Negli ultimi decenni il processo penale italiano ha visto un impiego sempre più diffuso di strumenti tecnico-scientifici nelle aule di giustizia, tanto da influenzare le dinamiche processuali. 
Questo impiego è prevalentemente dovuto allo sviluppo della scienza e della tecnologia che ha portato alla realizzazione di nuove tecniche e metodologie scientifiche più specializzate in grado di conferire un sostegno probatorio in sede processuale. Con l'avvento del progresso tecnico-scientifico il tradizionale paradigma cognitivo, costituito dal “patrimonio culturale dell'uomo medio”, ha, con il tempo, dato più spazio a elementi tecnico-scientifici. Ciò è dimostrato dal fatto che nelle aule di giustizia si stia facendo sempre un più largo uso delle c.d. prove scientifiche nello svolgimento delle indagini e nell'accertamento dei fatti.
 Tuttavia, quando la prova scientifica, specialmente quella nuova o controversa, fa ingresso nel processo penale deve necessariamente confrontarsi con le regole e le garanzie proprie di tale processo. È, infatti, indubbio che la prova scientifica possa conferire al procedimento probatorio un canone metodologico più rigido, ma, allo stesso tempo, introduce nel processo alcune problematiche che sono oggetto di studio di questo elaborato. 
 Queste problematiche non sono solo connesse al sapere specialistico che caratterizza la prova stessa, ma anche alla natura innovativa o controversa della prova che tende ad incrementare il divario tra le conoscenze “comuni”, di cui il giudice è portatore, e le conoscenze specialistiche ed innovative della prova scientifica. Tale divario può generare nel processo due atteggiamenti contrastanti: da un lato, un'eccessiva apertura alle nuove metodologie scientifiche che rischia di facilitare l'ingresso della c.d. junk science, dall'altro, un'eccessiva chiusura all'ingresso della scienza che rischia di limitare i vantaggi che un sapere specialistico è in grado di apportare nel processo.
 É stata, così, condotta una disamina sulle problematiche della nuova prova scientifica nelle diverse fasi del procedimento probatorio, - l'ammissione, l'assunzione e la valutazione della prova - ripercorrendo i diversi orientamenti dottrinali e giurisprudenziali che si sono succeduti nel tempo. 
A conclusione dell'elaborato è stato, poi, fornito un approfondimento su una delle nuove prove scientifiche più discusse: le neuroscienze.
I limiti alla "nuova" prova scientifica nel processo penale
VARVELLO, STEFANIA
2019/2020
Abstract
Negli ultimi decenni il processo penale italiano ha visto un impiego sempre più diffuso di strumenti tecnico-scientifici nelle aule di giustizia, tanto da influenzare le dinamiche processuali. Questo impiego è prevalentemente dovuto allo sviluppo della scienza e della tecnologia che ha portato alla realizzazione di nuove tecniche e metodologie scientifiche più specializzate in grado di conferire un sostegno probatorio in sede processuale. Con l'avvento del progresso tecnico-scientifico il tradizionale paradigma cognitivo, costituito dal “patrimonio culturale dell'uomo medio”, ha, con il tempo, dato più spazio a elementi tecnico-scientifici. Ciò è dimostrato dal fatto che nelle aule di giustizia si stia facendo sempre un più largo uso delle c.d. prove scientifiche nello svolgimento delle indagini e nell'accertamento dei fatti. Tuttavia, quando la prova scientifica, specialmente quella nuova o controversa, fa ingresso nel processo penale deve necessariamente confrontarsi con le regole e le garanzie proprie di tale processo. È, infatti, indubbio che la prova scientifica possa conferire al procedimento probatorio un canone metodologico più rigido, ma, allo stesso tempo, introduce nel processo alcune problematiche che sono oggetto di studio di questo elaborato. Queste problematiche non sono solo connesse al sapere specialistico che caratterizza la prova stessa, ma anche alla natura innovativa o controversa della prova che tende ad incrementare il divario tra le conoscenze “comuni”, di cui il giudice è portatore, e le conoscenze specialistiche ed innovative della prova scientifica. Tale divario può generare nel processo due atteggiamenti contrastanti: da un lato, un'eccessiva apertura alle nuove metodologie scientifiche che rischia di facilitare l'ingresso della c.d. junk science, dall'altro, un'eccessiva chiusura all'ingresso della scienza che rischia di limitare i vantaggi che un sapere specialistico è in grado di apportare nel processo. É stata, così, condotta una disamina sulle problematiche della nuova prova scientifica nelle diverse fasi del procedimento probatorio, - l'ammissione, l'assunzione e la valutazione della prova - ripercorrendo i diversi orientamenti dottrinali e giurisprudenziali che si sono succeduti nel tempo. A conclusione dell'elaborato è stato, poi, fornito un approfondimento su una delle nuove prove scientifiche più discusse: le neuroscienze.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
796801_tesivarvello-ilimitiallanuovaprovascientificanelprocessopenale.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
3 MB
Formato
Adobe PDF
|
3 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/36766