La peculiarità del ciclo estrale della cagna rende questa specie predisposta alla piometra, una condizione patologica dell’utero che si presenta ripieno di materiale purulento. Se non curata tempestivamente, può comportare complicanze come peritonite e setticemia e avere esito letale. L’obiettivo della tesi è di analizzare, tramite statistica descrittiva, i diversi parametri relativi ai casi di piometra riferiti all’Ospedale Veterinario Universitario (OVU) dell’Università di Torino, in un periodo di tempo compreso tra il 2011 e il 2020. Si sono analizzati i dati anamnestici, i parametri clinici ed ematobiochimici, il trattamento terapeutico e le possibili complicanze. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli in letteratura. I casi sono stati estratti dall’archivio delle cartelle cliniche dell’OVU, eseguendo una ricerca nel Programma gestionale, tramite l’utilizzo di parole chiave. Sono stati così inclusi 143 casi. I dati ricavati sono stati organizzati in tabelle e si sono utilizzate le funzioni presenti in Microsoft® Excel® per calcolare media, deviazione standard, valore minimo e massimo, mediana e range interquartile (valori ematologici). Per i dati descrittivi, quali quelli anamnestici, sono state calcolate le frequenze in base al numero dei soggetti. Le cagne sono state poi suddivise in due gruppi, a seconda che presentassero o meno perdite vulvo-vaginali (piometra aperta e chiusa rispettivamente) per confrontare i parametri clinici ed ematologici; per questi ultimi si è utilizzato il test T di Student, ponendo come significativo il valore di P≤0,05.L’età media di diagnosi della patologia è risultata 9,18±2,83 anni, confermando che si tratti di una malattia di soggetti adulti/anziani, come riportato in letteratura. I parametri ematobiochimici hanno mostrato leucocitosi nel 68% dei casi, con neutrofilia nel 59% e monocitosi nel 70%; ipoalbuminemia e ipergammaglobulinemia, in seguito a risposta infiammatoria. Sempre in accordo con la letteratura la Fosfatasi alcalina si presentava aumentata nel 60% dei casi, talvolta accompagnata da aumenti degli altri enzimi epatici. Dal confronto tra soggetti con piometra aperta e chiusa è emersa una differenza statisticamente significativa nel numero di granulociti neutrofili, maggiore nel gruppo con piometra chiusa; per contro linfociti e monociti presentavano una media maggiore nel gruppo con piometra aperta. La sintomatologia alla presentazione non variava tra i due gruppi. La chirurgia è stata confermata come trattamento d’elezione, con solamente 3 casi sottoposti a terapia farmacologica. In entrambi i trattamenti, gli antibiotici somministrati rispecchiano la linea seguita dagli autori, prescrivendo come prima scelta l’amoxicillina clavulanata. Dallo studio si evince come questa patologia, seppure grave, abbia una prognosi favorevole se prontamente trattata. Non sono stati registrati, infatti, decessi e soltanto nel 6,3% di casi sono state riportate complicanze come versamento addominale e peritonite. Risulta, quindi, importante una corretta gestione del paziente, dalla visita clinica alle indagini collaterali.
Studio retrospettivo sui casi di piometra nella cagna dell’Ospedale Veterinario Universitario dell’Università di Torino (2011-2020)
BERTAGNOLIO, MARTINA
2021/2022
Abstract
La peculiarità del ciclo estrale della cagna rende questa specie predisposta alla piometra, una condizione patologica dell’utero che si presenta ripieno di materiale purulento. Se non curata tempestivamente, può comportare complicanze come peritonite e setticemia e avere esito letale. L’obiettivo della tesi è di analizzare, tramite statistica descrittiva, i diversi parametri relativi ai casi di piometra riferiti all’Ospedale Veterinario Universitario (OVU) dell’Università di Torino, in un periodo di tempo compreso tra il 2011 e il 2020. Si sono analizzati i dati anamnestici, i parametri clinici ed ematobiochimici, il trattamento terapeutico e le possibili complicanze. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli in letteratura. I casi sono stati estratti dall’archivio delle cartelle cliniche dell’OVU, eseguendo una ricerca nel Programma gestionale, tramite l’utilizzo di parole chiave. Sono stati così inclusi 143 casi. I dati ricavati sono stati organizzati in tabelle e si sono utilizzate le funzioni presenti in Microsoft® Excel® per calcolare media, deviazione standard, valore minimo e massimo, mediana e range interquartile (valori ematologici). Per i dati descrittivi, quali quelli anamnestici, sono state calcolate le frequenze in base al numero dei soggetti. Le cagne sono state poi suddivise in due gruppi, a seconda che presentassero o meno perdite vulvo-vaginali (piometra aperta e chiusa rispettivamente) per confrontare i parametri clinici ed ematologici; per questi ultimi si è utilizzato il test T di Student, ponendo come significativo il valore di P≤0,05.L’età media di diagnosi della patologia è risultata 9,18±2,83 anni, confermando che si tratti di una malattia di soggetti adulti/anziani, come riportato in letteratura. I parametri ematobiochimici hanno mostrato leucocitosi nel 68% dei casi, con neutrofilia nel 59% e monocitosi nel 70%; ipoalbuminemia e ipergammaglobulinemia, in seguito a risposta infiammatoria. Sempre in accordo con la letteratura la Fosfatasi alcalina si presentava aumentata nel 60% dei casi, talvolta accompagnata da aumenti degli altri enzimi epatici. Dal confronto tra soggetti con piometra aperta e chiusa è emersa una differenza statisticamente significativa nel numero di granulociti neutrofili, maggiore nel gruppo con piometra chiusa; per contro linfociti e monociti presentavano una media maggiore nel gruppo con piometra aperta. La sintomatologia alla presentazione non variava tra i due gruppi. La chirurgia è stata confermata come trattamento d’elezione, con solamente 3 casi sottoposti a terapia farmacologica. In entrambi i trattamenti, gli antibiotici somministrati rispecchiano la linea seguita dagli autori, prescrivendo come prima scelta l’amoxicillina clavulanata. Dallo studio si evince come questa patologia, seppure grave, abbia una prognosi favorevole se prontamente trattata. Non sono stati registrati, infatti, decessi e soltanto nel 6,3% di casi sono state riportate complicanze come versamento addominale e peritonite. Risulta, quindi, importante una corretta gestione del paziente, dalla visita clinica alle indagini collaterali.File | Dimensione | Formato | |
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