Diabetes mellitus includes a group of diseases characterized by hyperglycaemia of heterogeneous aetiology, due to both environmental and genetic factors, which lead to a decreased insulin secretion. Pharmacological therapy is based on different categories of drugs, such as hypoglycaemic, anti-hyperglycemic, insulin-sensitizing agents and drugs that reduce the absorption of glucose in the intestine. The use of alternative medicines, including herbal preparations, is a constantly increasing phenomenon: it is reported that about 70% of people with diabetes mellitus resort to herbal medicine, supplements and other unconventional therapies. The concurrent use of herbal drugs and drugs, however, raises doubts about safety, as herbal products or derivatives contain active ingredients for which there is a lack of information regarding possible interactions and side effects. The most relevant herbal drugs regarding the possible risk of interactions with antidiabetic drugs are aloe, hypericum and ginseng, but also cassia, ginger, bitter gourd, garlic, licyum, trigonella, gymnema, sesame, astragola, scutellaria and olive oil should be used with caution by patients with diabetes (1). For example, in the literature it is reported how aloe can increase the effect of antidiabetic agents, such as glibenclamide, pioglitazone or repaglinide, which are substrates of CYP3A4 and CYP2D6, on which aloe exerts an inhibitory effect (1). Ginseng must also be taken with caution by diabetic patients undergoing pharmacological treatment, both because ginseng seems to induce CYP3A activity and because compound K, an important intestinal metabolite of ginsenosides, has hypoglycaemic activities as it stimulates insulin secretion, thus enhancing the hypoglycaemic effect of, for example, metformin (2). Hypericum, a potent inducer of several cytochrome P450 isoforms, can also give significant interactions with sulphonylureas, glitazones and sitagliptin (3). Furthermore, the activation of the pregnane X receptor by hypericum increases the transcription of the OCT1 transporter, with an increase in the transport of metformin in the liver and a consequent reduction of the drug concentration in the plasma. (4). It is therefore necessary to pay attention to the competing use of drugs for the treatment of diabetes and natural products.

Il termine diabete mellito comprende un gruppo di malattie caratterizzate da iperglicemia ad eziologia eterogenea, dovuto sia a fattori ambientali che genetici, i quali portano ad una diminuita secrezione insulinica. La terapia farmacologica si basa sull'utilizzo di diverse categorie di farmaci, come ipoglicemizzanti, anti-iperglicemizzanti, insulino-sensibilizzanti ed agenti che riducono l'assorbimento del glucosio a livello intestinale. L'utilizzo di medicine alternative, tra cui le preparazioni vegetali, è un fenomeno in costante aumento: è riportato che circa il 70% delle persone affette da diabete mellito fa ricorso a medicinali fitoterapici, integratori e ad altre terapie non convenzionali. Il concorrente utilizzo di droghe vegetali e farmaci solleva però dei dubbi riguardo la sicurezza, in quanto i prodotti a base di erbe o derivati contengono principi attivi per i quali vi è una carenza di informazioni riguardo alle possibili interazioni ed effetti collaterali. Le droghe vegetali più rilevanti per quanto riguarda il possibile rischio di interazioni con i farmaci antidiabetici sono l'aloe, l'iperico ed il ginseng, ma anche la cassia, lo zenzero, la zucca amara, l'aglio, il licyum, la trigonella, la gymnema, il sesamo, l'astragola, la scutellaria e l'olio d'oliva devono essere utilizzate con cautela da pazienti con diabete (1). Per esempio in letteratura è riportato come l'aloe possa incrementare l'effetto di antidiabetici, come glibenclamide, pioglitazone o repaglinide, i quali sono substrati di CYP3A4 e CYP2D6, sui quali l'aloe esercita un effetto inibitorio (1). Anche il ginseng va assunto con cautela da pazienti diabetici in trattamento farmacologico, sia perché il ginseng sembra indurre l'attività del CYP3A sia perché il composto K, importante metabolita intestinale dei ginsenosidi, ha attività ipoglicemizzanti in quanto stimola la secrezione di insulina, potenziando quindi l'effetto ipoglicemizzante per esempio della metformina (2). L'iperico, potente induttore di diverse isoforme del citocromo P450, può dare interazioni rilevanti con sulfaniluree, glitazoni e sitagliptin (3). Inoltre, l'attivazione del recettore X del pregnano da parte dell'iperico aumenta la trascrizione del trasportatore OCT1, con aumento del trasporto di metformina nel fegato e conseguente riduzione della concentrazione plasmatica del farmaco (4). È quindi necessario prestare attenzione al concorrente utilizzo di farmaci per il trattamento del diabete e prodotti naturali.

Interazioni tra prodotti naturali e farmaci per il trattamento del diabete

ZURLETTI, DEBORA
2019/2020

Abstract

Il termine diabete mellito comprende un gruppo di malattie caratterizzate da iperglicemia ad eziologia eterogenea, dovuto sia a fattori ambientali che genetici, i quali portano ad una diminuita secrezione insulinica. La terapia farmacologica si basa sull'utilizzo di diverse categorie di farmaci, come ipoglicemizzanti, anti-iperglicemizzanti, insulino-sensibilizzanti ed agenti che riducono l'assorbimento del glucosio a livello intestinale. L'utilizzo di medicine alternative, tra cui le preparazioni vegetali, è un fenomeno in costante aumento: è riportato che circa il 70% delle persone affette da diabete mellito fa ricorso a medicinali fitoterapici, integratori e ad altre terapie non convenzionali. Il concorrente utilizzo di droghe vegetali e farmaci solleva però dei dubbi riguardo la sicurezza, in quanto i prodotti a base di erbe o derivati contengono principi attivi per i quali vi è una carenza di informazioni riguardo alle possibili interazioni ed effetti collaterali. Le droghe vegetali più rilevanti per quanto riguarda il possibile rischio di interazioni con i farmaci antidiabetici sono l'aloe, l'iperico ed il ginseng, ma anche la cassia, lo zenzero, la zucca amara, l'aglio, il licyum, la trigonella, la gymnema, il sesamo, l'astragola, la scutellaria e l'olio d'oliva devono essere utilizzate con cautela da pazienti con diabete (1). Per esempio in letteratura è riportato come l'aloe possa incrementare l'effetto di antidiabetici, come glibenclamide, pioglitazone o repaglinide, i quali sono substrati di CYP3A4 e CYP2D6, sui quali l'aloe esercita un effetto inibitorio (1). Anche il ginseng va assunto con cautela da pazienti diabetici in trattamento farmacologico, sia perché il ginseng sembra indurre l'attività del CYP3A sia perché il composto K, importante metabolita intestinale dei ginsenosidi, ha attività ipoglicemizzanti in quanto stimola la secrezione di insulina, potenziando quindi l'effetto ipoglicemizzante per esempio della metformina (2). L'iperico, potente induttore di diverse isoforme del citocromo P450, può dare interazioni rilevanti con sulfaniluree, glitazoni e sitagliptin (3). Inoltre, l'attivazione del recettore X del pregnano da parte dell'iperico aumenta la trascrizione del trasportatore OCT1, con aumento del trasporto di metformina nel fegato e conseguente riduzione della concentrazione plasmatica del farmaco (4). È quindi necessario prestare attenzione al concorrente utilizzo di farmaci per il trattamento del diabete e prodotti naturali.
ITA
Diabetes mellitus includes a group of diseases characterized by hyperglycaemia of heterogeneous aetiology, due to both environmental and genetic factors, which lead to a decreased insulin secretion. Pharmacological therapy is based on different categories of drugs, such as hypoglycaemic, anti-hyperglycemic, insulin-sensitizing agents and drugs that reduce the absorption of glucose in the intestine. The use of alternative medicines, including herbal preparations, is a constantly increasing phenomenon: it is reported that about 70% of people with diabetes mellitus resort to herbal medicine, supplements and other unconventional therapies. The concurrent use of herbal drugs and drugs, however, raises doubts about safety, as herbal products or derivatives contain active ingredients for which there is a lack of information regarding possible interactions and side effects. The most relevant herbal drugs regarding the possible risk of interactions with antidiabetic drugs are aloe, hypericum and ginseng, but also cassia, ginger, bitter gourd, garlic, licyum, trigonella, gymnema, sesame, astragola, scutellaria and olive oil should be used with caution by patients with diabetes (1). For example, in the literature it is reported how aloe can increase the effect of antidiabetic agents, such as glibenclamide, pioglitazone or repaglinide, which are substrates of CYP3A4 and CYP2D6, on which aloe exerts an inhibitory effect (1). Ginseng must also be taken with caution by diabetic patients undergoing pharmacological treatment, both because ginseng seems to induce CYP3A activity and because compound K, an important intestinal metabolite of ginsenosides, has hypoglycaemic activities as it stimulates insulin secretion, thus enhancing the hypoglycaemic effect of, for example, metformin (2). Hypericum, a potent inducer of several cytochrome P450 isoforms, can also give significant interactions with sulphonylureas, glitazones and sitagliptin (3). Furthermore, the activation of the pregnane X receptor by hypericum increases the transcription of the OCT1 transporter, with an increase in the transport of metformin in the liver and a consequent reduction of the drug concentration in the plasma. (4). It is therefore necessary to pay attention to the competing use of drugs for the treatment of diabetes and natural products.
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