The work aims to analyze the possible introduction of the crime of ecocide as the fifth crime within the Rome Statute and the effects this may have on the regulation of environmental crimes in Title VI-bis of the Penal Code. Furthermore, it questions the need for integrating the relevant legislation. Additionally, the paper reflects on the role of the International Criminal Court , considering that it might not be the best forum to judge cases of ecocide; instead, a special ad hoc court is proposed. The discussion originates from the value attributed to the environment, starting with the Constitutional charter and the principles of European environmental policy, subsequently analyzing national environmental legislation(Testo Unico Ambientale) and, finally, the law n. 68/2015 on eco-crimes. In particular, the introduction of Article 452-quater will be discussed in conjunction with the epilogue of the Eternit case. The paper then focuses on the concept of ecocide and its historical evolution, as well as the inseparable link between humans and nature. Additionally, it examines the proposal to amend the Rome Statute offered by the Independent Expert Panel with the addition of Article 8-ter titled ecocide, highlighting both the aspects that ensure greater protection of the ecosystem internationally, as well as the present criticalities, along with the proposal of a Nature Guardian and a Nature Court. Furthermore, the most effective sanctioning method for cases of ecocide is questioned, considering that, in the perspective of restoration and regeneration of the damaged environment, a merely punitive sanction would not guarantee a healthy and livable environment for future generations and would thus be discriminatory. Therefore, a system of restorative and regenerative justice is proposed to support the traditional retributive justice system. A comparative analysis between the offenses of environmental pollution under Article 452-bis of the Penal code and environmental disaster under Article 452-quater of the penal Code and the proposed Article 8-ter is proposed. In particular, it questions the need for modifications and integrations by the national legislator to achieve the level of protection provided by Article 8-ter. Finally, two hypotheses of applying Article 8-ter to concrete cases are proposed, highlighting both the additional constraints to which the national legislator would be subjected with the European Directive 2024/1203 and the adoption of Article 8-ter, as well as the effectiveness of the International Criminal Court.
Il lavoro si propone di analizzare la possibile introduzione del crimine di ecocidio quale quinto crimine all’interno dello Statuto di Roma e quali effetti ciò potrà avere sulla disciplina dei crimini ambientali al Titolo VI-bis del Codice penale e, altresì, ci si interroga sulla necessità o meno di integrazione della disciplina in questione. Inoltre, lo scritto riflette sul ruolo della Corte penale internazionale, in quanto essa potrebbe non essere il foro migliore per giudicare i casi di ecocidio, invero si propone una Corte ad hoc. La discussione origina dal valore attribuito al bene ambiente partendo dalla Carta costituzionale e dai principi di politica ambientale europea, analizzando in seguito il Testo Unico Ambientale e infine la legge n. 68/2015 sugli ecoreati. In particolar modo verrà discussa l’introduzione dell’art. 452-quater in concomitanza con l’epilogo del caso Eternit. In seguito, lo scritto si sofferma sulla concezione di ecocidio e sull’evoluzione storica di questo concetto, nonché sul legame indissolubile tra uomo e natura. In aggiunta viene analizzata la proposta di emendamento dello Statuto di Roma offerta dall’Indipendent Expert Panel con l’aggiunta dell’articolo 8-ter denominato «ecocidio», evidenziando sia gli aspetti che assicurano una tutela maggiore all’ecosistema in ambito internazionale, sia le criticità presenti, insieme alla proposta del Garante della natura e della Corte della natura. Inoltre, ci si interroga sul metodo sanzionatorio maggiormente efficace in casi di ecocidio, invero in ottica di ripristino e rigenerazione dell’ambiente leso, una sanzione meramente punitiva non riuscirebbe a garantire un ambiente sano e vivibile alle generazioni future e ciò risulterebbe discriminante; pertanto, si propone un sistema di giustizia riparativa e rigenerativa atto a coadiuvare il tradizionale sistema di giustizia retributiva. Si propone un’analisi comparatistica tra le fattispecie di inquinamento ambientale ex art. 452-bis c.p. e disastro ambientale ex art. 452-quater c.p. e il proposto art.8-ter, in particolar modo ci si interroga sulla necessità di modifiche e integrazioni da parte del legislatore nazionale per raggiungere il livello di tutela arrecata dall’art.8-ter. In ultimo si propongono due ipotesi di applicazione dell’art.8-ter a casi concreti, evidenziando sia i vincoli ulteriori a cui sarebbe sottoposto il legislatore nazionale con la Direttiva europea 2024/1203 e l’adozione dell’art.8-ter, sia l’efficacia della Corte penale internazionale.
La tutela penale dell'ambiente e la nuova frontiera dell'ecocidio
MORO, CAROLA
2023/2024
Abstract
Il lavoro si propone di analizzare la possibile introduzione del crimine di ecocidio quale quinto crimine all’interno dello Statuto di Roma e quali effetti ciò potrà avere sulla disciplina dei crimini ambientali al Titolo VI-bis del Codice penale e, altresì, ci si interroga sulla necessità o meno di integrazione della disciplina in questione. Inoltre, lo scritto riflette sul ruolo della Corte penale internazionale, in quanto essa potrebbe non essere il foro migliore per giudicare i casi di ecocidio, invero si propone una Corte ad hoc. La discussione origina dal valore attribuito al bene ambiente partendo dalla Carta costituzionale e dai principi di politica ambientale europea, analizzando in seguito il Testo Unico Ambientale e infine la legge n. 68/2015 sugli ecoreati. In particolar modo verrà discussa l’introduzione dell’art. 452-quater in concomitanza con l’epilogo del caso Eternit. In seguito, lo scritto si sofferma sulla concezione di ecocidio e sull’evoluzione storica di questo concetto, nonché sul legame indissolubile tra uomo e natura. In aggiunta viene analizzata la proposta di emendamento dello Statuto di Roma offerta dall’Indipendent Expert Panel con l’aggiunta dell’articolo 8-ter denominato «ecocidio», evidenziando sia gli aspetti che assicurano una tutela maggiore all’ecosistema in ambito internazionale, sia le criticità presenti, insieme alla proposta del Garante della natura e della Corte della natura. Inoltre, ci si interroga sul metodo sanzionatorio maggiormente efficace in casi di ecocidio, invero in ottica di ripristino e rigenerazione dell’ambiente leso, una sanzione meramente punitiva non riuscirebbe a garantire un ambiente sano e vivibile alle generazioni future e ciò risulterebbe discriminante; pertanto, si propone un sistema di giustizia riparativa e rigenerativa atto a coadiuvare il tradizionale sistema di giustizia retributiva. Si propone un’analisi comparatistica tra le fattispecie di inquinamento ambientale ex art. 452-bis c.p. e disastro ambientale ex art. 452-quater c.p. e il proposto art.8-ter, in particolar modo ci si interroga sulla necessità di modifiche e integrazioni da parte del legislatore nazionale per raggiungere il livello di tutela arrecata dall’art.8-ter. In ultimo si propongono due ipotesi di applicazione dell’art.8-ter a casi concreti, evidenziando sia i vincoli ulteriori a cui sarebbe sottoposto il legislatore nazionale con la Direttiva europea 2024/1203 e l’adozione dell’art.8-ter, sia l’efficacia della Corte penale internazionale.| File | Dimensione | Formato | |
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