The shield F.16, Museum of Royal Armory in Turin, has reserved unexpected distinctive elements, which have dictated the need for specific investigations and checks. For the thesis work it was important to find and collect all those historical, archival, bibliographic, scientific and technological data, for the detection of the peculiarities of the object with the ultimate purpose of its recognition. The study of the object, together with the data deriving from the reconstructed historical events, led to hypothesize the shield as a nineteenth-century realization, dictating, also in this case, a deepening on the meaning of false, imitation and copy, under a restoration perspective in the context of the reproduction of weapons that characterized the 19th century. The restoration intervention therefore had to deal with the problems concerning the methodology and the restoration of the fakes: restoring a fake means to guarantee the preservation and the recognizability of the false characteristics of the artifact. This involved an in-depth scientific study of the parts making up the wheel and the consequent mediation of the treatments carried out, proceeding with the implementation of tests and technical checks for each operation performed. The data obtained, together with the method considerations matured, finally guided the choices of the restoration. The work carried out finally found its conclusion in the definition of guidelines for the future conservation and use of the work within the shelter, providing some indications for maintenance and the most suitable parameters for conservation.
Lo studio della rotella F.16, proveniente dall'Armeria Reale di Torino ha riservato elementi distintivi inaspettati, che hanno dettato la necessità di specifici approfondimenti e verifiche. Per il lavoro di tesi è stato di fondamentale importanza il reperimento e la raccolta di tutti quei dati di carattere storico, archivistico, bibliografico, scientifico e tecnologico, per la rilevazione delle peculiarità dell'oggetto con il fine ultimo del suo riconoscimento. Lo studio dell'oggetto, unito ai dati derivanti dalle vicende storiche ricostruite, ha portato a ipotizzare lo scudo come una realizzazione ottocentesca dettando, anche in questo caso, un approfondimento sul significato di falso, imitazione e copia, sotto un'ottica di restauro e nel contesto del collezionismo e nella riproduzione degli armamenti che hanno caratterizzato il XIX secolo. L'intervento di restauro ha quindi dovuto confrontarsi con le problematiche relative alla metodologia e al restauro dei falsi: restaurare un falso significa dover garantire la conservazione e la riconoscibilità delle caratteristiche di falsità del manufatto. Questo ha comportato uno studio scientifico approfondito delle parti che compongono la rotella e la conseguente mediazione dei trattamenti effettuati, procedendo all'attuazione di test e verifiche tecniche per ogni operazione eseguita. I dati ricavati, unitamente alle considerazioni di metodo maturate, hanno guidato infine le scelte dell'intervento attuato. Il lavoro svolto ha infine trovato la sua conclusione nella definizione di linee guida per la futura conservazione e fruizione dell'opera all'interno dei luoghi di ricovero, fornendo alcune indicazioni per la manutenzione e i parametri più idonei per la conservazione.
Problemi conservativi e metodologici: il restauro di un falso ottocentesco. Il caso studio della rotella F.16 dell'Armeria Reale di Torino
TAMAGNONE, CAROLINA
2018/2019
Abstract
Lo studio della rotella F.16, proveniente dall'Armeria Reale di Torino ha riservato elementi distintivi inaspettati, che hanno dettato la necessità di specifici approfondimenti e verifiche. Per il lavoro di tesi è stato di fondamentale importanza il reperimento e la raccolta di tutti quei dati di carattere storico, archivistico, bibliografico, scientifico e tecnologico, per la rilevazione delle peculiarità dell'oggetto con il fine ultimo del suo riconoscimento. Lo studio dell'oggetto, unito ai dati derivanti dalle vicende storiche ricostruite, ha portato a ipotizzare lo scudo come una realizzazione ottocentesca dettando, anche in questo caso, un approfondimento sul significato di falso, imitazione e copia, sotto un'ottica di restauro e nel contesto del collezionismo e nella riproduzione degli armamenti che hanno caratterizzato il XIX secolo. L'intervento di restauro ha quindi dovuto confrontarsi con le problematiche relative alla metodologia e al restauro dei falsi: restaurare un falso significa dover garantire la conservazione e la riconoscibilità delle caratteristiche di falsità del manufatto. Questo ha comportato uno studio scientifico approfondito delle parti che compongono la rotella e la conseguente mediazione dei trattamenti effettuati, procedendo all'attuazione di test e verifiche tecniche per ogni operazione eseguita. I dati ricavati, unitamente alle considerazioni di metodo maturate, hanno guidato infine le scelte dell'intervento attuato. Il lavoro svolto ha infine trovato la sua conclusione nella definizione di linee guida per la futura conservazione e fruizione dell'opera all'interno dei luoghi di ricovero, fornendo alcune indicazioni per la manutenzione e i parametri più idonei per la conservazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/37009