La presente tesi esplora la complessa dinamica della tortura come crimine e fenomeno di devianza sociale, indagando il suo inquadramento tanto nel contesto nazionale quanto in quello internazionale. La prima parte dell’elaborato si concentra su un approccio costruzionista alla criminalità, esaminando il modo in cui le condotte vengono controllate e criminalizzate, con un particolare focus sui crimini di Stato. Successivamente, la tesi definisce la tortura attraverso un'analisi legislativa e giuridica, ponendo le basi per una comprensione più completa riguardo all’iter che ha portato all’adozione della legge n. 110 del 2017, la quale ha introdotto il reato di tortura nell’ordinamento italiano. Il terzo capitolo si concentra sulla relazione tra vittima e torturatore, evidenziando le implicazioni sia fisiche sia psicologiche e i traumi derivanti dalla tortura stessa. Particolare attenzione è rivolta alla figura del carnefice e alle politiche statali che ne facilitano l'impunità, soprattutto evidenziando il ruolo dello Stato nell’abbandono della vittima a favore della protezione dell’aggressore. A seguire, nel quarto capitolo l'analisi si sposta sulla brutalità della polizia, scandagliando il rapporto tra le esigenze di pubblica sicurezza e le azioni delle forze dell'ordine, con un'incursione specifica sul trattamento riservato alle minoranze etniche e agli immigrati. Infine, l’ultimo capitolo offre un approfondimento dettagliato degli eventi del G8, caso emblematico nel panorama italiano, utilizzando quest’ultimi come studi di caso per riflettere sulle teorie e sui dati illustrati nei capitoli precedenti. Attraverso una ricerca di questo tipo, la tesi mira a fornire una comprensione critica della tortura, considerandola non solo come fattispecie di reato e violazione dei diritti umani, ma anche come un fenomeno profondamente radicato nelle strutture di potere e controllo sociale.
Il crimine di tortura: profili normativi e socio-giuridici
DEL DUCA, LUDOVICA
2023/2024
Abstract
La presente tesi esplora la complessa dinamica della tortura come crimine e fenomeno di devianza sociale, indagando il suo inquadramento tanto nel contesto nazionale quanto in quello internazionale. La prima parte dell’elaborato si concentra su un approccio costruzionista alla criminalità, esaminando il modo in cui le condotte vengono controllate e criminalizzate, con un particolare focus sui crimini di Stato. Successivamente, la tesi definisce la tortura attraverso un'analisi legislativa e giuridica, ponendo le basi per una comprensione più completa riguardo all’iter che ha portato all’adozione della legge n. 110 del 2017, la quale ha introdotto il reato di tortura nell’ordinamento italiano. Il terzo capitolo si concentra sulla relazione tra vittima e torturatore, evidenziando le implicazioni sia fisiche sia psicologiche e i traumi derivanti dalla tortura stessa. Particolare attenzione è rivolta alla figura del carnefice e alle politiche statali che ne facilitano l'impunità, soprattutto evidenziando il ruolo dello Stato nell’abbandono della vittima a favore della protezione dell’aggressore. A seguire, nel quarto capitolo l'analisi si sposta sulla brutalità della polizia, scandagliando il rapporto tra le esigenze di pubblica sicurezza e le azioni delle forze dell'ordine, con un'incursione specifica sul trattamento riservato alle minoranze etniche e agli immigrati. Infine, l’ultimo capitolo offre un approfondimento dettagliato degli eventi del G8, caso emblematico nel panorama italiano, utilizzando quest’ultimi come studi di caso per riflettere sulle teorie e sui dati illustrati nei capitoli precedenti. Attraverso una ricerca di questo tipo, la tesi mira a fornire una comprensione critica della tortura, considerandola non solo come fattispecie di reato e violazione dei diritti umani, ma anche come un fenomeno profondamente radicato nelle strutture di potere e controllo sociale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/37078