Il bovino è un paziente stoico che spesso sorprende per le sue capacità di rispondere positivamente al trattamento conservativo di alcune patologie; tuttavia, in numerose situazioni la condizione morbosa va necessariamente risolta per via chirurgica. In questi casi il medico veterinario si deve confrontare con una serie di considerazioni legate alla gestione della chirurgia del paziente bovino che nella pratica sono legate in primo luogo alle particolari caratteristiche fisiologiche della specie in questione. Le principali attenzioni sono da porre nei confronti della taglia e del temperamento dell’animale, dei rischi legati all’apparato gastroenterico, al sistema cardiopolmonare e neuromuscolare. Il medico veterinario deve inoltre adeguarsi alle disposizioni legislative in merito alla possibilità di somministrare i principi attivi disponibili alla specie bovina. Per eseguire l’anestesia generale nel paziente bovino ogni tecnica possiede vantaggi e svantaggi su cui è possibile intervenire ma restano grossi limiti che rendono poco conveniente o addirittura rischioso eseguire procedure chirurgiche con queste tecniche. Le anestesie locoregionali risultano un ottimo compromesso tra rischi, farmaci utilizzabili ed efficacia della procedura. Uno dei protocolli più efficaci prevede l’utilizzo combinato di anestesia locale per infiltrazione e di anestesia epidurale; in alcuni casi però può rendersi necessario associare un sedativo somministrato per via endovenosa. Questo lavoro si propone quindi di indagare, con uno studio retrospettivo, l’efficacia dell’anestesia epidurale comparata all’uso dell’epidurale associata alla sedazione per l’esecuzione di una serie di procedure chirurgiche. Lo studio include 69 bovini conferiti all’Ospedale Veterinario Didattico (OVU) dell’Università degli studi di Torino tra il 2014 e il 2022 per patologie di interesse chirurgico ed età compresa tra 1 e 365 giorni. I bovini sono stati suddivisi in gruppo A, che ha ricevuto l’anestesia epidurale con 0.3 ml/kg di lidocaina e 0.05 mg/kg di xilazina, e gruppo B a cui è stata somministrata la stessa combinazione per via epidurale e 0.05 mg /kg di xilazina e 0.05 mg/kg tiletamina-zolazepam per via endovenosa. Entrambi i gruppi hanno poi ricevuto l’infiltrazione locale di procaina per garantire analgesia nel sito di incisione. La preparazione farmaceutica con tiletamina e zolazepam era consentita durante lo studio mentre l’uso della lidocaina è stato possibile grazie ad un’autorizzazione emessa in seguito a segnalazione di farmacovigilanza. Dall’analisi dei dati si evince che entrambi i protocolli risultano efficaci al fine di garantire la corretta esecuzione del trattamento chirurgico. In particolare, i due gruppi presentano differenze altamente significative per quanto riguarda la durata della chirurgia; inoltre, i due gruppi presentano una frequenza di apparati interessati dalla chirurgia altamente significativa in quanto le patologie ombelicali sono state trattate prevalentemente con il protocollo A, le patologie gastroenteriche con protocollo B così come le patologie genitourinarie. Si dimostra come la sedazione si renda necessaria nei casi in cui il trattamento chirurgico risultasse più invasivo e necessitasse di un tempo maggiore come nel caso di patologie complesse del tratto gastroenterico o del tratto genitourinario; non risulta necessaria invece in caso di patologie ombelicali o gastroenteriche più semplici specialmente in animali giovani.
Confronto di due protocolli anestesiologici per l’approccio chirurgico all’addome nel bovino
CEPPA, ALBERTO
2021/2022
Abstract
Il bovino è un paziente stoico che spesso sorprende per le sue capacità di rispondere positivamente al trattamento conservativo di alcune patologie; tuttavia, in numerose situazioni la condizione morbosa va necessariamente risolta per via chirurgica. In questi casi il medico veterinario si deve confrontare con una serie di considerazioni legate alla gestione della chirurgia del paziente bovino che nella pratica sono legate in primo luogo alle particolari caratteristiche fisiologiche della specie in questione. Le principali attenzioni sono da porre nei confronti della taglia e del temperamento dell’animale, dei rischi legati all’apparato gastroenterico, al sistema cardiopolmonare e neuromuscolare. Il medico veterinario deve inoltre adeguarsi alle disposizioni legislative in merito alla possibilità di somministrare i principi attivi disponibili alla specie bovina. Per eseguire l’anestesia generale nel paziente bovino ogni tecnica possiede vantaggi e svantaggi su cui è possibile intervenire ma restano grossi limiti che rendono poco conveniente o addirittura rischioso eseguire procedure chirurgiche con queste tecniche. Le anestesie locoregionali risultano un ottimo compromesso tra rischi, farmaci utilizzabili ed efficacia della procedura. Uno dei protocolli più efficaci prevede l’utilizzo combinato di anestesia locale per infiltrazione e di anestesia epidurale; in alcuni casi però può rendersi necessario associare un sedativo somministrato per via endovenosa. Questo lavoro si propone quindi di indagare, con uno studio retrospettivo, l’efficacia dell’anestesia epidurale comparata all’uso dell’epidurale associata alla sedazione per l’esecuzione di una serie di procedure chirurgiche. Lo studio include 69 bovini conferiti all’Ospedale Veterinario Didattico (OVU) dell’Università degli studi di Torino tra il 2014 e il 2022 per patologie di interesse chirurgico ed età compresa tra 1 e 365 giorni. I bovini sono stati suddivisi in gruppo A, che ha ricevuto l’anestesia epidurale con 0.3 ml/kg di lidocaina e 0.05 mg/kg di xilazina, e gruppo B a cui è stata somministrata la stessa combinazione per via epidurale e 0.05 mg /kg di xilazina e 0.05 mg/kg tiletamina-zolazepam per via endovenosa. Entrambi i gruppi hanno poi ricevuto l’infiltrazione locale di procaina per garantire analgesia nel sito di incisione. La preparazione farmaceutica con tiletamina e zolazepam era consentita durante lo studio mentre l’uso della lidocaina è stato possibile grazie ad un’autorizzazione emessa in seguito a segnalazione di farmacovigilanza. Dall’analisi dei dati si evince che entrambi i protocolli risultano efficaci al fine di garantire la corretta esecuzione del trattamento chirurgico. In particolare, i due gruppi presentano differenze altamente significative per quanto riguarda la durata della chirurgia; inoltre, i due gruppi presentano una frequenza di apparati interessati dalla chirurgia altamente significativa in quanto le patologie ombelicali sono state trattate prevalentemente con il protocollo A, le patologie gastroenteriche con protocollo B così come le patologie genitourinarie. Si dimostra come la sedazione si renda necessaria nei casi in cui il trattamento chirurgico risultasse più invasivo e necessitasse di un tempo maggiore come nel caso di patologie complesse del tratto gastroenterico o del tratto genitourinario; non risulta necessaria invece in caso di patologie ombelicali o gastroenteriche più semplici specialmente in animali giovani.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/36885