The myth of the 1960s remains vivid and present today, decades later. The youth culture of the time, which opposed the values of their parents, left a lasting mark on history, music, and cinema. The hippie movement, which called for "peace and love" during the Cold War and Vietnam War, stands out as one of the era's most iconic elements. Today's youth continue to identify with some of those ideals, and the Woodstock festival symbolizes the need for unity that defined the baby boomers. The 1960s also saw a significant anthropological shift: thanks to the economic boom and a sharp rise in births, young people became a social force like never before. New economic conditions allowed for an unprecedented extension of the pre-working life period. To better understand what happened in the lives of young people during this period, interviews were conducted at the Damanhur community in Piedmont, which still practices a collective lifestyle quite different from contemporary society. These interviews focus on central issues such as relationships with parents, sexuality, and drug use. Of particular interest is how the baby boomers, once rebels, now view their past and present in light of the historical, social, and personal changes that have occurred over the last six decades.
Il mito degli anni Sessanta è ancora oggi vivido e presente, a decenni di distanza. La cultura giovanile di quel tempo, opposta alle regole incarnate dai genitori, ha lasciato un segno indelebile nella storia, nella musica e nel cinema. Il movimento hippie, che invocava “pace e amore” nel contesto della guerra fredda e del Vietnam, rimane tra gli elementi più iconici. I giovani d'oggi continuano a identificarsi con alcuni di quegli ideali, e il festival di Woodstock rappresenta forse il simbolo più evidente di quell'esigenza di unione che animava i baby boomer. Gli anni Sessanta segnarono anche un importante fenomeno antropologico: grazie al boom economico e a un vertiginoso aumento delle nascite, i giovani divennero una forza sociale senza precedenti. Le nuove condizioni economiche permisero l'estensione della vita prelavorativa come mai era accaduto prima. Il mito degli anni Sessanta è ancora oggi vivido e presente, a decenni di distanza. La cultura giovanile di quel tempo, opposta alle regole incarnate dai genitori, ha lasciato un segno indelebile nella storia, nella musica e nel cinema. Il movimento hippie, che invocava “pace e amore” nel contesto della guerra fredda e del Vietnam, rimane tra gli elementi più iconici. I giovani d'oggi continuano a identificarsi con alcuni di quegli ideali, e il festival di Woodstock rappresenta forse il simbolo più evidente di quell'esigenza di unione che animava i baby boomer. Gli anni Sessanta segnarono anche un importante fenomeno antropologico: grazie al boom economico e a un vertiginoso aumento delle nascite, i giovani divennero una forza sociale senza precedenti. Le nuove condizioni economiche permisero l'estensione della vita prelavorativa come mai era accaduto prima. Per approfondire cosa accadde in quel periodo nella vita dei giovani, sono state raccolte interviste presso la comunità di Damanhur, in Piemonte, che vive ancora secondo logiche collettive molto diverse da quelle contemporanee. Le interviste si focalizzano su aspetti centrali come il rapporto con i genitori, la sessualità e l'uso di stupefacenti. Di particolare interesse è capire come i baby boomer di allora valutino oggi il loro passato e presente, alla luce dei cambiamenti storici, sociali e personali che si sono materializzati nei decenni successivi.
Forever young: la parabola dei Baby Boomer, da rivoluzionari ad anacronistici
DE MIRANDA, RANI ANJALI
2023/2024
Abstract
Il mito degli anni Sessanta è ancora oggi vivido e presente, a decenni di distanza. La cultura giovanile di quel tempo, opposta alle regole incarnate dai genitori, ha lasciato un segno indelebile nella storia, nella musica e nel cinema. Il movimento hippie, che invocava “pace e amore” nel contesto della guerra fredda e del Vietnam, rimane tra gli elementi più iconici. I giovani d'oggi continuano a identificarsi con alcuni di quegli ideali, e il festival di Woodstock rappresenta forse il simbolo più evidente di quell'esigenza di unione che animava i baby boomer. Gli anni Sessanta segnarono anche un importante fenomeno antropologico: grazie al boom economico e a un vertiginoso aumento delle nascite, i giovani divennero una forza sociale senza precedenti. Le nuove condizioni economiche permisero l'estensione della vita prelavorativa come mai era accaduto prima. Il mito degli anni Sessanta è ancora oggi vivido e presente, a decenni di distanza. La cultura giovanile di quel tempo, opposta alle regole incarnate dai genitori, ha lasciato un segno indelebile nella storia, nella musica e nel cinema. Il movimento hippie, che invocava “pace e amore” nel contesto della guerra fredda e del Vietnam, rimane tra gli elementi più iconici. I giovani d'oggi continuano a identificarsi con alcuni di quegli ideali, e il festival di Woodstock rappresenta forse il simbolo più evidente di quell'esigenza di unione che animava i baby boomer. Gli anni Sessanta segnarono anche un importante fenomeno antropologico: grazie al boom economico e a un vertiginoso aumento delle nascite, i giovani divennero una forza sociale senza precedenti. Le nuove condizioni economiche permisero l'estensione della vita prelavorativa come mai era accaduto prima. Per approfondire cosa accadde in quel periodo nella vita dei giovani, sono state raccolte interviste presso la comunità di Damanhur, in Piemonte, che vive ancora secondo logiche collettive molto diverse da quelle contemporanee. Le interviste si focalizzano su aspetti centrali come il rapporto con i genitori, la sessualità e l'uso di stupefacenti. Di particolare interesse è capire come i baby boomer di allora valutino oggi il loro passato e presente, alla luce dei cambiamenti storici, sociali e personali che si sono materializzati nei decenni successivi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/3788