Il concetto di inclusione si è messo in discussione negli ultimi anni abbracciando una prospettiva che non rinnega la dimensione dell’integrazione, ma la orienta verso una visione più sociale e contestuale con l’obiettivo di promuovere una scuola delle differenze (Cottini, 2017). Da un approccio prevalentemente medico degli anni ‘70 in cui l'inserimento nei confronti degli studenti con disabilità era propriamente giuridico e assistenziale, si è passati ad un approccio sociale per il quale è la società che deve essere ridisegnata affinché prenda in considerazione i bisogni delle persone con disabilità (Pavone, 2014, Cottini, 2017). Grazie alle normative e disposizioni a livello nazionale e internazionale che fanno parte dell’evoluzione del concetto di inclusione, si è visto un cambio di paradigma rispetto al modo in cui si concepisce la persona con disabilità: da persona da assistere a persona portatrice di diritti (Onu, 2006). Per una didattica accessibile e inclusiva, occorre creare ambienti nei quali si deve cercare di stimolare il network strategico, affettivo e di riconoscimento, in modo che tutti i bambini presenti all’interno di una classe, possano essere valorizzati nel miglior modo possibile senza accentuare la diversità che li caratterizza. Ciò implica costruire in primis una cultura delle differenze nella quale valorizzare gli interessi individuali e rendere visibili i diversi modi di apprendere e in secondo luogo progettare una didattica delle differenze, quindi pluralizzare l’offerta didattica in modo che siano a disposizione di alunni e alunne i modi diversi per imparare (Rose e Meyer 2002, D’Alonzo, 2016). All’interno del contesto educativo, il curricolo inclusivo, riveste un ruolo chiave in termini di “inclusione”: non consiste solo nell’apportare piccoli cambiamenti per gli studenti con necessità specifiche, bensì mette in evidenza l’importanza della varietà come un elemento cruciale per il processo di apprendimento di tutti gli studenti. (Cottini, 2022) Nel contesto della Sindrome dello Spettro Autistico, in particolare la storica “Sindrome di Asperger", spesso non si ha una diagnosi e gli insegnanti devono organizzare e progettare il lavoro in modo inclusivo. In particolare si vuole esplorare il cambiamento della percezione di questa sindrome, comprendendo la storia e l’evoluzione fino ai giorni nostri, abbracciando una prospettiva che supera l’approccio medico e vada oltre la disabilità, considerandola come una forma di biodiversità umana (Valtellina, 2020). Una menomazione non comporta necessariamente che una persona sia considerata disabile, di conseguenza, secondo l'approccio dei Disability Studies, è cruciale promuovere un cambiamento in tutte le istituzioni della società, sia formali che informali. In ambito scolastico, le difficoltà e le sfide che gli studenti incontrano non devono essere trascurate o sminuite, ma riconosciute come parte integrante della loro esperienza e come una realtà con cui gli insegnanti devono confrontarsi. L’educazione inclusiva è un processo di trasformazione totale dell’istituzione scolastica che coinvolge in modo diretto la didattica e il curricolo, al fine di garantire a tutti, con le proprie specificità, di esercitare il diritto a un’istruzione di qualità (D’Alessio, 2011).

Oltre la disabilità. Educazione inclusiva e condizione di Autismo.

CANCIAN, CHIARA
2023/2024

Abstract

Il concetto di inclusione si è messo in discussione negli ultimi anni abbracciando una prospettiva che non rinnega la dimensione dell’integrazione, ma la orienta verso una visione più sociale e contestuale con l’obiettivo di promuovere una scuola delle differenze (Cottini, 2017). Da un approccio prevalentemente medico degli anni ‘70 in cui l'inserimento nei confronti degli studenti con disabilità era propriamente giuridico e assistenziale, si è passati ad un approccio sociale per il quale è la società che deve essere ridisegnata affinché prenda in considerazione i bisogni delle persone con disabilità (Pavone, 2014, Cottini, 2017). Grazie alle normative e disposizioni a livello nazionale e internazionale che fanno parte dell’evoluzione del concetto di inclusione, si è visto un cambio di paradigma rispetto al modo in cui si concepisce la persona con disabilità: da persona da assistere a persona portatrice di diritti (Onu, 2006). Per una didattica accessibile e inclusiva, occorre creare ambienti nei quali si deve cercare di stimolare il network strategico, affettivo e di riconoscimento, in modo che tutti i bambini presenti all’interno di una classe, possano essere valorizzati nel miglior modo possibile senza accentuare la diversità che li caratterizza. Ciò implica costruire in primis una cultura delle differenze nella quale valorizzare gli interessi individuali e rendere visibili i diversi modi di apprendere e in secondo luogo progettare una didattica delle differenze, quindi pluralizzare l’offerta didattica in modo che siano a disposizione di alunni e alunne i modi diversi per imparare (Rose e Meyer 2002, D’Alonzo, 2016). All’interno del contesto educativo, il curricolo inclusivo, riveste un ruolo chiave in termini di “inclusione”: non consiste solo nell’apportare piccoli cambiamenti per gli studenti con necessità specifiche, bensì mette in evidenza l’importanza della varietà come un elemento cruciale per il processo di apprendimento di tutti gli studenti. (Cottini, 2022) Nel contesto della Sindrome dello Spettro Autistico, in particolare la storica “Sindrome di Asperger", spesso non si ha una diagnosi e gli insegnanti devono organizzare e progettare il lavoro in modo inclusivo. In particolare si vuole esplorare il cambiamento della percezione di questa sindrome, comprendendo la storia e l’evoluzione fino ai giorni nostri, abbracciando una prospettiva che supera l’approccio medico e vada oltre la disabilità, considerandola come una forma di biodiversità umana (Valtellina, 2020). Una menomazione non comporta necessariamente che una persona sia considerata disabile, di conseguenza, secondo l'approccio dei Disability Studies, è cruciale promuovere un cambiamento in tutte le istituzioni della società, sia formali che informali. In ambito scolastico, le difficoltà e le sfide che gli studenti incontrano non devono essere trascurate o sminuite, ma riconosciute come parte integrante della loro esperienza e come una realtà con cui gli insegnanti devono confrontarsi. L’educazione inclusiva è un processo di trasformazione totale dell’istituzione scolastica che coinvolge in modo diretto la didattica e il curricolo, al fine di garantire a tutti, con le proprie specificità, di esercitare il diritto a un’istruzione di qualità (D’Alessio, 2011).
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