La tesi esamina l’impatto delle innovazioni apportate dalla direttiva 2019/2161, nota anche come Modernisation Directive, alla tutela dei consumatori e alla disciplina di contrasto alle pratiche commerciali scorrette, con riferimento in particolare ai contratti di consumo stipulati su mercati digitali. Gli interventi di riforma realizzati si pongono in continuità con quanto annunciato dalla Commissione Europea nel 2018 con la comunicazione “Un New Deal per i Consumatori”: in essa infatti erano state illustrate misure volte sia ad adeguare l’acquis comunitario in ambito consumeristico alle caratteristiche dei mercati online e alla diffusione dei contratti di fornitura di contenuti e servizi digitali, sia a rafforzare e armonizzare il relativo sistema sanzionatorio. La direttiva 2019/2161 ha perseguito questi scopi modificando le direttive 93/13/CEE, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, 98/6/CEE, relativa alla protezione dei consumatori in materia di indicazione dei prezzi dei prodotti offerti, 2005/29/CE, riguardante le pratiche commerciali sleali, e 2011/83/UE, sui diritti dei consumatori. Nella presente analisi vengono approfondite le innovazioni normative introdotte in merito alla menzionata armonizzazione del profilo sanzionatorio, originariamente caratterizzato da un’ampia difformità tra le discipline nazionali dei singoli Stati membri che l'introduzione di criteri comuni mira ora a superare, e all’introduzione di obblighi informativi precontrattuali in relazione ai contratti conclusi su mercati online. Inoltre, si osserva come il campo di applicazione della direttiva 2011/83 sia stato ampliato in modo da ricondurvi anche i contratti di fornitura di servizi e contenuti digitali che prevedono un corrispettivo di carattere non pecuniario, ma consistente nella sola cessione di dati personali, con rilevanti conseguenze relativamente all’esperibilità del diritto di recesso e all'imposizione di obblighi informativi. Sono poi analizzate le disposizioni introdotte riguardo le pratiche commerciali emergenti dall’utilizzo di tecnologie di recente sviluppo, e in particolare la personalizzazione dei prezzi realizzata tramite algoritmi in grado di ricavare l’importo massimo che i singoli consumatori sono disposti a spendere per determinati prodotti, il posizionamento dei risultati a seguito dell'inserimento di un input su motori di ricerca o piattaforme digitali e i relativi abusi, e la crescente importanza dei sistemi reputazionali online. Si tratta di fenomeni in grado di influenzare in misura notevole l’iter formativo della volontà degli utenti online, orientandone le decisioni d’acquisto in modi spesso non immediatamente rilevabili. In merito, la direttiva 2019/2161 ha introdotto all’interno della direttiva 2005/29 disposizioni di incisivo impatto, al fine di conservare il ruolo di quest’ultima di strumento privilegiato nella regolazione del mercato e nella protezione dell’autodeterminazione del consumatore.

Le pratiche commerciali scorrette alla luce della direttiva (UE) 2019/2161

CATAROZZO, ALESSIO
2023/2024

Abstract

La tesi esamina l’impatto delle innovazioni apportate dalla direttiva 2019/2161, nota anche come Modernisation Directive, alla tutela dei consumatori e alla disciplina di contrasto alle pratiche commerciali scorrette, con riferimento in particolare ai contratti di consumo stipulati su mercati digitali. Gli interventi di riforma realizzati si pongono in continuità con quanto annunciato dalla Commissione Europea nel 2018 con la comunicazione “Un New Deal per i Consumatori”: in essa infatti erano state illustrate misure volte sia ad adeguare l’acquis comunitario in ambito consumeristico alle caratteristiche dei mercati online e alla diffusione dei contratti di fornitura di contenuti e servizi digitali, sia a rafforzare e armonizzare il relativo sistema sanzionatorio. La direttiva 2019/2161 ha perseguito questi scopi modificando le direttive 93/13/CEE, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, 98/6/CEE, relativa alla protezione dei consumatori in materia di indicazione dei prezzi dei prodotti offerti, 2005/29/CE, riguardante le pratiche commerciali sleali, e 2011/83/UE, sui diritti dei consumatori. Nella presente analisi vengono approfondite le innovazioni normative introdotte in merito alla menzionata armonizzazione del profilo sanzionatorio, originariamente caratterizzato da un’ampia difformità tra le discipline nazionali dei singoli Stati membri che l'introduzione di criteri comuni mira ora a superare, e all’introduzione di obblighi informativi precontrattuali in relazione ai contratti conclusi su mercati online. Inoltre, si osserva come il campo di applicazione della direttiva 2011/83 sia stato ampliato in modo da ricondurvi anche i contratti di fornitura di servizi e contenuti digitali che prevedono un corrispettivo di carattere non pecuniario, ma consistente nella sola cessione di dati personali, con rilevanti conseguenze relativamente all’esperibilità del diritto di recesso e all'imposizione di obblighi informativi. Sono poi analizzate le disposizioni introdotte riguardo le pratiche commerciali emergenti dall’utilizzo di tecnologie di recente sviluppo, e in particolare la personalizzazione dei prezzi realizzata tramite algoritmi in grado di ricavare l’importo massimo che i singoli consumatori sono disposti a spendere per determinati prodotti, il posizionamento dei risultati a seguito dell'inserimento di un input su motori di ricerca o piattaforme digitali e i relativi abusi, e la crescente importanza dei sistemi reputazionali online. Si tratta di fenomeni in grado di influenzare in misura notevole l’iter formativo della volontà degli utenti online, orientandone le decisioni d’acquisto in modi spesso non immediatamente rilevabili. In merito, la direttiva 2019/2161 ha introdotto all’interno della direttiva 2005/29 disposizioni di incisivo impatto, al fine di conservare il ruolo di quest’ultima di strumento privilegiato nella regolazione del mercato e nella protezione dell’autodeterminazione del consumatore.
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