La Tesi, dal titolo "Il lavoro minorile tra diritto interno e comunitario", ha come scopo principale il fornire un quadro della disciplina del lavoro minorile attraverso tre passaggi: una ricerca iniziale delle fonti di diritto interno, europeo ed internazionale sul tema del lavoro minorile osservandole nella loro evoluzione storica, un'analisi della normativa attuale ed infine uno sguardo a casi eccezionali di applicazione del diritto che necessitano di una tutela particolare. Attraverso lo studio delle fonti è possibile comprendere come sia stato affrontato nel diritto il tema del lavoro minorile nel corso del tempo, dalla Rivoluzione Industriale fino ad oggi, attraverso il lavoro svolto dal legislatore internazionale ed europeo, che ha influenzato le produzioni normative interne. In sintesi estrema, affinché il diritto possa servire da tutela e da disciplina, deve essere prevista una congrua età di ammissione al lavoro, degli orari di esercizio adeguati, la cura e protezione dell'interesse superiore del minore e la determinazione di tutte quelle attività che non rientrano nel lavoro, ma piuttosto nello sfruttamento. Soffermandosi sulla disciplina attuale del fenomeno in Italia, è affrontata la ¿questione tormentata¿ della capacità contrattuale del minore, limitata dall'articolo 2 del codice civile, rilevando che l'incapacità assoluta d'agire del minore è un concetto anacronistico poiché l'elemento essenziale da tenere sempre in considerazione è l'interesse del minore e, pertanto, se questo sussiste e non è leso dall'attività contrattuale posta in essere dal contraente, seppur di età inferiore ai 18 anni, il contratto avrà ragione di esistere e di esplicare i suoi effetti. Con l'analisi della novellata legge 977 del 1967 è mostrata la trattazione attuale del fenomeno in Italia, attraverso la presentazione dei limiti e delle tutele riservate, richiamando anche l'articolo 37 della Costituzione che ha rivoluzionato il modo di pensare il lavoro minorile legandolo strettamente a principi ulteriori quali il divieto di ogni forma di discriminazione e la ricerca della realizzazione di un'eguaglianza sostanziale, poiché compito del diritto è anche quindi questo, il trovare una via di mezzo tra la protezione della specialità e l'esaltazione dell'uguaglianza. Particolare attenzione è infine riservata all'osservazione di fattispecie, derogatorie rispetto alla disciplina generale, di ¿bambini¿ lavoratori, in particolare nel mondo dello spettacolo e dello sport: datori di lavoro, tutori e genitori sono chiamati dal diritto a collaborare affinché i prestatori, in questi casi anche di età inferiore a 15 anni, siano tutelati e possano svolgere le mansioni al meglio senza compromettere il proprio sviluppo psico-fisico. Il lavoro svolto mette in luce il fatto che il fenomeno del lavoro minorile esista ancora e sia attuale non solo nelle zone meno sviluppate del mondo, ma anche in Italia, ed è per questa ragione che è fondamentale la produzione normativa, perché costituisce un limite tra la protezione dallo sfruttamento e la tutela riconosciuta in capo ad ogni individuo del diritto al lavoro.

IL LAVORO MINORILE TRA DIRITTO INTERNO E COMUNITARIO

MELINO, GIULIA
2016/2017

Abstract

La Tesi, dal titolo "Il lavoro minorile tra diritto interno e comunitario", ha come scopo principale il fornire un quadro della disciplina del lavoro minorile attraverso tre passaggi: una ricerca iniziale delle fonti di diritto interno, europeo ed internazionale sul tema del lavoro minorile osservandole nella loro evoluzione storica, un'analisi della normativa attuale ed infine uno sguardo a casi eccezionali di applicazione del diritto che necessitano di una tutela particolare. Attraverso lo studio delle fonti è possibile comprendere come sia stato affrontato nel diritto il tema del lavoro minorile nel corso del tempo, dalla Rivoluzione Industriale fino ad oggi, attraverso il lavoro svolto dal legislatore internazionale ed europeo, che ha influenzato le produzioni normative interne. In sintesi estrema, affinché il diritto possa servire da tutela e da disciplina, deve essere prevista una congrua età di ammissione al lavoro, degli orari di esercizio adeguati, la cura e protezione dell'interesse superiore del minore e la determinazione di tutte quelle attività che non rientrano nel lavoro, ma piuttosto nello sfruttamento. Soffermandosi sulla disciplina attuale del fenomeno in Italia, è affrontata la ¿questione tormentata¿ della capacità contrattuale del minore, limitata dall'articolo 2 del codice civile, rilevando che l'incapacità assoluta d'agire del minore è un concetto anacronistico poiché l'elemento essenziale da tenere sempre in considerazione è l'interesse del minore e, pertanto, se questo sussiste e non è leso dall'attività contrattuale posta in essere dal contraente, seppur di età inferiore ai 18 anni, il contratto avrà ragione di esistere e di esplicare i suoi effetti. Con l'analisi della novellata legge 977 del 1967 è mostrata la trattazione attuale del fenomeno in Italia, attraverso la presentazione dei limiti e delle tutele riservate, richiamando anche l'articolo 37 della Costituzione che ha rivoluzionato il modo di pensare il lavoro minorile legandolo strettamente a principi ulteriori quali il divieto di ogni forma di discriminazione e la ricerca della realizzazione di un'eguaglianza sostanziale, poiché compito del diritto è anche quindi questo, il trovare una via di mezzo tra la protezione della specialità e l'esaltazione dell'uguaglianza. Particolare attenzione è infine riservata all'osservazione di fattispecie, derogatorie rispetto alla disciplina generale, di ¿bambini¿ lavoratori, in particolare nel mondo dello spettacolo e dello sport: datori di lavoro, tutori e genitori sono chiamati dal diritto a collaborare affinché i prestatori, in questi casi anche di età inferiore a 15 anni, siano tutelati e possano svolgere le mansioni al meglio senza compromettere il proprio sviluppo psico-fisico. Il lavoro svolto mette in luce il fatto che il fenomeno del lavoro minorile esista ancora e sia attuale non solo nelle zone meno sviluppate del mondo, ma anche in Italia, ed è per questa ragione che è fondamentale la produzione normativa, perché costituisce un limite tra la protezione dallo sfruttamento e la tutela riconosciuta in capo ad ogni individuo del diritto al lavoro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/37643