Il processo di consolidamento dell’industria bancaria vive il suo più importante sviluppo a partire dagli anni Ottanta, periodo in cui i sistemi finanziari dei maggiori paesi industrializzati hanno conosciuto una fase di grande trasformazione a livello di sistema. Tale fenomeno ha determinato nel corso degli anni una progressiva contrazione del numero delle banche, un aumento del grado di concentrazione e un incremento del livello di competitività nel settore, determinato anche dall’esistenza nel mercato di nuovi operatori non finanziari. Sul piano normativo vengono introdotte importanti novità che mirano all’armonizzazione della disciplina a livello europeo con il fine ultimo di creare un mercato unico in cui le varie economie europee possono interagire e competere nell’ambito di un ambiente vigilato e disciplinato. Il consolidamento del settore bancario è largamente dovuto alle pressioni per raggiungere un contenimento dei costi e una ristrutturazione del sistema in un contesto di integrazione finanziaria molto intensa. La crisi finanziaria scoppiata nel 2008 ha aggiunto ulteriori pressioni alle banche affinché fosse ridotta la leva finanziaria e si raggiungesse il consolidamento, in maniera particolare in quei paesi maggiormente scossi dalla crisi. In questo contesto, si è assistito ad una forte diminuzione degli intermediari e ad un loro aumento in termini di dimensioni, determinato in larga misura dalla realizzazione di operazioni di M&A piuttosto che di ristrutturazione , che hanno avuto come conseguenza un incremento della concentrazione del settore. Le statistiche confermano in modo inequivocabile il dato. Al fine di analizzare le operazioni di M&A dal punto di vista giuridico, mediante un approccio analitico descrittivo e dando per note le disposizioni codicistiche, tale tesi intende fornire al lettore un’analisi accurata della disciplina positiva in materia di fusioni bancarie regolamentate nel Testo Unico Bancario. L'attenzione è posta prevalentemente ai margini entro i quali la Banca d’Italia e la BCE possono esercitare i loro poteri di vigilanza ed autorizzazione, relativamente alle operazioni di fusione, in ragione del valore più o meno ampio dato al principio della “sana e prudente gestione” al quale gli Organi di vigilanza devono conformarsi. Circa le fusioni che vedano protagoniste banche popolari e banche di credito cooperativo per le quali, in ragione della loro particolare prerogativa sociale, sono state previste disposizioni ad hoc, il focus è prevalentemente sulle questioni giurisprudenziali e dottrinali sorte circa i limiti posti al diritto di recesso. In ultimo, l'analisi dell'operazione Intesa-Ubi è utile a comprendere le peculiarità incontro alle quali i protagonisti della vicenda si sono dovuti imbattere operando nella cornice pandemica; l'inconsueto tentativo di utilizzo della clausola MAC ne è un esempio. Tale fusione permette inoltre di tastare anche la bontà delle previsioni giuridico-economiche le quali consentono, a seguito di integrazioni post-fusione eseguite a regola d'arte, di dipanare ogni dubbio sulla profittabilità delle operazioni in studio. Tale dato è ben compreso e il chiaro indirizzo politico volto a favorire le concentrazioni anche a scapito dell’interesse degli azionisti e cittadini in generale, si legge ad esempio nella drastica riduzione del termine di opposizione dei creditori ai sensi della disciplina di settore.
La fusione tra banche
NEGLIA, MARTINO
2022/2023
Abstract
Il processo di consolidamento dell’industria bancaria vive il suo più importante sviluppo a partire dagli anni Ottanta, periodo in cui i sistemi finanziari dei maggiori paesi industrializzati hanno conosciuto una fase di grande trasformazione a livello di sistema. Tale fenomeno ha determinato nel corso degli anni una progressiva contrazione del numero delle banche, un aumento del grado di concentrazione e un incremento del livello di competitività nel settore, determinato anche dall’esistenza nel mercato di nuovi operatori non finanziari. Sul piano normativo vengono introdotte importanti novità che mirano all’armonizzazione della disciplina a livello europeo con il fine ultimo di creare un mercato unico in cui le varie economie europee possono interagire e competere nell’ambito di un ambiente vigilato e disciplinato. Il consolidamento del settore bancario è largamente dovuto alle pressioni per raggiungere un contenimento dei costi e una ristrutturazione del sistema in un contesto di integrazione finanziaria molto intensa. La crisi finanziaria scoppiata nel 2008 ha aggiunto ulteriori pressioni alle banche affinché fosse ridotta la leva finanziaria e si raggiungesse il consolidamento, in maniera particolare in quei paesi maggiormente scossi dalla crisi. In questo contesto, si è assistito ad una forte diminuzione degli intermediari e ad un loro aumento in termini di dimensioni, determinato in larga misura dalla realizzazione di operazioni di M&A piuttosto che di ristrutturazione , che hanno avuto come conseguenza un incremento della concentrazione del settore. Le statistiche confermano in modo inequivocabile il dato. Al fine di analizzare le operazioni di M&A dal punto di vista giuridico, mediante un approccio analitico descrittivo e dando per note le disposizioni codicistiche, tale tesi intende fornire al lettore un’analisi accurata della disciplina positiva in materia di fusioni bancarie regolamentate nel Testo Unico Bancario. L'attenzione è posta prevalentemente ai margini entro i quali la Banca d’Italia e la BCE possono esercitare i loro poteri di vigilanza ed autorizzazione, relativamente alle operazioni di fusione, in ragione del valore più o meno ampio dato al principio della “sana e prudente gestione” al quale gli Organi di vigilanza devono conformarsi. Circa le fusioni che vedano protagoniste banche popolari e banche di credito cooperativo per le quali, in ragione della loro particolare prerogativa sociale, sono state previste disposizioni ad hoc, il focus è prevalentemente sulle questioni giurisprudenziali e dottrinali sorte circa i limiti posti al diritto di recesso. In ultimo, l'analisi dell'operazione Intesa-Ubi è utile a comprendere le peculiarità incontro alle quali i protagonisti della vicenda si sono dovuti imbattere operando nella cornice pandemica; l'inconsueto tentativo di utilizzo della clausola MAC ne è un esempio. Tale fusione permette inoltre di tastare anche la bontà delle previsioni giuridico-economiche le quali consentono, a seguito di integrazioni post-fusione eseguite a regola d'arte, di dipanare ogni dubbio sulla profittabilità delle operazioni in studio. Tale dato è ben compreso e il chiaro indirizzo politico volto a favorire le concentrazioni anche a scapito dell’interesse degli azionisti e cittadini in generale, si legge ad esempio nella drastica riduzione del termine di opposizione dei creditori ai sensi della disciplina di settore.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/37761