Il presente lavoro affronta il problema della definizione del concetto di infermità mentale e i relativi risvolti sul piano procedurale, in particolare il rapporto tra perizia psichiatrica, ammessa, e perizia psicologica, tuttora vietata. La nozione in oggetto è in continua evoluzione ed emergono non pochi problemi di relazione fra il mondo del diritto e quello della psichiatria, che non sempre utilizzano lo stesso linguaggio, ma sono costretti dal legislatore a trovare un punto di equilibrio. Il concetto di infermità mentale e i paradigmi interpretativi, che l'hanno letto in diverse chiavi nel tempo, sono oggetto del primo capitolo. Vista in epoca remota come una ¿punizione degli dei¿, e in seguito come malattia del cervello, l'infermità mentale arriva oggi a ricomprendere i disturbi della personalità, dopo la pronuncia delle Sezioni Unite del 2005, la c.d. sentenza Raso. Nel secondo capitolo si analizzano gli strumenti probatori per accertare la presenza della capacità di intendere e di volere al momento della commissione del fatto. Si affrontano quindi le difficoltà che incontra la psichiatria forense, i limiti della perizia e le differenze con la consulenza tecnica. Ai fini dell'accertamento dell'imputabilità, d'altro canto, lo sviluppo delle neuroscienze e della genetica comportamentale ha iniziato a rivestire importanza nei processi. Di ciò si occupa il terzo capitolo, passando poi alle principali sentenze italiane sull'argomento e alle critiche dottrinarie all'ammissione degli strumenti neuroscientifici. Nel quarto capitolo si affronta il percorso storico del divieto di perizia psicologica o criminologica in Italia, la sua attuale conformazione e le eccezioni. Tale divieto potrebbe perdere di significato alla luce della sentenza Raso, con l'inclusione dei gravi disturbi della personalità nella nozione di infermità mentale. I confini tra perizia psichiatrica e perizia psicologica si assottigliano. Sul piano sostanziale, la suddetta giurisprudenza delle Sezioni Unite viene recepita dalla recente delega al governo da parte della legge 23 giugno del 2017, n 103, riguardante, appunto, l'inclusione nel concetto di infermità mentale dei disturbi della personalità. Di questo si occupa l'ultimo capitolo.
Gli accertamenti psichiatrici e psicologici nel processo penale di cognizione
ROSANOVA, FRANCESCA
2016/2017
Abstract
Il presente lavoro affronta il problema della definizione del concetto di infermità mentale e i relativi risvolti sul piano procedurale, in particolare il rapporto tra perizia psichiatrica, ammessa, e perizia psicologica, tuttora vietata. La nozione in oggetto è in continua evoluzione ed emergono non pochi problemi di relazione fra il mondo del diritto e quello della psichiatria, che non sempre utilizzano lo stesso linguaggio, ma sono costretti dal legislatore a trovare un punto di equilibrio. Il concetto di infermità mentale e i paradigmi interpretativi, che l'hanno letto in diverse chiavi nel tempo, sono oggetto del primo capitolo. Vista in epoca remota come una ¿punizione degli dei¿, e in seguito come malattia del cervello, l'infermità mentale arriva oggi a ricomprendere i disturbi della personalità, dopo la pronuncia delle Sezioni Unite del 2005, la c.d. sentenza Raso. Nel secondo capitolo si analizzano gli strumenti probatori per accertare la presenza della capacità di intendere e di volere al momento della commissione del fatto. Si affrontano quindi le difficoltà che incontra la psichiatria forense, i limiti della perizia e le differenze con la consulenza tecnica. Ai fini dell'accertamento dell'imputabilità, d'altro canto, lo sviluppo delle neuroscienze e della genetica comportamentale ha iniziato a rivestire importanza nei processi. Di ciò si occupa il terzo capitolo, passando poi alle principali sentenze italiane sull'argomento e alle critiche dottrinarie all'ammissione degli strumenti neuroscientifici. Nel quarto capitolo si affronta il percorso storico del divieto di perizia psicologica o criminologica in Italia, la sua attuale conformazione e le eccezioni. Tale divieto potrebbe perdere di significato alla luce della sentenza Raso, con l'inclusione dei gravi disturbi della personalità nella nozione di infermità mentale. I confini tra perizia psichiatrica e perizia psicologica si assottigliano. Sul piano sostanziale, la suddetta giurisprudenza delle Sezioni Unite viene recepita dalla recente delega al governo da parte della legge 23 giugno del 2017, n 103, riguardante, appunto, l'inclusione nel concetto di infermità mentale dei disturbi della personalità. Di questo si occupa l'ultimo capitolo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/37843