Nelle transazioni commerciali, in particolare nell’ambito dei contratti di compravendita, è abituale che le parti negozino nel senso proprio del termine solo alcuni aspetti “essenziali” del contratto rinviando per il restante contenuto dell’accordo a moduli contenenti condizioni generali. Alla base di questo studio vi è l’analisi del trattamento delle condizioni standard nel panorama delle transazioni transfrontaliere disciplinate dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla vendita internazionale di beni mobili (CISG). Nel primo capitolo viene fornita un’introduzione alla Convenzione di Vienna, viene posta l’attenzione sulla sua natura di legge uniforme delle vendite internazionali, analizzati i suoi precedenti nonché la storia della sua redazione ed infine individuo il suo ambito di applicazione. Nel secondo e nel terzo capitolo, sulla base di un’analisi comparatistica di dottrina e giurisprudenza si cerca di dare delle risposte a due questioni molto dibattute: le modalità da seguirsi affinché possa darsi una valida incorporazione delle condizioni generali di contratto e le conseguenze che derivano dal fenomeno della battle of forms, ovvero dei casi in cui entrambe le parti contraenti richiamino i propri termini standard, determinando inevitabilmente un contrasto tra gli stessi. Con riferimento all’incorporazione dei termini standard risulta necessario stabilire se e come le condizioni generali di contratto, elaborate unilateralmente al di fuori del negoziato, acquisiscano forza vincolante all’interno del rapporto contrattuale, e quindi secondo quale ratio concorrano a formare il contenuto dell’accordo. Per quanto riguarda il fenomeno della battle of forms il tema centrale è quello dell’an e del quomodo dell’accordo. Si tratta cioè di stabilire se nonostante il contrasto tra le rispettive clausole standard esista un contratto valido e, nel caso di risposta positiva, quali riflessi tale contrasto abbia sulla composizione dell’accordo. Dalle risposte che pervengono dalla dottrina e giurisprudenza emerge una forte disomogeneità. In tema di incorporazione delle condizioni generali di contratto, è pacifico che queste sono valide ed operanti nella misura in cui le parti si rendono conto che si applicano al contratto ed hanno una ragionevole possibilità di conoscere il contenuto: l’aderente deve avere effettiva conoscenza della volontà di incorporare del proponente. La disomogeneità emerge nel diverso grado di consapevolezza - dei termini standard - che deve accompagnare l’accettante. Taluni ritengono sufficiente la loro mera conoscibilità, altri ne richiedono una vera e propria conoscenza. Lungi da una risposta definitiva, l’orientamento prevalente nell’ambito della CISG richiede l’effettiva conoscenza dei termini standard e persino una sorta di approvazione dell’aderente. Circa il tema della battle of forms, i diversi approcci alla partono tutti da una interpretazione attenuta del principio della mirror image rule al fine di mantenere in vita l’accordo nonostante la discordanza tra le condizioni generali. Analizzando le diverse soluzioni, la regola della kcnock out rule sembra essere la teoria dominante. Questo grazie alla sua capacità di fornire soluzioni più eque e coerenti con le dinamiche degli scambi commerciali. L’applicazione delle altre teorie (last e first shot rule), benché anch’esse largamente utilizzate, hanno dimostrato grossi difetti dovuti alla loro applicazione pratica, ma soprattutto all’arbitrarietà dei risultati.
Condizioni generali e battle of forms nella vendita internazionale
TAFFARELLO, MARCO
2021/2022
Abstract
Nelle transazioni commerciali, in particolare nell’ambito dei contratti di compravendita, è abituale che le parti negozino nel senso proprio del termine solo alcuni aspetti “essenziali” del contratto rinviando per il restante contenuto dell’accordo a moduli contenenti condizioni generali. Alla base di questo studio vi è l’analisi del trattamento delle condizioni standard nel panorama delle transazioni transfrontaliere disciplinate dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla vendita internazionale di beni mobili (CISG). Nel primo capitolo viene fornita un’introduzione alla Convenzione di Vienna, viene posta l’attenzione sulla sua natura di legge uniforme delle vendite internazionali, analizzati i suoi precedenti nonché la storia della sua redazione ed infine individuo il suo ambito di applicazione. Nel secondo e nel terzo capitolo, sulla base di un’analisi comparatistica di dottrina e giurisprudenza si cerca di dare delle risposte a due questioni molto dibattute: le modalità da seguirsi affinché possa darsi una valida incorporazione delle condizioni generali di contratto e le conseguenze che derivano dal fenomeno della battle of forms, ovvero dei casi in cui entrambe le parti contraenti richiamino i propri termini standard, determinando inevitabilmente un contrasto tra gli stessi. Con riferimento all’incorporazione dei termini standard risulta necessario stabilire se e come le condizioni generali di contratto, elaborate unilateralmente al di fuori del negoziato, acquisiscano forza vincolante all’interno del rapporto contrattuale, e quindi secondo quale ratio concorrano a formare il contenuto dell’accordo. Per quanto riguarda il fenomeno della battle of forms il tema centrale è quello dell’an e del quomodo dell’accordo. Si tratta cioè di stabilire se nonostante il contrasto tra le rispettive clausole standard esista un contratto valido e, nel caso di risposta positiva, quali riflessi tale contrasto abbia sulla composizione dell’accordo. Dalle risposte che pervengono dalla dottrina e giurisprudenza emerge una forte disomogeneità. In tema di incorporazione delle condizioni generali di contratto, è pacifico che queste sono valide ed operanti nella misura in cui le parti si rendono conto che si applicano al contratto ed hanno una ragionevole possibilità di conoscere il contenuto: l’aderente deve avere effettiva conoscenza della volontà di incorporare del proponente. La disomogeneità emerge nel diverso grado di consapevolezza - dei termini standard - che deve accompagnare l’accettante. Taluni ritengono sufficiente la loro mera conoscibilità, altri ne richiedono una vera e propria conoscenza. Lungi da una risposta definitiva, l’orientamento prevalente nell’ambito della CISG richiede l’effettiva conoscenza dei termini standard e persino una sorta di approvazione dell’aderente. Circa il tema della battle of forms, i diversi approcci alla partono tutti da una interpretazione attenuta del principio della mirror image rule al fine di mantenere in vita l’accordo nonostante la discordanza tra le condizioni generali. Analizzando le diverse soluzioni, la regola della kcnock out rule sembra essere la teoria dominante. Questo grazie alla sua capacità di fornire soluzioni più eque e coerenti con le dinamiche degli scambi commerciali. L’applicazione delle altre teorie (last e first shot rule), benché anch’esse largamente utilizzate, hanno dimostrato grossi difetti dovuti alla loro applicazione pratica, ma soprattutto all’arbitrarietà dei risultati.File | Dimensione | Formato | |
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