ABSTRACT La presente tesi si propone di analizzare la normativa statale, canonica e concordataria che regola la tutela e la valorizzazione dei beni culturali di interesse religioso, in particolare di quei beni che sono espressione della religiosità della confessione cattolica. Il fascino del tema affrontato sta nel fatto che i beni culturali di interesse religioso, assommano su di loro una duplice valenza culturale: sono tali, infatti, in quanto “testimonianze materiali aventi valore di civiltà”, secondo la definizione elaborata dalla Commissione Franceschini nel 1967, ma al contempo sono anche espressione della religiosità di una determinata comunità. Entrambi questi “valori culturali” sono rilevanti e solo mediante una politica di effettiva collaborazione tra autorità civili ed ecclesiastiche è possibile una efficace tutela e valorizzazione di questa particolare categoria di beni. L’analisi, quindi, non si è limitata alla disamina della normativa contenuta all’interno del Codice dei beni culturali e del paesaggio: quest’ultima, indubbiamente, è fondamentale per comprendere quali siano le attività volte alla tutela e alla valorizzazione di tutti i beni culturali, e quindi anche dei beni culturali di interesse religioso, ma per questi ultimi è necessario anche lo studio della normativa concordataria che li riguarda e che si è rivelata di centrale importanza al fine di preservare quel quid pluris di valenza culturale di cui tali beni sono portatori. L’analisi, quindi, si è concentrata, in un primo momento, sul percorso normativo che ha permesso di passare da una generica nozione di “cose appartenenti ad enti ecclesiastici”, contenuta nella legge n. 1089 del 1939 in materia di “Tutela delle cose d’interesse Artistico e Storico”, alla più precisa nozione di “beni culturali di interesse religioso”, utilizzata per la prima volta a livello statale nell’articolo 19 del Testo Unico 490/1999 e attualmente contenuta all’articolo 9 del Codice dei beni culturali e del paesaggio: tramite un’analisi dettagliata di quest’ultimo articolo, infatti, si è cercato di definire la nozione “bene culturale di interesse religioso”, tenendola ben distinta da quella di “bene ecclesiastico”. In secondo luogo, sono state analizzate le Intese che sono intervenute al fine di dare concreta attuazione al principio di collaborazione così come enunciato dall’articolo 12 dell’Accordo di Villa Madama ed espressamente richiamato al secondo comma dell’articolo 9: l’analisi della normativa concordataria permette di mettere in luce le modalità in cui l’autorità ecclesiastica e quella statale hanno cercato di contemperare le esigenze di carattere culturale con quelle di carattere religioso, in considerazione del fatto che i beni culturali di interesse religioso nascono proprio con il fine primario di adempiere ad attività e scopi di carattere religioso. Da ciò si può comprendere come norme statali, canoniche e concordatarie creino un quadro piuttosto complesso e talvolta anche difficile da ricomporre, ma che sicuramente ha il merito di tutelare e valorizzare un patrimonio, quale quello di interesse religioso, indubbiamente magnifico.

I beni culturali di interesse religioso

CROSASSO, ISABELLA
2023/2024

Abstract

ABSTRACT La presente tesi si propone di analizzare la normativa statale, canonica e concordataria che regola la tutela e la valorizzazione dei beni culturali di interesse religioso, in particolare di quei beni che sono espressione della religiosità della confessione cattolica. Il fascino del tema affrontato sta nel fatto che i beni culturali di interesse religioso, assommano su di loro una duplice valenza culturale: sono tali, infatti, in quanto “testimonianze materiali aventi valore di civiltà”, secondo la definizione elaborata dalla Commissione Franceschini nel 1967, ma al contempo sono anche espressione della religiosità di una determinata comunità. Entrambi questi “valori culturali” sono rilevanti e solo mediante una politica di effettiva collaborazione tra autorità civili ed ecclesiastiche è possibile una efficace tutela e valorizzazione di questa particolare categoria di beni. L’analisi, quindi, non si è limitata alla disamina della normativa contenuta all’interno del Codice dei beni culturali e del paesaggio: quest’ultima, indubbiamente, è fondamentale per comprendere quali siano le attività volte alla tutela e alla valorizzazione di tutti i beni culturali, e quindi anche dei beni culturali di interesse religioso, ma per questi ultimi è necessario anche lo studio della normativa concordataria che li riguarda e che si è rivelata di centrale importanza al fine di preservare quel quid pluris di valenza culturale di cui tali beni sono portatori. L’analisi, quindi, si è concentrata, in un primo momento, sul percorso normativo che ha permesso di passare da una generica nozione di “cose appartenenti ad enti ecclesiastici”, contenuta nella legge n. 1089 del 1939 in materia di “Tutela delle cose d’interesse Artistico e Storico”, alla più precisa nozione di “beni culturali di interesse religioso”, utilizzata per la prima volta a livello statale nell’articolo 19 del Testo Unico 490/1999 e attualmente contenuta all’articolo 9 del Codice dei beni culturali e del paesaggio: tramite un’analisi dettagliata di quest’ultimo articolo, infatti, si è cercato di definire la nozione “bene culturale di interesse religioso”, tenendola ben distinta da quella di “bene ecclesiastico”. In secondo luogo, sono state analizzate le Intese che sono intervenute al fine di dare concreta attuazione al principio di collaborazione così come enunciato dall’articolo 12 dell’Accordo di Villa Madama ed espressamente richiamato al secondo comma dell’articolo 9: l’analisi della normativa concordataria permette di mettere in luce le modalità in cui l’autorità ecclesiastica e quella statale hanno cercato di contemperare le esigenze di carattere culturale con quelle di carattere religioso, in considerazione del fatto che i beni culturali di interesse religioso nascono proprio con il fine primario di adempiere ad attività e scopi di carattere religioso. Da ciò si può comprendere come norme statali, canoniche e concordatarie creino un quadro piuttosto complesso e talvolta anche difficile da ricomporre, ma che sicuramente ha il merito di tutelare e valorizzare un patrimonio, quale quello di interesse religioso, indubbiamente magnifico.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
919289_tesicrosassomat.919289.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.46 MB
Formato Adobe PDF
1.46 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/37538