This paper aims to highlight the complexity of the relationship between law and science in the Italian legal system. Scientific research is protected by the Constitution and the law has the task of governing its results. In the first chapter we will give an account of the protection offered by art. 9 and art. 33 cost. and the effective implementation of the constitutional model through the organisation of the university system and the funding of research. It will then move on to the analysis of the main limits that the freedom of science encounters, which refer above all to personal rights, like the human dignity. The most sensitive area is biomedical, where individual positions are directly involved in new scientific findings and where the protection of the fundamental right to health comes into play. In the second and third chapters, the influence of scientific data on the sources of law and jurisprudence will be analysed. In particular, with regard to the legislative intervention, the risks of an abstentionist model that leaves ample room for manoeuvre to the technical bodies, to the self-determination of individuals, but, above all, to judicial activism. It’s clear that in the elaboration of its decisions politics cannot be separated from the scientific knowledge, and that the legislative discretion must be oriented in the respect of the “reserve of science". At present, however, the modalities of the dialogue are still uncertain. The recent experience of the Scientific Technical Committee underlines the need to rationalise the advisory function and, in general, to revisit the relationship between science and law. In the absence of a clear discipline, the risk is that cases of discrimination or lack of protection occur again, as in the matter of euthanasia; or cases of pseudo-science, as happened with the cases Stamina and Di Bella.
Con il presente elaborato si intende evidenziare la complessità dei rapporti tra diritto e scienza nell’ordinamento italiano. La ricerca scientifica è astrattamente tutelata dalla Costituzione e al diritto spetta il compito di governarne i risultati. Nel primo capitolo si darà conto della protezione offerta dagli artt. 9 e 33 cost. e dell’effettiva attuazione del modello costituzionale attraverso l’organizzazione del sistema universitario e il finanziamento della ricerca. Si passerà poi all’analisi dei maggiori limiti che incontra la libertà di scienza, i quali si riferiscono soprattutto ai diritti personali, primo tra tutti la dignità umana. Il settore più delicato è quello biomedico, dove le posizioni individuali sono direttamente coinvolte dalle nuove acquisizioni scientifiche e dove entra in gioco la tutela del fondamentale diritto alla salute. Nel secondo e nel terzo capitolo verrà invece analizzata l’influenza del dato scientifico sulle fonti del diritto e sulla giurisprudenza. In particolare, per quanto riguarda l’intervento legislativo, si evidenzieranno i rischi di un modello astensionista che lascia ampi spazi di manovra agli organi tecnici, all’autodeterminazione dei singoli, ma, soprattutto, all’attivismo giudiziario. È ormai chiaro che nell’elaborazione delle proprie decisioni la politica non possa prescindere dalle conoscenze tecnico-scientifiche, e che la discrezionalità legislativa debba orientarsi nel rispetto della c.d. “riserva di scienza”. Attualmente rimangono però ancora incerte le modalità del dialogo. La recente esperienza del Comitato Tecnico Scientifico sottolinea come sia necessario procedere a una razionalizzazione della funzione consultiva e, in generale, a una rivisitazione dei rapporti tra scienza e diritto. In assenza di una chiara disciplina, il rischio è che si verifichino nuovamente casi di discriminazione o vuoti di tutela, come in materia di fine vita; o casi di pseudo-scienza, come accaduto nelle vicende Stamina e Di Bella.
Diritto e scienza: il difficile coordinamento all'interno dell'ordinamento italiano
LUCCHINO, ANNA
2021/2022
Abstract
Con il presente elaborato si intende evidenziare la complessità dei rapporti tra diritto e scienza nell’ordinamento italiano. La ricerca scientifica è astrattamente tutelata dalla Costituzione e al diritto spetta il compito di governarne i risultati. Nel primo capitolo si darà conto della protezione offerta dagli artt. 9 e 33 cost. e dell’effettiva attuazione del modello costituzionale attraverso l’organizzazione del sistema universitario e il finanziamento della ricerca. Si passerà poi all’analisi dei maggiori limiti che incontra la libertà di scienza, i quali si riferiscono soprattutto ai diritti personali, primo tra tutti la dignità umana. Il settore più delicato è quello biomedico, dove le posizioni individuali sono direttamente coinvolte dalle nuove acquisizioni scientifiche e dove entra in gioco la tutela del fondamentale diritto alla salute. Nel secondo e nel terzo capitolo verrà invece analizzata l’influenza del dato scientifico sulle fonti del diritto e sulla giurisprudenza. In particolare, per quanto riguarda l’intervento legislativo, si evidenzieranno i rischi di un modello astensionista che lascia ampi spazi di manovra agli organi tecnici, all’autodeterminazione dei singoli, ma, soprattutto, all’attivismo giudiziario. È ormai chiaro che nell’elaborazione delle proprie decisioni la politica non possa prescindere dalle conoscenze tecnico-scientifiche, e che la discrezionalità legislativa debba orientarsi nel rispetto della c.d. “riserva di scienza”. Attualmente rimangono però ancora incerte le modalità del dialogo. La recente esperienza del Comitato Tecnico Scientifico sottolinea come sia necessario procedere a una razionalizzazione della funzione consultiva e, in generale, a una rivisitazione dei rapporti tra scienza e diritto. In assenza di una chiara disciplina, il rischio è che si verifichino nuovamente casi di discriminazione o vuoti di tutela, come in materia di fine vita; o casi di pseudo-scienza, come accaduto nelle vicende Stamina e Di Bella.File | Dimensione | Formato | |
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