti penale ed amministrativo, quali siano le cause della contraffazione, gli effetti e le zone geografiche più colpite da tale problematica. Da ultimo, verrà poi proposta la prevenzione, quale soluzione alternativa alla tutela penalistica ed amministrativa, che può essere realizzata, tanto attraverso la predisposizione, all'interno del panorama aziendale dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo, introdotti dal D.Lgs. 231/2001, quanto mediante il ricorso agli strumenti tecnici di autenticazione del marchio e del prodotto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/37969