The internship, which took place at the Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, in the Verbano - Cusio - Ossola, was an extremely formative and qualifying experience, characterized by a broad overview of monitoring and studies on the alpine wildlife. The main focus was on the hazel grouse (Tetrastes bonasia) and other alpine Galliformes, with the addition of in-depth studies focused on the world of birds of prey and large carnivores. Field activities were conducted on technical terrain, characteristic of the Ossola mountains, with steep slopes and difficult environments. Great importance was also given to data analysis, carried out using modern software, especially for bioacoustics analyses which was essential to exploit the information gathered in the field. The target species of the internship was the smallest Italian tetraonid: the hazel grouse. This small galliform was studied during the spring period in an area close to the Alpe Veglia Devero natural park, using acoustic field devices by means of passive acoustic monitoring (PAM). This non-traditional method for studying Galliformes opens up vast future potential in the field of wildlife and the environment. Censuses of black grouse (Lyrurus tetrix) and block count of rock ptarmigan (Lagopus muta) were also carried out during the internship. For the study of large birds of prey, at the end of the winter and the beginning of the spring, the Ossola Protected Areas organize annual monitoring to ascertain the nesting of pairs of golden eagles (Aquila chrysaetos) and the presence of vultures. Finally, transects have been conducted to detect presence signs of large carnivores such as the wolf (Canis lupus) and lynx (Lynx lynx), both present in the Ossola territory. Passive acoustic monitoring is an innovative method for studying animal species, its application to the hazel grouse was the main topic of the bibliographic study. Very shy and with cryptic plumage, this small bird inhabits mountain and sub-alpine forests, characterized by a wide plant diversity. Collecting data on the species is particularly difficult, because of its peculiar eco-ethology and its subsequent modest detectability. The use of modern technologies, applied to bioacoustics, helps to overcome this several research difficulties, by detecting the presence of the species through passive research of its song. The few studies currently available on the bioacoustics of the hazel grouse have revealed how this particular galliform emits numerous vocalizations and exhibits territorial and social behaviors that are still unknown. Its peculiar song, unusually high-pitched, resonates through the forest as an indicator of habitat quality due to the species' high environmental selectivity. In the last century, this characteristic relegated the hazel grouse to a few remote refuges in forest environments forgotten by man. The reforestation process, following the abandonment of silvopastoral activities in many alpine areas has allowed this species to reclaim large areas of its ancestral range. In spite of its recent return, the species at the European level is in decline due to multiple causes, from climate change to habitat loss and excessive tourism. Studying the species and the characteristics of its ideal habitat through passive acoustic monitoring may prove to be a useful and necessary tool to protect the hazel grouse. Indeed, in light of future climate and environmental challenges, the protection of biodiversity will be fundamental, especially in an environment as harsh and strong, yet as extremely delicate and fragile as our Alps.

Il tirocinio, svolto presso l’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, nel territorio del Verbano – Cusio – Ossola, è stata un’esperienza estremamente formativa e qualificante, caratterizzata da un’ampia panoramica di monitoraggi e studi sulla fauna selvatica dell’arco alpino. Le tematiche affrontate hanno avuto come fulcro principale il francolino di monte (Tetrastes bonasia) e gli altri galliformi alpini, con un focus sulla bioacustica e approfondimenti più generali sullo studio dei rapaci e dei grandi carnivori. Le attività di campo sono state condotte su terreni spesso tecnici, caratteristici delle montagne ossolane, con forti pendenze e ambienti di difficile percorrenza. Grande rilievo è stato dato anche all’analisi dei dati, performata tramite specifici software, in particolare per l’analisi bioacustica, il cui uso si è rivelato fondamentale per mettere a frutto quanto si è rilevato sul campo. La specie target del tirocinio è stata il più piccolo tetraonide italiano: il francolino di monte. Questo piccolo galliforme è stato studiato nel periodo primaverile in un’area prossima al Parco naturale Alpe Veglia Devero tramite l’impiego di dispositivi acustici da campo tramite il passive acoustic monitoring (PAM). Questa metodica, non tradizionale per lo studio dei galliformi, apre ad ampie potenzialità future in ambito faunistico e ambientale. Durante il tirocinio sono stati svolti anche i censimenti del fagiano di monte (Lyrurus tetrix) e della pernice bianca (Lagopus muta). Per lo studio dei grandi rapaci, sul finire dell’inverno e l’inizio della primavera, l’Ente organizza un monitoraggio annuale volto ad accertare la nidificazione delle coppie di aquila reale (Aquila chrysaetos) e la presenza di avvoltoi. Infine sono stati condotti dei transetti allo scopo di rilevare i segni di presenza dei grandi carnivori, lupo (Canis lupus) e lince (Lynx lynx), entrambi presenti nel territorio ossolano. Il monitoraggio acustico passivo è un metodo innovativo per lo studio di numerose specie e la sua applicazione al francolino di monte è stata il tema principale dell’approfondimento bibliografico. Questo piccolo uccello, molto schivo e dal piumaggio criptico, abita le foreste montane e subalpine, caratterizzate da un’ampia diversità vegetale. L’eco-etologia della specie la rende particolarmente difficile da studiare a causa della sua scarsa contattabilità. L’impiego delle moderne tecnologie, applicate alla bioacustica, permette di superare questo ostacolo rivelando la presenza della specie tramite la ricerca passiva del suo canto. I pochi studi tutt’ora presenti sulla bioacustica del francolino di monte hanno svelato come questo particolare galliforme emetta numerose vocalizzazioni e presenti dei comportamenti territoriali e sociali ancora non del tutto noti. Il suo peculiare canto, insolitamente acuto, risuona nel bosco come indicatore di qualità dell’habitat a causa dell’elevata selettività ambientale della specie. Questa sua caratteristica ha relegato nello scorso secolo il francolino di monte a pochi rifugi remoti, in ambienti forestali dimenticati dall’uomo. La ricolonizzazione boschiva dovuta all’abbandono dell’attività silvo-pastorale in molteplici aree alpine ha permesso a questa specie di riconquistare ampi territori dell’areale ancestrale. La specie a livello europeo si presenta in declino per molteplici cause, dai cambiamenti climatici, alla perdita dell’habitat, all’eccessiva fruizione turistica. Studiare la specie e le caratteristiche del suo habitat tramite il monitoraggio acustico passivo è uno strumento utile e necessario per tutelare il francolino di monte. Infatti, a fronte delle sfide future in ambito climatico e ambientale, la tutela della biodiversità dovrà essere fondamentale, specialmente in un ambiente così severo e forte quanto estremamente delicato e fragile come quello delle nostre Alpi.

La bioacustica del francolino di monte (Tetrastes bonasia)

GNAPPA, SERENA
2023/2024

Abstract

Il tirocinio, svolto presso l’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, nel territorio del Verbano – Cusio – Ossola, è stata un’esperienza estremamente formativa e qualificante, caratterizzata da un’ampia panoramica di monitoraggi e studi sulla fauna selvatica dell’arco alpino. Le tematiche affrontate hanno avuto come fulcro principale il francolino di monte (Tetrastes bonasia) e gli altri galliformi alpini, con un focus sulla bioacustica e approfondimenti più generali sullo studio dei rapaci e dei grandi carnivori. Le attività di campo sono state condotte su terreni spesso tecnici, caratteristici delle montagne ossolane, con forti pendenze e ambienti di difficile percorrenza. Grande rilievo è stato dato anche all’analisi dei dati, performata tramite specifici software, in particolare per l’analisi bioacustica, il cui uso si è rivelato fondamentale per mettere a frutto quanto si è rilevato sul campo. La specie target del tirocinio è stata il più piccolo tetraonide italiano: il francolino di monte. Questo piccolo galliforme è stato studiato nel periodo primaverile in un’area prossima al Parco naturale Alpe Veglia Devero tramite l’impiego di dispositivi acustici da campo tramite il passive acoustic monitoring (PAM). Questa metodica, non tradizionale per lo studio dei galliformi, apre ad ampie potenzialità future in ambito faunistico e ambientale. Durante il tirocinio sono stati svolti anche i censimenti del fagiano di monte (Lyrurus tetrix) e della pernice bianca (Lagopus muta). Per lo studio dei grandi rapaci, sul finire dell’inverno e l’inizio della primavera, l’Ente organizza un monitoraggio annuale volto ad accertare la nidificazione delle coppie di aquila reale (Aquila chrysaetos) e la presenza di avvoltoi. Infine sono stati condotti dei transetti allo scopo di rilevare i segni di presenza dei grandi carnivori, lupo (Canis lupus) e lince (Lynx lynx), entrambi presenti nel territorio ossolano. Il monitoraggio acustico passivo è un metodo innovativo per lo studio di numerose specie e la sua applicazione al francolino di monte è stata il tema principale dell’approfondimento bibliografico. Questo piccolo uccello, molto schivo e dal piumaggio criptico, abita le foreste montane e subalpine, caratterizzate da un’ampia diversità vegetale. L’eco-etologia della specie la rende particolarmente difficile da studiare a causa della sua scarsa contattabilità. L’impiego delle moderne tecnologie, applicate alla bioacustica, permette di superare questo ostacolo rivelando la presenza della specie tramite la ricerca passiva del suo canto. I pochi studi tutt’ora presenti sulla bioacustica del francolino di monte hanno svelato come questo particolare galliforme emetta numerose vocalizzazioni e presenti dei comportamenti territoriali e sociali ancora non del tutto noti. Il suo peculiare canto, insolitamente acuto, risuona nel bosco come indicatore di qualità dell’habitat a causa dell’elevata selettività ambientale della specie. Questa sua caratteristica ha relegato nello scorso secolo il francolino di monte a pochi rifugi remoti, in ambienti forestali dimenticati dall’uomo. La ricolonizzazione boschiva dovuta all’abbandono dell’attività silvo-pastorale in molteplici aree alpine ha permesso a questa specie di riconquistare ampi territori dell’areale ancestrale. La specie a livello europeo si presenta in declino per molteplici cause, dai cambiamenti climatici, alla perdita dell’habitat, all’eccessiva fruizione turistica. Studiare la specie e le caratteristiche del suo habitat tramite il monitoraggio acustico passivo è uno strumento utile e necessario per tutelare il francolino di monte. Infatti, a fronte delle sfide future in ambito climatico e ambientale, la tutela della biodiversità dovrà essere fondamentale, specialmente in un ambiente così severo e forte quanto estremamente delicato e fragile come quello delle nostre Alpi.
Hazel grouse's (Tetrastes bonasia) bioacustics
The internship, which took place at the Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, in the Verbano - Cusio - Ossola, was an extremely formative and qualifying experience, characterized by a broad overview of monitoring and studies on the alpine wildlife. The main focus was on the hazel grouse (Tetrastes bonasia) and other alpine Galliformes, with the addition of in-depth studies focused on the world of birds of prey and large carnivores. Field activities were conducted on technical terrain, characteristic of the Ossola mountains, with steep slopes and difficult environments. Great importance was also given to data analysis, carried out using modern software, especially for bioacoustics analyses which was essential to exploit the information gathered in the field. The target species of the internship was the smallest Italian tetraonid: the hazel grouse. This small galliform was studied during the spring period in an area close to the Alpe Veglia Devero natural park, using acoustic field devices by means of passive acoustic monitoring (PAM). This non-traditional method for studying Galliformes opens up vast future potential in the field of wildlife and the environment. Censuses of black grouse (Lyrurus tetrix) and block count of rock ptarmigan (Lagopus muta) were also carried out during the internship. For the study of large birds of prey, at the end of the winter and the beginning of the spring, the Ossola Protected Areas organize annual monitoring to ascertain the nesting of pairs of golden eagles (Aquila chrysaetos) and the presence of vultures. Finally, transects have been conducted to detect presence signs of large carnivores such as the wolf (Canis lupus) and lynx (Lynx lynx), both present in the Ossola territory. Passive acoustic monitoring is an innovative method for studying animal species, its application to the hazel grouse was the main topic of the bibliographic study. Very shy and with cryptic plumage, this small bird inhabits mountain and sub-alpine forests, characterized by a wide plant diversity. Collecting data on the species is particularly difficult, because of its peculiar eco-ethology and its subsequent modest detectability. The use of modern technologies, applied to bioacoustics, helps to overcome this several research difficulties, by detecting the presence of the species through passive research of its song. The few studies currently available on the bioacoustics of the hazel grouse have revealed how this particular galliform emits numerous vocalizations and exhibits territorial and social behaviors that are still unknown. Its peculiar song, unusually high-pitched, resonates through the forest as an indicator of habitat quality due to the species' high environmental selectivity. In the last century, this characteristic relegated the hazel grouse to a few remote refuges in forest environments forgotten by man. The reforestation process, following the abandonment of silvopastoral activities in many alpine areas has allowed this species to reclaim large areas of its ancestral range. In spite of its recent return, the species at the European level is in decline due to multiple causes, from climate change to habitat loss and excessive tourism. Studying the species and the characteristics of its ideal habitat through passive acoustic monitoring may prove to be a useful and necessary tool to protect the hazel grouse. Indeed, in light of future climate and environmental challenges, the protection of biodiversity will be fundamental, especially in an environment as harsh and strong, yet as extremely delicate and fragile as our Alps.
MENEGUZ, PIER GIUSEPPE
Non autorizzo consultazione esterna dell'elaborato
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
ElaboratoFinale_Serena_Gnappa_Bioacustica_Francolino_di_monte.pdf

non disponibili

Descrizione: L'elaborato approfondisce il tema della bioacustica applicata al monitoraggio del francolino di monte (Tetrastes bonasia), un piccolo galliforme forestale dalla scarsa contattabilità, oggetto del tirocinio insieme agli altri galliformi alpini.
Dimensione 4.38 MB
Formato Adobe PDF
4.38 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/3777