This paper fundamentally analyzes the issue of visual impairment and how it can be addressed from an 'inclusive perspective within the Primary School through the development of tactile books. In the first chapter, after some theoretical references related to the causes, classifications and parameters of this disability, the incidence of it within the psychophysical development of the child is addressed, especially with regard to motor autonomy and orientation and the implications from a psychological point of view. Other elements considered are the vicarious function of the senses, their real potential and limitations, and the parental role in the child's perception of his or her own disability. Beginning in the second chapter, I focus on the topic of the visually impaired pupil in school, examining the various issues related to his or her inclusion, possible barriers and facilitators, and among them the indispensable role of the support teacher as a promoter in creating an inclusive climate. Ample emphasis is also given to teaching aids and mediators, but also to some tricks that can facilitate the inclusion of a child with visual impairment. All these issues are also addressed starting with some preliminary references regarding the evolution of school inclusion processes in the light of Italian and international legislation over the last fifty yearsIn chapter three, I go on to illustrate the general characteristics and purposes of tactile books, especially through comparison with authors who have gained significant experience and equally significant recognition in this field, starting with Bruno Munari and continuing with Roberta Bridda and Philippe Claudet. Also examined here are the various stages of realizing the serial production of tactical images from different techniques each including advantages and limitations. In the fourth and final chapter, after stating the aims of the Primary School in the light of the 2012 and 2018 National Directions, I try to demonstrate how the conception, design and implementation of tactile books represent not only a truly inclusive activity but also an interdisciplinary one that is congruent with the various competence development goals. Toward the end I arrive at developing a proposal for a teaching activity that by way of example could be adopted and applied with sufficient margin of safety and relative independence from the context of reference. A further element that we felt we should point out is related to the experience of the increasingly popular tactile museums that can be an interesting resource from elementary school onwards in continuity and as an extension of the teaching activities indicated above. Throughout the elaboration of this path, we have tried to give as operational a slant as possible, moved by the need to provide a contribution, however limited and without any claim to exhaustiveness, capable of guiding the practices of inclusion and the methodological awareness of future teachers, support and non-support, starting of course with the writer. However, this work also wants to bring back to the center of the public debate a topic, that of visual impairment, which in our opinion in recent years seems to have been at least partially vanished, replaced by “new” forms of disorders that are more treated in the media, while we believe that every form of discomfort has the right to citizenship indiscriminately, so that everyone can truly recognize themselves as an active and irreplaceable subject of social change.

Il presente lavoro analizza fondamentalmente il tema della disabilità visiva e di come essa possa essere affrontata in un’ ottica inclusiva all’interno della Scuola Primaria attraverso l’elaborazione di libri tattili. Nel primo capitolo, dopo alcuni riferimenti di carattere teorico relativi alle cause, alle classificazioni e parametri di tale disabilità, viene affrontata l’incidenza di essa all’interno dello sviluppo psicofisico del bambino, soprattutto per quanto concerne l’autonomia motoria e l’orientamento ed i risvolti da un punto di vista psicologico. Altri elementi presi in considerazione sono la funzione vicariante dei sensi, delle loro reali potenzialità e dei loro limiti, e il ruolo genitoriale nella percezione che il bambino ha della propria disabilità. A partire dal secondo capitolo mi concentro sul tema dell’alunno con disabilità visiva a scuola, esaminando le varie problematiche connesse al suo inserimento, eventuali barriere e facilitatori e tra questi il ruolo indispensabile del docente di sostegno come promoter nella creazione di un clima inclusivo. Ampio risalto viene dato anche ai sussidi e mediatori didattici ma anche ad alcuni accorgimenti che possono favorire l’inserimento di un bambino con disabilità visiva. Tutte queste tematiche sono affrontate inoltre partendo da alcuni riferimenti preliminari relativi all’evoluzione dei processi di inclusione scolastica alla luce della normativa italiana e internazionale negli ultimi cinquant’anni. Nel capitolo terzo proseguo illustrando le caratteristiche generali e le finalità dei libri tattili, soprattutto mediante il confronto con autori che hanno maturato una significativa esperienza e un altrettanto significativo riconoscimento in questo campo, partendo da Bruno Munari e proseguendo con Roberta Bridda e Philippe Claudet. In questa sede sono esaminate anche le varie fasi di realizzazione della produzione seriale di immagini tattiche a partire da diverse tecniche ciascuna comprensiva di vantaggi e limiti. Nel quarto e ultimo capitolo, dopo aver indicato le finalità della Scuola primaria alla luce delle Indicazioni Nazionali del 2012 e del 2018, cerco di dimostrare come l’ideazione, la progettazione e la realizzazione dei libri tattili rappresentino non solo un’attività realmente inclusiva ma anche interdisciplinare e congruente con i vari traguardi per lo sviluppo delle competenze. Verso la fine arrivo ad elaborare una proposta di attività didattica che a titolo esemplificativo potrebbe essere adottata e applicata con sufficiente margine di sicurezza e relativa indipendenza dal contesto di riferimento. Un ulteriore elemento che abbiamo ritenuto di dover indicare è legato all’esperienza dei sempre più diffusi musei tattili che possono costituire fin dalla Scuola primaria un’interessante risorsa in continuità e come ampliamento delle attività didattiche sopra indicate. Per tutta l’elaborazione di questo percorso si è cercato di dare un taglio il più possibile operativo mossi dall’esigenza di fornire un contributo, per quanto limitato e senza alcuna pretesa di esaustività, capace di orientare le prassi di inclusione e la consapevolezza metodologica dei futuri docenti, di sostegno e non, a partire naturalmente da chi scrive. Tale lavoro vuole però anche riportare al centro del dibattito pubblico un tema, quello appunto della disabilità visiva che a nostro avviso negli ultimi anni sembra essersi almeno in parte dileguato, sostituito da “nuove” forme di disturbo mediaticamente più trattate, mentre riteniamo che ogni forma di disagio abbia indistintamente diritto di cittadinanza, affinché ciascuno possa realmente riconoscersi come soggetto attivo e insostituibile di cambiamento sociale.

I libri tattili come risorsa per l'apprendimento di bambini con disabilità visiva nella scuola primaria: una proposta di didattica ludica in ottica inclusiva

FEMIA, ALESSIA
2023/2024

Abstract

Il presente lavoro analizza fondamentalmente il tema della disabilità visiva e di come essa possa essere affrontata in un’ ottica inclusiva all’interno della Scuola Primaria attraverso l’elaborazione di libri tattili. Nel primo capitolo, dopo alcuni riferimenti di carattere teorico relativi alle cause, alle classificazioni e parametri di tale disabilità, viene affrontata l’incidenza di essa all’interno dello sviluppo psicofisico del bambino, soprattutto per quanto concerne l’autonomia motoria e l’orientamento ed i risvolti da un punto di vista psicologico. Altri elementi presi in considerazione sono la funzione vicariante dei sensi, delle loro reali potenzialità e dei loro limiti, e il ruolo genitoriale nella percezione che il bambino ha della propria disabilità. A partire dal secondo capitolo mi concentro sul tema dell’alunno con disabilità visiva a scuola, esaminando le varie problematiche connesse al suo inserimento, eventuali barriere e facilitatori e tra questi il ruolo indispensabile del docente di sostegno come promoter nella creazione di un clima inclusivo. Ampio risalto viene dato anche ai sussidi e mediatori didattici ma anche ad alcuni accorgimenti che possono favorire l’inserimento di un bambino con disabilità visiva. Tutte queste tematiche sono affrontate inoltre partendo da alcuni riferimenti preliminari relativi all’evoluzione dei processi di inclusione scolastica alla luce della normativa italiana e internazionale negli ultimi cinquant’anni. Nel capitolo terzo proseguo illustrando le caratteristiche generali e le finalità dei libri tattili, soprattutto mediante il confronto con autori che hanno maturato una significativa esperienza e un altrettanto significativo riconoscimento in questo campo, partendo da Bruno Munari e proseguendo con Roberta Bridda e Philippe Claudet. In questa sede sono esaminate anche le varie fasi di realizzazione della produzione seriale di immagini tattiche a partire da diverse tecniche ciascuna comprensiva di vantaggi e limiti. Nel quarto e ultimo capitolo, dopo aver indicato le finalità della Scuola primaria alla luce delle Indicazioni Nazionali del 2012 e del 2018, cerco di dimostrare come l’ideazione, la progettazione e la realizzazione dei libri tattili rappresentino non solo un’attività realmente inclusiva ma anche interdisciplinare e congruente con i vari traguardi per lo sviluppo delle competenze. Verso la fine arrivo ad elaborare una proposta di attività didattica che a titolo esemplificativo potrebbe essere adottata e applicata con sufficiente margine di sicurezza e relativa indipendenza dal contesto di riferimento. Un ulteriore elemento che abbiamo ritenuto di dover indicare è legato all’esperienza dei sempre più diffusi musei tattili che possono costituire fin dalla Scuola primaria un’interessante risorsa in continuità e come ampliamento delle attività didattiche sopra indicate. Per tutta l’elaborazione di questo percorso si è cercato di dare un taglio il più possibile operativo mossi dall’esigenza di fornire un contributo, per quanto limitato e senza alcuna pretesa di esaustività, capace di orientare le prassi di inclusione e la consapevolezza metodologica dei futuri docenti, di sostegno e non, a partire naturalmente da chi scrive. Tale lavoro vuole però anche riportare al centro del dibattito pubblico un tema, quello appunto della disabilità visiva che a nostro avviso negli ultimi anni sembra essersi almeno in parte dileguato, sostituito da “nuove” forme di disturbo mediaticamente più trattate, mentre riteniamo che ogni forma di disagio abbia indistintamente diritto di cittadinanza, affinché ciascuno possa realmente riconoscersi come soggetto attivo e insostituibile di cambiamento sociale.
ITA
This paper fundamentally analyzes the issue of visual impairment and how it can be addressed from an 'inclusive perspective within the Primary School through the development of tactile books. In the first chapter, after some theoretical references related to the causes, classifications and parameters of this disability, the incidence of it within the psychophysical development of the child is addressed, especially with regard to motor autonomy and orientation and the implications from a psychological point of view. Other elements considered are the vicarious function of the senses, their real potential and limitations, and the parental role in the child's perception of his or her own disability. Beginning in the second chapter, I focus on the topic of the visually impaired pupil in school, examining the various issues related to his or her inclusion, possible barriers and facilitators, and among them the indispensable role of the support teacher as a promoter in creating an inclusive climate. Ample emphasis is also given to teaching aids and mediators, but also to some tricks that can facilitate the inclusion of a child with visual impairment. All these issues are also addressed starting with some preliminary references regarding the evolution of school inclusion processes in the light of Italian and international legislation over the last fifty yearsIn chapter three, I go on to illustrate the general characteristics and purposes of tactile books, especially through comparison with authors who have gained significant experience and equally significant recognition in this field, starting with Bruno Munari and continuing with Roberta Bridda and Philippe Claudet. Also examined here are the various stages of realizing the serial production of tactical images from different techniques each including advantages and limitations. In the fourth and final chapter, after stating the aims of the Primary School in the light of the 2012 and 2018 National Directions, I try to demonstrate how the conception, design and implementation of tactile books represent not only a truly inclusive activity but also an interdisciplinary one that is congruent with the various competence development goals. Toward the end I arrive at developing a proposal for a teaching activity that by way of example could be adopted and applied with sufficient margin of safety and relative independence from the context of reference. A further element that we felt we should point out is related to the experience of the increasingly popular tactile museums that can be an interesting resource from elementary school onwards in continuity and as an extension of the teaching activities indicated above. Throughout the elaboration of this path, we have tried to give as operational a slant as possible, moved by the need to provide a contribution, however limited and without any claim to exhaustiveness, capable of guiding the practices of inclusion and the methodological awareness of future teachers, support and non-support, starting of course with the writer. However, this work also wants to bring back to the center of the public debate a topic, that of visual impairment, which in our opinion in recent years seems to have been at least partially vanished, replaced by “new” forms of disorders that are more treated in the media, while we believe that every form of discomfort has the right to citizenship indiscriminately, so that everyone can truly recognize themselves as an active and irreplaceable subject of social change.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/37323