L’approccio al tema centrale di questo studio è avvenuto tramite un percorso teorico che, a partire dall’individuazione della terminologia più appropriata, si snoda tra filosofia, psicologia e medicina. Ripercorrendo i passi che dall’antropologia hanno condotto alla psicanalisi, passando anche attraverso la sociologia e lo studio del pensiero e delle emozioni umane, si è giunti a considerare la reale esistenza di un legame tra azione della mente e manifestazione fisica del sintomo, arrivando infine alla definizione attualmente utilizzata per i disturbi psicosomatici.
 La letteratura scientifica che ne tratta è molto vasta e in continua evoluzione, poiché il campo di studio è ampio e difficilmente racchiudibile in definizioni che possano adattarsi univocamente a tutte le sfaccettature dell’argomento.
Appurata la presenza di questi a qualsiasi età, si è riusciti a stabilire che il “range d’azione” della loro sintomatologia è riconducibile, in molti casi, all’età evolutiva e combacia, in particolare, con l’inserimento a scuola, soprattutto nei momenti di transizione tra un ordine e l’altro.
Per questa ragione, si è deciso di concentrare lo studio sulla fascia d’età compresa tra i 7 e i 10 anni, periodo durante il quale i bambini “escono nel mondo” e iniziano a interfacciarsi con l’universo scuola e in generale con la società. Alla luce di queste considerazioni, è evidente come anche la relazione insegnante-allievo sia senza dubbio uno dei punti focali di questo lavoro. Proprio per tale motivo, è stata ampiamente analizzata, sia a livello teorico che pratico. 
Si è partiti dalle teorie di Pianta, che sostiene come il rapporto del singolo allievo con l’insegnante sia predittivo dell’evoluzione comportamentale e scolastica di quest’ultimo. Si è poi passati per l’osservazione dell’importanza dell’inserimento del bambino nel contesto scolastico che deve essere attenzionato e agevolato con ogni mezzo possibile, per giungere infine alle teorie di Bowlby, secondo cui l’attaccamento genitoriale è predittivo delle tipologie relazionali future, tra cui quella alunno-insegnante. Prima di passare all’analisi sul campo, ci si è concentrati in modo attento e preciso sulla letteratura di settore, che ha visto il confronto di numerosi articoli scientifici, all’interno dei quali si sono evidenziate le sfaccettature di una materia che è difficilmente imbrigliabile all’interno di una precisa disciplina, ma che è piuttosto un continuo crossover tra psicologia e medicina.
Si è quindi passati ad un’osservazione più ravvicinata della casistica raggruppabile sotto la definizione di “disturbi psicosomatici”, non prima di aver identificato tra le concause, l’azione di metodi educativi che si rivelano inefficaci o inadatti.
Identificate le ipotesi che hanno mosso questo studio, si è cercato di verificarle con la somministrazione di selezionati questionari a un campione di studenti e insegnanti delle classi dalla seconda alla quarta di alcune scuole primarie della prima cintura di Torino. Si è ipotizzato che potrebbe sussistere una correlazione tra l’insorgenza di disturbi psicosomatici e le azioni e relazioni dei bambini all’interno del contesto classe, tra pari e con l’insegnante. Un’ulteriore ipotesi consiste nella possibilità che il rendimento scolastico incida sull’insorgenza del disturbo psicosomatico e/o sulla manifestazione dei sintomi, come anche la funzionalità emotiva. 
I risultati hanno confermato in parte tali tendenze.

L'espressione dei disturbi psicosomatici nel contesto scolastico e le interazioni con la qualità della relazione insegnante-allievo: uno studio empirico nella scuola primaria

DANIELE, ERIKA
2021/2022

Abstract

L’approccio al tema centrale di questo studio è avvenuto tramite un percorso teorico che, a partire dall’individuazione della terminologia più appropriata, si snoda tra filosofia, psicologia e medicina. Ripercorrendo i passi che dall’antropologia hanno condotto alla psicanalisi, passando anche attraverso la sociologia e lo studio del pensiero e delle emozioni umane, si è giunti a considerare la reale esistenza di un legame tra azione della mente e manifestazione fisica del sintomo, arrivando infine alla definizione attualmente utilizzata per i disturbi psicosomatici.
 La letteratura scientifica che ne tratta è molto vasta e in continua evoluzione, poiché il campo di studio è ampio e difficilmente racchiudibile in definizioni che possano adattarsi univocamente a tutte le sfaccettature dell’argomento.
Appurata la presenza di questi a qualsiasi età, si è riusciti a stabilire che il “range d’azione” della loro sintomatologia è riconducibile, in molti casi, all’età evolutiva e combacia, in particolare, con l’inserimento a scuola, soprattutto nei momenti di transizione tra un ordine e l’altro.
Per questa ragione, si è deciso di concentrare lo studio sulla fascia d’età compresa tra i 7 e i 10 anni, periodo durante il quale i bambini “escono nel mondo” e iniziano a interfacciarsi con l’universo scuola e in generale con la società. Alla luce di queste considerazioni, è evidente come anche la relazione insegnante-allievo sia senza dubbio uno dei punti focali di questo lavoro. Proprio per tale motivo, è stata ampiamente analizzata, sia a livello teorico che pratico. 
Si è partiti dalle teorie di Pianta, che sostiene come il rapporto del singolo allievo con l’insegnante sia predittivo dell’evoluzione comportamentale e scolastica di quest’ultimo. Si è poi passati per l’osservazione dell’importanza dell’inserimento del bambino nel contesto scolastico che deve essere attenzionato e agevolato con ogni mezzo possibile, per giungere infine alle teorie di Bowlby, secondo cui l’attaccamento genitoriale è predittivo delle tipologie relazionali future, tra cui quella alunno-insegnante. Prima di passare all’analisi sul campo, ci si è concentrati in modo attento e preciso sulla letteratura di settore, che ha visto il confronto di numerosi articoli scientifici, all’interno dei quali si sono evidenziate le sfaccettature di una materia che è difficilmente imbrigliabile all’interno di una precisa disciplina, ma che è piuttosto un continuo crossover tra psicologia e medicina.
Si è quindi passati ad un’osservazione più ravvicinata della casistica raggruppabile sotto la definizione di “disturbi psicosomatici”, non prima di aver identificato tra le concause, l’azione di metodi educativi che si rivelano inefficaci o inadatti.
Identificate le ipotesi che hanno mosso questo studio, si è cercato di verificarle con la somministrazione di selezionati questionari a un campione di studenti e insegnanti delle classi dalla seconda alla quarta di alcune scuole primarie della prima cintura di Torino. Si è ipotizzato che potrebbe sussistere una correlazione tra l’insorgenza di disturbi psicosomatici e le azioni e relazioni dei bambini all’interno del contesto classe, tra pari e con l’insegnante. Un’ulteriore ipotesi consiste nella possibilità che il rendimento scolastico incida sull’insorgenza del disturbo psicosomatico e/o sulla manifestazione dei sintomi, come anche la funzionalità emotiva. 
I risultati hanno confermato in parte tali tendenze.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/37556