The aim of this work is to study the complex relationship between the Constitutional Court and political power. The former interacts with the latter, advises it, and urges it on; the latter seems to struggle and seek shelter under the supplementary action of the Court. The analysis will be conducted from a procedural perspective. On several occasions, the Court has independently equipped itself with new tools; what impact have these innovations had on the relationship with the legislator? The first chapter will discuss the historic rulings concerning electoral laws. On those occasions, in order to intervene, the Court reshaped the concepts of relevance and incidental nature, which are prerequisites to initiate a constitutional review. The second chapter deals with the Cappato ruling, an interlocutory decision that assigned the Parliament a (rather short) term to intervene and fill an unconstitutional regulatory gap. The unconstitutionality of the challenged regulation is clearly evident, but the Court refrains from declaring it and postpones the discussion to a fixed date, in order to allow the legislator to express an opinion on the numerous discretionary choices to be made. The final chapter discusses the new means of communication adopted by the Constitutional Court: from press releases to podcasts, from the website to the "Journey through Italy," first in schools and then in prisons. Everything suggests that the Higher Court wants to get closer to the citizens, to become more understandable, even to the eyes of the less experienced, and perhaps, to gather consensus and legitimacy. It has been noted that legitimacy was never needed in the past; could this be a sign of changing times and a sign of the Court's tendency to become an actively political entity? Finally, the work will end with a final reflection on the role of the Constitutional Court in the entire legal system and conclusions from the three examples previously considered will be drawn.
Questa tesi si propone di studiare il complicato rapporto esistente tra la Corte costituzionale ed il potere politico. La prima dialoga con il secondo, lo consiglia e lo sollecita; quest’ultimo sembra arrancare e cercare riparo sotto l’azione suppletiva svolta dalla Corte. L’analisi verrà condotta da un punto di vista procedurale. In più occasioni la Corte si è autonomamente dotata di nuovi strumenti; che peso hanno avuto queste novità nel rapporto con il legislatore? Nel primo capitolo si tratteranno le storiche sentenze riguardanti le leggi elettorali. In quelle occasioni, per poter intervenire, la Corte ha rimodellato i concetti di rilevanza ed incidentalità, requisiti per l’instaurazione del giudizio costituzionale. Il secondo capitolo riguarda, invece, l’ordinanza Cappato, decisione interlocutoria che ha affidato al Parlamento un termine (piuttosto breve) per intervenire e colmare una incostituzionale lacuna di disciplina. È palese il rilievo dell’incostituzionalità della disposizione censurata, ma la Corte si astiene dal dichiararla e rinvia la discussione a data fissa, per consentire al legislatore di prendere posizione relativamente alle numerose scelte discrezionali da operare. L’ultimo capitolo tratta dei nuovi mezzi di comunicazione di cui la Corte costituzionale si è dotata: dai comunicati stampa ai podcast, dal sito internet al Viaggio in Italia, prima nelle scuole poi nelle carceri. Tutto fa sembrare che il giudice delle leggi voglia avvicinarsi ai cittadini, rendersi maggiormente comprensibile, anche agli occhi dei meno esperti, e, forse, raccogliere consensi e legittimazione. Si è osservato come non abbia mai avuto bisogno, in passato, di quest’ultima; è forse un segno del cambiamento dei tempi e della tendenza della Corte a farsi soggetto attivamente politico? Infine, il lavoro si concluderà con una riflessione finale sul ruolo della Corte costituzionale nell’intero ordinamento e sulle conclusioni che si possono trarre dai tre esempi presi in considerazione in precedenza.
Corte costituzionale e poteri politici
GIRIODI, ELISA
2023/2024
Abstract
Questa tesi si propone di studiare il complicato rapporto esistente tra la Corte costituzionale ed il potere politico. La prima dialoga con il secondo, lo consiglia e lo sollecita; quest’ultimo sembra arrancare e cercare riparo sotto l’azione suppletiva svolta dalla Corte. L’analisi verrà condotta da un punto di vista procedurale. In più occasioni la Corte si è autonomamente dotata di nuovi strumenti; che peso hanno avuto queste novità nel rapporto con il legislatore? Nel primo capitolo si tratteranno le storiche sentenze riguardanti le leggi elettorali. In quelle occasioni, per poter intervenire, la Corte ha rimodellato i concetti di rilevanza ed incidentalità, requisiti per l’instaurazione del giudizio costituzionale. Il secondo capitolo riguarda, invece, l’ordinanza Cappato, decisione interlocutoria che ha affidato al Parlamento un termine (piuttosto breve) per intervenire e colmare una incostituzionale lacuna di disciplina. È palese il rilievo dell’incostituzionalità della disposizione censurata, ma la Corte si astiene dal dichiararla e rinvia la discussione a data fissa, per consentire al legislatore di prendere posizione relativamente alle numerose scelte discrezionali da operare. L’ultimo capitolo tratta dei nuovi mezzi di comunicazione di cui la Corte costituzionale si è dotata: dai comunicati stampa ai podcast, dal sito internet al Viaggio in Italia, prima nelle scuole poi nelle carceri. Tutto fa sembrare che il giudice delle leggi voglia avvicinarsi ai cittadini, rendersi maggiormente comprensibile, anche agli occhi dei meno esperti, e, forse, raccogliere consensi e legittimazione. Si è osservato come non abbia mai avuto bisogno, in passato, di quest’ultima; è forse un segno del cambiamento dei tempi e della tendenza della Corte a farsi soggetto attivamente politico? Infine, il lavoro si concluderà con una riflessione finale sul ruolo della Corte costituzionale nell’intero ordinamento e sulle conclusioni che si possono trarre dai tre esempi presi in considerazione in precedenza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/37333