“Fare matematica” alla scuola dell’infanzia è possibile: attraverso il gioco, che risulta essere lo strumento privilegiato per favorire l’apprendimento in età prescolare, si possono raggiungere sia il traguardo per lo sviluppo della competenza relativo al numero e lo spazio sia quello relativo a i discorsi e le parole, così come indicato nelle Indicazioni Nazionali, divertendosi. Con l’attività ludica, cosi come viene dimostrato in questo elaborato, i bambini possono infatti arrivare ad interiorizzare anche aspetti più complessi quali la lateralizzazione, la capacità logica e i concetti topologici. Nella presente tesi viene presentato un percorso didattico svolto nella scuola dell’infanzia paritaria “Asilo infantile G. Gianotti” sito in Piossasco, in provincia di Torino, rivolto al gruppo dei bambini di quattro e cinque anni appartenenti alla sezione di cui sono titolare. Si tratta di un gioco di carte ideato da un team di esperti (Cristina Sabena, Carlotta Soldano, Raffaele Casi, Luisa Franco, Michela Vassallo, Michela Curcio, Erica Abena, Michela Tallone, Monica Mantovan e Noemi Del Bosco) dal titolo “Dove si è nascosta Betta l’apetta?” nato con la volontà di accrescere le competenze matematiche andando nello specifico a stimolare il ragionamento logico. Le carte sono caratterizzate dalla presenza di soggetti vicini alla realtà degli alunni quali un fiore collocato in un vaso di diversi colori, un’ape, un bruco e alcune farfalle, che, essendo presenti o assenti o occupando diverse posizioni all’interno dello spazio, danno vita a ventiquattro carte con caratteristiche differenti. Lo scopo del gioco è quello di scoprire sotto quale di queste ventiquattro carte si nasconde l’immagine di Betta l’apetta: ogni giocatore pone delle domande relative alle variabili, alle quali il bambino- regista può rispondere solo con un “sì” o con un “no”. Affinando il pensiero critico e ponendo domande sempre più specifiche, che portano alla progressiva eliminazione delle carte, si arriva a scoprire dove si trova Betta l’apetta. La metodologia prescelta per lo svolgimento del gioco è la peer education: l’educazione tra pari si basa infatti su un processo di trasmissione di conoscenze ed esperienze tra i membri di un gruppo di pari, all'interno di un piano che prevede finalità, tempi, modi, ruoli e strumenti ben strutturati. Dopo aver familiarizzato con le regole e dopo aver giocato alcune volte con l’insegnante, i bambini interiorizzano non solo l’importanza del porre costantemente attenzione, ma anche quella del pensiero critico: imparando ad ascoltarsi reciprocamente ed a porre quesiti sempre più specifici che inglobano più variabili, è infatti possibile vincere la sfida. Inoltre giocando i bambini hanno la possibilità di affinare le conoscenze dei principali concetti topologici e di sperimentate il concetto della lateralizzazione.
SVILUPPARE LE COMPETENZE LOGICO-MATEMATICHE ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ATTRAVERSO IL GIOCO: “DOVE SI É NASCOSTA BETTA L’APETTA”?
CURCIO, MICHELA
2021/2022
Abstract
“Fare matematica” alla scuola dell’infanzia è possibile: attraverso il gioco, che risulta essere lo strumento privilegiato per favorire l’apprendimento in età prescolare, si possono raggiungere sia il traguardo per lo sviluppo della competenza relativo al numero e lo spazio sia quello relativo a i discorsi e le parole, così come indicato nelle Indicazioni Nazionali, divertendosi. Con l’attività ludica, cosi come viene dimostrato in questo elaborato, i bambini possono infatti arrivare ad interiorizzare anche aspetti più complessi quali la lateralizzazione, la capacità logica e i concetti topologici. Nella presente tesi viene presentato un percorso didattico svolto nella scuola dell’infanzia paritaria “Asilo infantile G. Gianotti” sito in Piossasco, in provincia di Torino, rivolto al gruppo dei bambini di quattro e cinque anni appartenenti alla sezione di cui sono titolare. Si tratta di un gioco di carte ideato da un team di esperti (Cristina Sabena, Carlotta Soldano, Raffaele Casi, Luisa Franco, Michela Vassallo, Michela Curcio, Erica Abena, Michela Tallone, Monica Mantovan e Noemi Del Bosco) dal titolo “Dove si è nascosta Betta l’apetta?” nato con la volontà di accrescere le competenze matematiche andando nello specifico a stimolare il ragionamento logico. Le carte sono caratterizzate dalla presenza di soggetti vicini alla realtà degli alunni quali un fiore collocato in un vaso di diversi colori, un’ape, un bruco e alcune farfalle, che, essendo presenti o assenti o occupando diverse posizioni all’interno dello spazio, danno vita a ventiquattro carte con caratteristiche differenti. Lo scopo del gioco è quello di scoprire sotto quale di queste ventiquattro carte si nasconde l’immagine di Betta l’apetta: ogni giocatore pone delle domande relative alle variabili, alle quali il bambino- regista può rispondere solo con un “sì” o con un “no”. Affinando il pensiero critico e ponendo domande sempre più specifiche, che portano alla progressiva eliminazione delle carte, si arriva a scoprire dove si trova Betta l’apetta. La metodologia prescelta per lo svolgimento del gioco è la peer education: l’educazione tra pari si basa infatti su un processo di trasmissione di conoscenze ed esperienze tra i membri di un gruppo di pari, all'interno di un piano che prevede finalità, tempi, modi, ruoli e strumenti ben strutturati. Dopo aver familiarizzato con le regole e dopo aver giocato alcune volte con l’insegnante, i bambini interiorizzano non solo l’importanza del porre costantemente attenzione, ma anche quella del pensiero critico: imparando ad ascoltarsi reciprocamente ed a porre quesiti sempre più specifici che inglobano più variabili, è infatti possibile vincere la sfida. Inoltre giocando i bambini hanno la possibilità di affinare le conoscenze dei principali concetti topologici e di sperimentate il concetto della lateralizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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