Questa ricerca ha l’obiettivo di analizzare le idee e le concezioni relative al galleggiamento tra i bambini di 5 anni e inoltre, di indagare se attraverso una didattica incentrata su esperimenti, giochi e attività manuali, si riescano a far comprendere le conoscenze base relative all’argomento mettendo lo studente in condizione di “conflitto cognitivo”. Il metodo didattico utilizzato mette il bambino al centro, rendendolo attivo e dando ampio spazio all’esplorazione. Per questo motivo, i bambini imparano facendo e manipolando oggetti concreti. L’insegnante guida gli alunni nel percorso, osservandoli e assumendo un ruolo indiretto, ossia di supporto al processo di analisi e risoluzione del problema. Le concezioni dei 13 bambini della scuola dell’Infanzia sono state sondate durante i primi due incontri e al termine del percorso. L’analisi dei dati è stata svolta sulla di base di colloqui orali. Grazie agli esperimenti e attività manuali si sono eliminate alcune rappresentazioni emerse durante il primo colloquio, trasformano così le concezioni iniziali dei bambini e andando verso un’idea scientifica più corretta. Per concludere, l’insegnamento della fisica dovrebbe avvenire partendo dall’osservazione dei processi fisici nei contesti di tutti i giorni. Ricerche dimostrano come anche i bambini più piccoli siano dei pensatori concreti e semplicistici, in grado di avere un pensiero sorprendente e sofisticato. Non vi deve essere un’età al di sotto della quale non abbia senso guidare gli allievi in pratiche scientifiche relativamente complesse.
Alla scoperta del galleggiamento nella Scuola dell'Infanzia. Esperimenti, giochi e attività manuali.
PISEDDU, FRANCESCA
2021/2022
Abstract
Questa ricerca ha l’obiettivo di analizzare le idee e le concezioni relative al galleggiamento tra i bambini di 5 anni e inoltre, di indagare se attraverso una didattica incentrata su esperimenti, giochi e attività manuali, si riescano a far comprendere le conoscenze base relative all’argomento mettendo lo studente in condizione di “conflitto cognitivo”. Il metodo didattico utilizzato mette il bambino al centro, rendendolo attivo e dando ampio spazio all’esplorazione. Per questo motivo, i bambini imparano facendo e manipolando oggetti concreti. L’insegnante guida gli alunni nel percorso, osservandoli e assumendo un ruolo indiretto, ossia di supporto al processo di analisi e risoluzione del problema. Le concezioni dei 13 bambini della scuola dell’Infanzia sono state sondate durante i primi due incontri e al termine del percorso. L’analisi dei dati è stata svolta sulla di base di colloqui orali. Grazie agli esperimenti e attività manuali si sono eliminate alcune rappresentazioni emerse durante il primo colloquio, trasformano così le concezioni iniziali dei bambini e andando verso un’idea scientifica più corretta. Per concludere, l’insegnamento della fisica dovrebbe avvenire partendo dall’osservazione dei processi fisici nei contesti di tutti i giorni. Ricerche dimostrano come anche i bambini più piccoli siano dei pensatori concreti e semplicistici, in grado di avere un pensiero sorprendente e sofisticato. Non vi deve essere un’età al di sotto della quale non abbia senso guidare gli allievi in pratiche scientifiche relativamente complesse.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
869538_piseddufrancescatesidilurea.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.8 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.8 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/37593