L'atto pubblico è la prova documentale avente più rilevanza e solennità nell'ordinamento giuridico italiano, sia per la sua formazione, che deve sottostare a particolari requisiti, quanto per la sua forza probante, che è generalmente riconosciuta come “piena”, ossia vincolante per il giudice. L’obiettivo della trattazione è quello di offrire un quadro chiaro e preciso di questa sua valenza probatoria. Il primo capitolo inizia con la definizione di atto pubblico e dei suoi elementi costitutivi, per poi presentare un accenno comparatistico con tre ordinamenti giuridici molto diversi tra loro (Francia, Germania e USA), con l’intento di dimostrare che le differenze giuridiche transnazionali non impediscono la circolazione di tale documento, permettendone il riconoscimento del valore probatorio anche al di fuori dello stato d’origine, e arricchendo l’esperienza giuridica sottostante con l’importazione di prassi e modelli estranei o diversi tra le varie nazioni. La trattazione seguente del capitolo è incentrata su alcuni profili probatori ritenuti per lo più pacifici, sia in giurisprudenza che in dottrina. Il primo paragrafo del secondo capitolo devia il focus dell’analisi sulla definizione e operatività della querela di falso: l’unico strumento utile per “spezzare” il vincolo probatorio fornito dall’atto pubblico. Con l’analisi di questo procedimento vengono ribaditi (e chiariti) i principi che sottostanno alla ratio di questo modello. Dopo una successiva presentazione delle diverse species di atto pubblico, sono inoltre mostrate alcune delle zone grigie che da anni coinvolgono giurisprudenza e dottrina, tra cui la particolare questione delle cartelle cliniche. Con l’ultimo capitolo, l’intento di chi scrive è stato quello di immergere il lettore nella prassi che ogni anno interessa e impegna le varie sezioni della Corte di cassazione. Nel cuore di questa fase finale è apprezzabile un breve ma interessante raffronto con il procedimento penale, che, sebbene accetti la definizione civilistica di atto pubblico, ne ha “aggiunta” una sua con l’intento di assicurare una tutela penale anche in situazioni che, civilisticamente parlando, sarebbero al di fuori dall’alveo dell’atto pubblico.

I profili probatori dell'atto pubblico

MANUEDDU, VALERIO
2021/2022

Abstract

L'atto pubblico è la prova documentale avente più rilevanza e solennità nell'ordinamento giuridico italiano, sia per la sua formazione, che deve sottostare a particolari requisiti, quanto per la sua forza probante, che è generalmente riconosciuta come “piena”, ossia vincolante per il giudice. L’obiettivo della trattazione è quello di offrire un quadro chiaro e preciso di questa sua valenza probatoria. Il primo capitolo inizia con la definizione di atto pubblico e dei suoi elementi costitutivi, per poi presentare un accenno comparatistico con tre ordinamenti giuridici molto diversi tra loro (Francia, Germania e USA), con l’intento di dimostrare che le differenze giuridiche transnazionali non impediscono la circolazione di tale documento, permettendone il riconoscimento del valore probatorio anche al di fuori dello stato d’origine, e arricchendo l’esperienza giuridica sottostante con l’importazione di prassi e modelli estranei o diversi tra le varie nazioni. La trattazione seguente del capitolo è incentrata su alcuni profili probatori ritenuti per lo più pacifici, sia in giurisprudenza che in dottrina. Il primo paragrafo del secondo capitolo devia il focus dell’analisi sulla definizione e operatività della querela di falso: l’unico strumento utile per “spezzare” il vincolo probatorio fornito dall’atto pubblico. Con l’analisi di questo procedimento vengono ribaditi (e chiariti) i principi che sottostanno alla ratio di questo modello. Dopo una successiva presentazione delle diverse species di atto pubblico, sono inoltre mostrate alcune delle zone grigie che da anni coinvolgono giurisprudenza e dottrina, tra cui la particolare questione delle cartelle cliniche. Con l’ultimo capitolo, l’intento di chi scrive è stato quello di immergere il lettore nella prassi che ogni anno interessa e impegna le varie sezioni della Corte di cassazione. Nel cuore di questa fase finale è apprezzabile un breve ma interessante raffronto con il procedimento penale, che, sebbene accetti la definizione civilistica di atto pubblico, ne ha “aggiunta” una sua con l’intento di assicurare una tutela penale anche in situazioni che, civilisticamente parlando, sarebbero al di fuori dall’alveo dell’atto pubblico.
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