The following work, in the context of legal medicine, is based on a comparison between Chilean and Italian legislations (following the participation to an exchange program between the University of Turin and the Catholic University of Chile) about organ and tissue transplantation, with the aim to highlight the strengths and weaknesses of both systems and then propose solutions and ideas for the future of transplantation programs. In the last decades, the remarkable improvements in the management of chronically ill patients have meant that the demand for organs has increased considerably at global level, creating an unacceptable shortage of organs and tissues and exacerbating the problem of waitlist mortality rate. The aforementioned comparison analyzes and compares various aspects and procedures necessary to carry out the organ harvesting and the subsequent implantation in a receiving organism, among which the procedures for the certification of brain death, for the collection of consent to the donation, the organization of authorized centers and the management of waiting lists. The comparison between the two regulatory systems of a European and a Latin American reality exposes the critical issues related to each of these aspects: the main conclusion is that among the legislative interventions to be implemented to increase the number of organs available it would be advisable to radically change the mechanism for the collection of consent to the donation, moving from an opting-in system like the one in force in Italy to an opting-out system based on the one in force in Chile (founded upon the concept of "universal donor") eliminating, on the other hand, the systematic delegation of consent to the families of the deceased, which happens de facto in all the cases in the South American country taken into account. This legislative comparison is enriched by a perceptive analysis obtained with the conduction of a poll of both cohorts (Italian and Chilean) by interviewing a sample of outpatients and medical staff. Following the analysis of the data extracted from the poll it is possible to underline, in both countries, a great lack of the information in the hands of citizens and a substantial lack of participation of the medical health staff in actively providing patients with the tools to make informed decisions about organ and tissue donation. The polled data clearly indicate that more awareness and accountability from doctors of the global community is needed to avoid the recourse by citizens to unreliable and unverified sources of information, including on a subject as delicate as that of donations and transplants.

Il lavoro, nell'ambito della medicina legale, ha come oggetto una comparazione fra le normative cilena e italiana (a seguito della partecipazione a un progetto di scambio fra l'Università degli Studi di Torino e l'Università Cattolica del Cile) in merito ai trapianti di organi e tessuti, nell'ottica di evidenziare punti forti e criticità di entrambi i sistemi per poi proporre delle soluzioni e suggerire degli spunti per il futuro dei programmi di trapianti. Negli ultimi decenni, i notevoli miglioramenti nell'ambito della gestione del malato cronico hanno fatto sì che la domanda di organi sia aumentata considerevolmente a livello globale creando un divario inaccettabile rispetto all'offerta degli stessi e inasprendo il problema della mortalità in lista d'attesa. La suddetta comparazione analizza e confronta vari aspetti e procedure necessari per porre in essere l'espianto degli organi e il successivo impianto in un organismo ricevente, fra i quali le procedure per la certificazione della morte encefalica, per la raccolta del consenso alla donazione, l'organizzazione dei centri autorizzati e la gestione delle liste d'attesa. Il confronto fra i due sistemi normativi di una realtà europea e di una latinoamericana mette a nudo le criticità legate a ciascuno di questi aspetti: la conclusione principale è che fra gli interventi legislativi da mettere in atto per aumentare il numero degli organi disponibili sarebbe opportuno cambiare radicalmente il meccanismo di raccolta del consenso alla donazione, passando da un sistema di opting-in come quello in vigore in Italia a uno di opting-out sulla base di quello in vigore in Cile (fondato sul concetto del ¿donatore universale¿) eliminando dall'altra parte la delega sistematica del consenso alle famiglie dei defunti, cosa che accade de facto nella totalità dei casi nel Paese sudamericano. La comparazione legislativa è inoltre corredata da un'analisi statistica di percezione ottenuta somministrando un questionario anonimo di opinione a un campione di pazienti ambulatoriali e personale sanitario di entrambe le coorti (italiana di Torino e cilena di Santiago). A seguito dell'analisi dei dati del questionario viene alla luce, in entrambi i Paesi, una grossa carenza di informazioni in possesso dei cittadini e una sostanziale scarsa partecipazione del personale medico sanitario nel fornire attivamente ai pazienti gli strumenti per prendere delle decisioni consapevoli in merito alla donazione di organi e tessuti. I dati del questionario indicano chiaramente che è necessaria una presa di coscienza e assunzione di responsabilità da parte dei medici della comunità globale per evitare il ricorso da parte dei cittadini a fonti di informazione poco attendibili e non verificate anche in merito a una tematica così delicata come quella delle donazioni e dei trapianti.

Donazioni di organi e tessuti: comparazione legislativa e di percezione fra Italia e Cile.

BONVENTO FIDONE, GIOVANNI
2017/2018

Abstract

Il lavoro, nell'ambito della medicina legale, ha come oggetto una comparazione fra le normative cilena e italiana (a seguito della partecipazione a un progetto di scambio fra l'Università degli Studi di Torino e l'Università Cattolica del Cile) in merito ai trapianti di organi e tessuti, nell'ottica di evidenziare punti forti e criticità di entrambi i sistemi per poi proporre delle soluzioni e suggerire degli spunti per il futuro dei programmi di trapianti. Negli ultimi decenni, i notevoli miglioramenti nell'ambito della gestione del malato cronico hanno fatto sì che la domanda di organi sia aumentata considerevolmente a livello globale creando un divario inaccettabile rispetto all'offerta degli stessi e inasprendo il problema della mortalità in lista d'attesa. La suddetta comparazione analizza e confronta vari aspetti e procedure necessari per porre in essere l'espianto degli organi e il successivo impianto in un organismo ricevente, fra i quali le procedure per la certificazione della morte encefalica, per la raccolta del consenso alla donazione, l'organizzazione dei centri autorizzati e la gestione delle liste d'attesa. Il confronto fra i due sistemi normativi di una realtà europea e di una latinoamericana mette a nudo le criticità legate a ciascuno di questi aspetti: la conclusione principale è che fra gli interventi legislativi da mettere in atto per aumentare il numero degli organi disponibili sarebbe opportuno cambiare radicalmente il meccanismo di raccolta del consenso alla donazione, passando da un sistema di opting-in come quello in vigore in Italia a uno di opting-out sulla base di quello in vigore in Cile (fondato sul concetto del ¿donatore universale¿) eliminando dall'altra parte la delega sistematica del consenso alle famiglie dei defunti, cosa che accade de facto nella totalità dei casi nel Paese sudamericano. La comparazione legislativa è inoltre corredata da un'analisi statistica di percezione ottenuta somministrando un questionario anonimo di opinione a un campione di pazienti ambulatoriali e personale sanitario di entrambe le coorti (italiana di Torino e cilena di Santiago). A seguito dell'analisi dei dati del questionario viene alla luce, in entrambi i Paesi, una grossa carenza di informazioni in possesso dei cittadini e una sostanziale scarsa partecipazione del personale medico sanitario nel fornire attivamente ai pazienti gli strumenti per prendere delle decisioni consapevoli in merito alla donazione di organi e tessuti. I dati del questionario indicano chiaramente che è necessaria una presa di coscienza e assunzione di responsabilità da parte dei medici della comunità globale per evitare il ricorso da parte dei cittadini a fonti di informazione poco attendibili e non verificate anche in merito a una tematica così delicata come quella delle donazioni e dei trapianti.
ITA
SPA
The following work, in the context of legal medicine, is based on a comparison between Chilean and Italian legislations (following the participation to an exchange program between the University of Turin and the Catholic University of Chile) about organ and tissue transplantation, with the aim to highlight the strengths and weaknesses of both systems and then propose solutions and ideas for the future of transplantation programs. In the last decades, the remarkable improvements in the management of chronically ill patients have meant that the demand for organs has increased considerably at global level, creating an unacceptable shortage of organs and tissues and exacerbating the problem of waitlist mortality rate. The aforementioned comparison analyzes and compares various aspects and procedures necessary to carry out the organ harvesting and the subsequent implantation in a receiving organism, among which the procedures for the certification of brain death, for the collection of consent to the donation, the organization of authorized centers and the management of waiting lists. The comparison between the two regulatory systems of a European and a Latin American reality exposes the critical issues related to each of these aspects: the main conclusion is that among the legislative interventions to be implemented to increase the number of organs available it would be advisable to radically change the mechanism for the collection of consent to the donation, moving from an opting-in system like the one in force in Italy to an opting-out system based on the one in force in Chile (founded upon the concept of "universal donor") eliminating, on the other hand, the systematic delegation of consent to the families of the deceased, which happens de facto in all the cases in the South American country taken into account. This legislative comparison is enriched by a perceptive analysis obtained with the conduction of a poll of both cohorts (Italian and Chilean) by interviewing a sample of outpatients and medical staff. Following the analysis of the data extracted from the poll it is possible to underline, in both countries, a great lack of the information in the hands of citizens and a substantial lack of participation of the medical health staff in actively providing patients with the tools to make informed decisions about organ and tissue donation. The polled data clearly indicate that more awareness and accountability from doctors of the global community is needed to avoid the recourse by citizens to unreliable and unverified sources of information, including on a subject as delicate as that of donations and transplants.
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