La didattica della storia è andata incontro a diversi cambiamenti nel corso degli anni, che le hanno permesso di innovarsi e di rispondere alle esigenze di un'istituzione scolastica sempre più orientata alla centralità dell'alunno. Le stagioni vissute da parte della storia hanno consentito a tale disciplina di andare incontro ad una didattica differente, non necessariamente legata ad un arco temporale preciso. Questa visione però, spesso non è stata accolta da parte degli insegnanti sebbene le stesse Indicazioni Nazionali del Curricolo 2012 facciano accenno ad una possibile “apertura verso la contemporaneità”, un aspetto da non sottovalutare e che consentirebbe di approcciarsi alla didattica della storia considerando nuove tematiche e nuovi orizzonti temporali. La suddetta tesi si inserisce in tale dimensione di senso e il suo scopo è quello di proporre un modo alternativo di fare storia. Quest'ultimo ha avuto modo di attuarsi attraverso un percorso tematico sperimentale rivolto ad una classe quarta della scuola Primaria in cui la didattica della storia si è legata all'uso del silent book, genere interamente veicolato dal linguaggio illustrato. L'esperienza formativa ha preso vita grazie ad una progettazione per competenze che ha avuto come obiettivo (oltre a testare le potenzialità del silent book) uno dei traguardi di competenza al termine della classe quinta a cui si sono unite le conoscenze e le abilità inerenti ad altre discipline che hanno conferito alla sperimentazione un buon livello di interdisciplinarietà. L'albo scelto è stato “L'approdo” (o “The Arrival”) dell'autore e illustratore Shaun Tan che ha voluto trattare e rendere “incredibilmente accessibile” una tematica specifica: la migrazione, divenuta oggetto di apprendimento della sperimentazione. Le sue caratteristiche sono state inizialmente delineate grazie alle preconoscenze degli allievi, procedendo in seguito attraverso la decodifica dei sei capitoli del libro. Mediante un percorso interdisciplinare dunque, che ha visto l'intreccio di diversi saperi con a capo la disciplina storia unita all'uso dello strumento silent book, il fenomeno migratorio ha gradualmente preso forma, in una dialettica continua tra il bagaglio conoscitivo pregresso degli alunni e l'attività interpretativa che insieme hanno consentito il dispiegarsi di un atteggiamento competente. Dopo aver delineato un orizzonte di natura teorica riguardante la didattica della storia (capitolo 1), il mondo dell'albo senza parole (capitolo 2), la conseguente descrizione del silent book scelto (capitolo 3) e della sua tematica (capitolo 4), nei capitoli successivi si è passati alla delineazione del progetto sperimentale prima “pensato” poi “agito” per cui si è resa necessaria una parte osservativa iniziale. al termine dell'esperienza formativa, è stato possibile fornire una risposta all'interrogativo di partenza posto e dunque: il silent book può dirsi via prediletta per trattare una tematica ancora attuale partendo dalle considerazioni e libere interpretazioni degli allievi e tenendo conto del fatto che essi portino con sé all'interno dell'istituzione scolastica un bagaglio di nozioni, informazioni e sapere? Nonostante la novità del genere e la complessità del tema, alla luce dei dati ottenuti, l'uso dell'albo senza parole nell'ambito della didattica della storia ha stupito e si è rivelato vincente.
Didattica della storia e silent book: scoprire il fenomeno migratorio in un "orizzonte silenzioso"
CHIABRANDO, LORENZA
2019/2020
Abstract
La didattica della storia è andata incontro a diversi cambiamenti nel corso degli anni, che le hanno permesso di innovarsi e di rispondere alle esigenze di un'istituzione scolastica sempre più orientata alla centralità dell'alunno. Le stagioni vissute da parte della storia hanno consentito a tale disciplina di andare incontro ad una didattica differente, non necessariamente legata ad un arco temporale preciso. Questa visione però, spesso non è stata accolta da parte degli insegnanti sebbene le stesse Indicazioni Nazionali del Curricolo 2012 facciano accenno ad una possibile “apertura verso la contemporaneità”, un aspetto da non sottovalutare e che consentirebbe di approcciarsi alla didattica della storia considerando nuove tematiche e nuovi orizzonti temporali. La suddetta tesi si inserisce in tale dimensione di senso e il suo scopo è quello di proporre un modo alternativo di fare storia. Quest'ultimo ha avuto modo di attuarsi attraverso un percorso tematico sperimentale rivolto ad una classe quarta della scuola Primaria in cui la didattica della storia si è legata all'uso del silent book, genere interamente veicolato dal linguaggio illustrato. L'esperienza formativa ha preso vita grazie ad una progettazione per competenze che ha avuto come obiettivo (oltre a testare le potenzialità del silent book) uno dei traguardi di competenza al termine della classe quinta a cui si sono unite le conoscenze e le abilità inerenti ad altre discipline che hanno conferito alla sperimentazione un buon livello di interdisciplinarietà. L'albo scelto è stato “L'approdo” (o “The Arrival”) dell'autore e illustratore Shaun Tan che ha voluto trattare e rendere “incredibilmente accessibile” una tematica specifica: la migrazione, divenuta oggetto di apprendimento della sperimentazione. Le sue caratteristiche sono state inizialmente delineate grazie alle preconoscenze degli allievi, procedendo in seguito attraverso la decodifica dei sei capitoli del libro. Mediante un percorso interdisciplinare dunque, che ha visto l'intreccio di diversi saperi con a capo la disciplina storia unita all'uso dello strumento silent book, il fenomeno migratorio ha gradualmente preso forma, in una dialettica continua tra il bagaglio conoscitivo pregresso degli alunni e l'attività interpretativa che insieme hanno consentito il dispiegarsi di un atteggiamento competente. Dopo aver delineato un orizzonte di natura teorica riguardante la didattica della storia (capitolo 1), il mondo dell'albo senza parole (capitolo 2), la conseguente descrizione del silent book scelto (capitolo 3) e della sua tematica (capitolo 4), nei capitoli successivi si è passati alla delineazione del progetto sperimentale prima “pensato” poi “agito” per cui si è resa necessaria una parte osservativa iniziale. al termine dell'esperienza formativa, è stato possibile fornire una risposta all'interrogativo di partenza posto e dunque: il silent book può dirsi via prediletta per trattare una tematica ancora attuale partendo dalle considerazioni e libere interpretazioni degli allievi e tenendo conto del fatto che essi portino con sé all'interno dell'istituzione scolastica un bagaglio di nozioni, informazioni e sapere? Nonostante la novità del genere e la complessità del tema, alla luce dei dati ottenuti, l'uso dell'albo senza parole nell'ambito della didattica della storia ha stupito e si è rivelato vincente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/37240