This thesis aims to analyze and study the compatibility of life imprisonment with our Constitutional Charter. The thesis is divided into three chapters: in the first chapter, the function of punishment is analyzed. It begins with a brief exposition of the various general theories of punishment. The debate of the Constituent Assembly on the function of punishment is reconstructed, which concluded with the drafting of Article 27, paragraph 3 of the Constitution, establishing that “punishments cannot consist of treatments contrary to the sense of humanity and must aim at the re-education of the convicted.” The focus then shifts to the concrete application of the re-educational purpose of the sanction within the execution phase, an element that is always considered essential is precisely the re-educational purpose during the execution phase.In the second chapter, the historical framework of life imprisonment is outlined; starting from the etymological analysis of the term and then proceeding to the introduction of this punishment in the Zanardelli Code up to the enactment of the Constitution. From this moment on, the abolition of the death penalty took place, which was replaced by life imprisonment. For the first time, the new Constitution clearly assigns a specific function to punishment. In particular, Article 27, paragraph 3 of the Constitution assigns a re-educational purpose to punishment. The aforementioned article will assume increasing importance over time and will be used as the main parameter to investigate the compatibility of life imprisonment with the Constitution. Since its introduction, various doubts have been raised about the compatibility between a perpetual punishment and its re-educational purpose, understood as the resocialization of the offender. Even during the preparatory works for the Constitution, there were differing positions among the Constituent Assembly members on the retention of perpetual punishment in the new Constitution.Shortly afterward, the Supreme Court and the Constitutional Court were questioned about the constitutional legitimacy of life imprisonment: the first ruling dates back to 1956 when the United Sections of the Supreme Court deemed life imprisonment legitimate; in 1974, the Constitutional Court declared the issue of the constitutionality of Article 22 of the Penal Code, in reference to Article 27, paragraph 3 of the Constitution, to be unfounded. In the same chapter, the process that has gradually eroded perpetual punishment over time is reported: starting from Law 1634 of 1962, various openings have emerged in the barrier of perpetuity for deserving convicts. In 1986, the Gozzini Law was enacted, which modified the 1975 Penitentiary Law No. 354 by introducing a particular prison regime and granting various benefits to convicts, including access to reward permits and alternative measures. It is important to remember this law because it brought many changes to the penal and penitentiary regime of life imprisonment, making it less of a 'life sentence.' Another important element mentioned in this chapter concerns the first ruling of the Constitutional Court regarding the unconstitutionality of life imprisonment if applied to a minor under eighteen. This chapter also analyzes Article 22 of the Penal Code in the current discipline and the so-called 'third type' life imprisonment. Subsequently, I analyzed the rulings of the Constitutional Court and the European Court of Human Rights on life impriso

La presente tesi si propone di analizzare e studiare la compatibilità dell’ergastolo con la nostra Carta Costituzionale. La tesi è divisa in tre capitoli: nel primo capitolo viene analizzata la funzione della pena. Si apre infatti con una breve esposizione delle varie teorie generali della pena. Si ricostruisce il dibattito dell’Assemblea Costituente sulla funzione della pena, il quale si è concluso con la redazione dell’art. 27, comma 3 Cost. stabilendo che ‘’ le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’’. Dopo l’attenzione si è spostata sull’applicazione concreta del finalismo rieducativo della sanzione all’interno della fase esecutiva, un elemento che è sempre individuato come imprescindibile è stato proprio quello della finalità rieducativa nella fase esecutiva. Nel secondo capitolo invece viene delineato il quadro storico dell’ergastolo; partendo dall’analisi etimologica del termine proseguendo poi all’introduzione di tale pena nel Codice Zanardelli fino all’entrata in vigore della Costituzione. A partire da questo momento si è assistito all’abrogazione della pena di morte, la quale è stata sostituita dalla pena dell’ergastolo. La nuova Costituzione per la prima volta assegna chiaramente una funzione specifica alla pena. In particolare, l’art. 27, comma 3 Cost. attribuisce alla pena una finalità rieducativa. L’articolo da ultimo citato assumerà nel tempo un’importanza sempre maggiore e sarà utilizzato come parametro principale per indagare la compatibilità dell’ergastolo con la Costituzione. Fin dalla sua introduzione, si sono sollevati diversi dubbi circa la compatibilità tra una pena perpetua e la finalità rieducativa della stessa, intesa come risocializzazione del reo. Già durante i lavori preparatori per la Costituzione, vi erano posizioni differenti tra i Costituenti sul mantenimento della pena perpetua nella nuova Costituzione. Poco più tardi vennero interrogate la Corte di Cassazione e quella Costituzionale sulla legittimità costituzionale dell’ergastolo: la prima pronuncia risale al 1956 quando la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ritenuto legittima la pena dell’ergastolo; nel 1974 invece la Corte Costituzionale dichiarò infondata la questione di costituzionalità dell’art 22 del Codice penale in riferimento all’art 27 comma 3 Cost. Nello stesso capitolo viene poi riportato l’iter che ha eroso nel tempo la pena perpetua: a partire dalla legge 1634 del 1962 sono diversi gli spiragli che si sono aperti nella barriera della perpetuità per i condannati meritevoli. Nel 1986 venne emanata la Legge Gozzini la norma andò a modificare la legge penitenziaria del 1975 n.354 introducendo un particolare regime di reclusione carceraria e concedendo diversi benefici ai condannati, tra i quali ricordiamo, l’accesso ai permessi premio e alle misure alternative. È importante ricordare questa legge perché ha apportato molte modifiche al regime penale e penitenziario dell’ergastolo, rendendolo sempre meno una ‘pena a vita’. Un altro tassello importante, riportato in questo capitolo, riguarda la prima pronuncia della Corte Costituzionale in merito all’illegittimità costituzionale dell’ergastolo se applicato a un minore di anni diciotto. In questo capitolo si è poi analizzato l’articolo 22 c.p. nella disciplina vigente ed è stata fatta l’analisi del cosiddetto ergastolo di ‘terzo tipo’. Successivamente ho analizzato le sentenze della Corte Costituzionale e de

ERGASTOLO TRA GARANZIE COSTITUZIONALI E SOVRANAZIONALI

MELA, FRANCESCA
2023/2024

Abstract

La presente tesi si propone di analizzare e studiare la compatibilità dell’ergastolo con la nostra Carta Costituzionale. La tesi è divisa in tre capitoli: nel primo capitolo viene analizzata la funzione della pena. Si apre infatti con una breve esposizione delle varie teorie generali della pena. Si ricostruisce il dibattito dell’Assemblea Costituente sulla funzione della pena, il quale si è concluso con la redazione dell’art. 27, comma 3 Cost. stabilendo che ‘’ le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’’. Dopo l’attenzione si è spostata sull’applicazione concreta del finalismo rieducativo della sanzione all’interno della fase esecutiva, un elemento che è sempre individuato come imprescindibile è stato proprio quello della finalità rieducativa nella fase esecutiva. Nel secondo capitolo invece viene delineato il quadro storico dell’ergastolo; partendo dall’analisi etimologica del termine proseguendo poi all’introduzione di tale pena nel Codice Zanardelli fino all’entrata in vigore della Costituzione. A partire da questo momento si è assistito all’abrogazione della pena di morte, la quale è stata sostituita dalla pena dell’ergastolo. La nuova Costituzione per la prima volta assegna chiaramente una funzione specifica alla pena. In particolare, l’art. 27, comma 3 Cost. attribuisce alla pena una finalità rieducativa. L’articolo da ultimo citato assumerà nel tempo un’importanza sempre maggiore e sarà utilizzato come parametro principale per indagare la compatibilità dell’ergastolo con la Costituzione. Fin dalla sua introduzione, si sono sollevati diversi dubbi circa la compatibilità tra una pena perpetua e la finalità rieducativa della stessa, intesa come risocializzazione del reo. Già durante i lavori preparatori per la Costituzione, vi erano posizioni differenti tra i Costituenti sul mantenimento della pena perpetua nella nuova Costituzione. Poco più tardi vennero interrogate la Corte di Cassazione e quella Costituzionale sulla legittimità costituzionale dell’ergastolo: la prima pronuncia risale al 1956 quando la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ritenuto legittima la pena dell’ergastolo; nel 1974 invece la Corte Costituzionale dichiarò infondata la questione di costituzionalità dell’art 22 del Codice penale in riferimento all’art 27 comma 3 Cost. Nello stesso capitolo viene poi riportato l’iter che ha eroso nel tempo la pena perpetua: a partire dalla legge 1634 del 1962 sono diversi gli spiragli che si sono aperti nella barriera della perpetuità per i condannati meritevoli. Nel 1986 venne emanata la Legge Gozzini la norma andò a modificare la legge penitenziaria del 1975 n.354 introducendo un particolare regime di reclusione carceraria e concedendo diversi benefici ai condannati, tra i quali ricordiamo, l’accesso ai permessi premio e alle misure alternative. È importante ricordare questa legge perché ha apportato molte modifiche al regime penale e penitenziario dell’ergastolo, rendendolo sempre meno una ‘pena a vita’. Un altro tassello importante, riportato in questo capitolo, riguarda la prima pronuncia della Corte Costituzionale in merito all’illegittimità costituzionale dell’ergastolo se applicato a un minore di anni diciotto. In questo capitolo si è poi analizzato l’articolo 22 c.p. nella disciplina vigente ed è stata fatta l’analisi del cosiddetto ergastolo di ‘terzo tipo’. Successivamente ho analizzato le sentenze della Corte Costituzionale e de
ITA
This thesis aims to analyze and study the compatibility of life imprisonment with our Constitutional Charter. The thesis is divided into three chapters: in the first chapter, the function of punishment is analyzed. It begins with a brief exposition of the various general theories of punishment. The debate of the Constituent Assembly on the function of punishment is reconstructed, which concluded with the drafting of Article 27, paragraph 3 of the Constitution, establishing that “punishments cannot consist of treatments contrary to the sense of humanity and must aim at the re-education of the convicted.” The focus then shifts to the concrete application of the re-educational purpose of the sanction within the execution phase, an element that is always considered essential is precisely the re-educational purpose during the execution phase.In the second chapter, the historical framework of life imprisonment is outlined; starting from the etymological analysis of the term and then proceeding to the introduction of this punishment in the Zanardelli Code up to the enactment of the Constitution. From this moment on, the abolition of the death penalty took place, which was replaced by life imprisonment. For the first time, the new Constitution clearly assigns a specific function to punishment. In particular, Article 27, paragraph 3 of the Constitution assigns a re-educational purpose to punishment. The aforementioned article will assume increasing importance over time and will be used as the main parameter to investigate the compatibility of life imprisonment with the Constitution. Since its introduction, various doubts have been raised about the compatibility between a perpetual punishment and its re-educational purpose, understood as the resocialization of the offender. Even during the preparatory works for the Constitution, there were differing positions among the Constituent Assembly members on the retention of perpetual punishment in the new Constitution.Shortly afterward, the Supreme Court and the Constitutional Court were questioned about the constitutional legitimacy of life imprisonment: the first ruling dates back to 1956 when the United Sections of the Supreme Court deemed life imprisonment legitimate; in 1974, the Constitutional Court declared the issue of the constitutionality of Article 22 of the Penal Code, in reference to Article 27, paragraph 3 of the Constitution, to be unfounded. In the same chapter, the process that has gradually eroded perpetual punishment over time is reported: starting from Law 1634 of 1962, various openings have emerged in the barrier of perpetuity for deserving convicts. In 1986, the Gozzini Law was enacted, which modified the 1975 Penitentiary Law No. 354 by introducing a particular prison regime and granting various benefits to convicts, including access to reward permits and alternative measures. It is important to remember this law because it brought many changes to the penal and penitentiary regime of life imprisonment, making it less of a 'life sentence.' Another important element mentioned in this chapter concerns the first ruling of the Constitutional Court regarding the unconstitutionality of life imprisonment if applied to a minor under eighteen. This chapter also analyzes Article 22 of the Penal Code in the current discipline and the so-called 'third type' life imprisonment. Subsequently, I analyzed the rulings of the Constitutional Court and the European Court of Human Rights on life impriso
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/37305