“Differenziazione didattica e autismo: dal pensiero dei Disabillity studies ad un’idea progettuale cross disciplinare per una scuola inclusiva” La tesi in questione vuole far emerge un grosso dualismo tra la differenziazione didattica, solitamente usata nella scuola italiana per bambini certificati, e l’autismo. È rinomato che l’autismo possiede moltissime forme, dal caso lieve a quello più compromesso, ma tutte da considerarsi come forme di disabilità. Bisogna pensare che sempre più bambini disabili sono inseriti nei contesti scolastici e che però la scuola stessa non possiede personale formato ad hoc per loro. Spesso queste figure ricoprono un ruolo di assistenza in quanto mancano le competenze e le esperienze in questo settore. Altre volte ancora, la persona disabile è vista come portatore di disturbo, disordine e disagio in un contesto classe e quindi viene fatto mascherare un suo possibile allontanamento come una sorta di benevolenza nei suoi confronti, pensando che ciò possa alleviale il suo disagio manifestato con comportamenti problema. Il pensiero dei Disability studies è fondamentalmente perché segna il passaggio di un cambiamento, vuole iniziare ad introdurre il concetto di persona disabile come essere pensante. Essi sottolineano il grandissimo valore intrinseco che una persona disabile possiede, può e deve prendere delle decisioni, legate al proprio futuro, che comportano un cambiamento della società anche se persiste l’idea che una persona disabile sia solo portato di un deficit. I successivi capitoli sono pensati per far emergere un lavoro autentico incentrato su un’analisi approfondita dei soggetti, analisi che ogni docente dovrebbe svolgere prima di compiere qualsiasi attività. Introduco i concetti di storie sociali e di comunicazione aumentativa alternativa come possibile canale comunicativo alternativo alla classica comunicazione classica fino ad arrivare ad un’ipotesi progettuale di un’unità didattica cross disciplinare applicata, dove viene sottolineata l’ottica di una scuola inclusiva secondo il modello di Tomlison in cui vengono rispettati i tempi di apprendimento del singolo in difficoltà senza però “bloccare” i bambini più capaci verso un apprendimento autentico.
“Differenziazione didattica e autismo: dal pensiero dei Disabillity studies ad un’idea progettuale cross disciplinare per una scuola inclusiva”
GUELI, ADELAIDE
2023/2024
Abstract
“Differenziazione didattica e autismo: dal pensiero dei Disabillity studies ad un’idea progettuale cross disciplinare per una scuola inclusiva” La tesi in questione vuole far emerge un grosso dualismo tra la differenziazione didattica, solitamente usata nella scuola italiana per bambini certificati, e l’autismo. È rinomato che l’autismo possiede moltissime forme, dal caso lieve a quello più compromesso, ma tutte da considerarsi come forme di disabilità. Bisogna pensare che sempre più bambini disabili sono inseriti nei contesti scolastici e che però la scuola stessa non possiede personale formato ad hoc per loro. Spesso queste figure ricoprono un ruolo di assistenza in quanto mancano le competenze e le esperienze in questo settore. Altre volte ancora, la persona disabile è vista come portatore di disturbo, disordine e disagio in un contesto classe e quindi viene fatto mascherare un suo possibile allontanamento come una sorta di benevolenza nei suoi confronti, pensando che ciò possa alleviale il suo disagio manifestato con comportamenti problema. Il pensiero dei Disability studies è fondamentalmente perché segna il passaggio di un cambiamento, vuole iniziare ad introdurre il concetto di persona disabile come essere pensante. Essi sottolineano il grandissimo valore intrinseco che una persona disabile possiede, può e deve prendere delle decisioni, legate al proprio futuro, che comportano un cambiamento della società anche se persiste l’idea che una persona disabile sia solo portato di un deficit. I successivi capitoli sono pensati per far emergere un lavoro autentico incentrato su un’analisi approfondita dei soggetti, analisi che ogni docente dovrebbe svolgere prima di compiere qualsiasi attività. Introduco i concetti di storie sociali e di comunicazione aumentativa alternativa come possibile canale comunicativo alternativo alla classica comunicazione classica fino ad arrivare ad un’ipotesi progettuale di un’unità didattica cross disciplinare applicata, dove viene sottolineata l’ottica di una scuola inclusiva secondo il modello di Tomlison in cui vengono rispettati i tempi di apprendimento del singolo in difficoltà senza però “bloccare” i bambini più capaci verso un apprendimento autentico.File | Dimensione | Formato | |
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