Le rickettsiosi trasmesse da zecche, zoonosi emergenti e diffuse in tutto il mondo, sono causate da batteri Gram negativi del genere Rickettsia, appartenenti prevalentemente al gruppo delle febbri bottonose o SFG (Spotted Fever Group). In Europa, fino agli anni '90, la febbre bottonosa del mediterraneo, causata da R. conorii, era l'unica rickettsiosi zoonotica conosciuta. Recentemente è stato scoperto il coinvolgimento di altre rickettsie SFG (R.slovaca, R.raoultii, Candidatus R.rioja) nella sindrome SENLAT, caratterizzata da un'escara sul cuoio capelluto e linfoadenopatia cervicale in seguito a morso di zecca. Ne sono il vettore principale le zecche del genere Dermacentor che sono in continua espansione in Europa e hanno, nell'area mediterranea, una predilezione d'ospite per il cinghiale, anch'esso in crescita come numerosità di popolazione. Abbiamo indagato la presenza e prevalenza di rickettsie SFG in zecche Dermacentor spp. in due aree naturali del Piemonte, per determinare il pericolo d'infezione per l'uomo. Il coinvolgimento del cinghiale nel ciclo delle rickettsiosi è stato studiato tramite l'analisi di tessuti. Infine, abbiamo valutato la consapevolezza della popolazione sul pericolo posto dalle zecche e malattie da esse trasmesse attraverso l'uso di questionari. Nel parco Alpi Cozie e nel Parco del Po Torinese sono state raccolte zecche da vegetazione e da ospite (animali domestici e selvatici, uomo). Sui cinghiali del Parco del Po Torinese sono stati eseguiti prelievi bioptici di orecchio e fegato. I campioni sono stati analizzati con tecniche biomolecolari (PCR, emi-nested PCR e Real-Time PCR) per la ricerca di rickettsie SFG, gli amplificati positivi sono stati sequenziati e sottoposti a analisi filogenetica. Abbiamo analizzato questionari somministrati al pubblico generale nell'ambito di serate informative su zecche e malattie d queste trasmesse, e a categorie a rischio (escursionisti, cercatori di funghi e cacciatori). Dermacentor marginatus è stato raccolto nelle due aree di studio, mentre nel Parco del Po Torinese era presente anche D.reticulatus, raro ritrovamento che conferma l'espansione di questa specie centro-europea verso il sud dell'Europa. Nei campioni di zecche delle due aree si è riscontrata un'alta prevalenza d'infezione da rickettsie SFG (45.2%), che sono state identificate come R.slovaca e, per la prima volta in Italia, Ca. R. rioja. Rickettsia slovaca è stata identificata nei tessuti auricolari del cinghiale e in un campione di fegato, dati che possono far ipotizzare un ruolo di questo animale come reservoir del patogeno. Le due aree di studio possono essere considerate a rischio SENLAT. Sono necessarie ulteriori indagini per valutare l'incidenza della patologia nell'uomo, soprattutto considerando la probabile sottonotifica delle rickettsiosi alle autorità sanitarie. Dai questionari è emersa una diffusa percezione del pericolo posto dalle zecche, ma uno scarso ed incompleto utilizzo di misure di protezione, anche nelle categorie più esposte. Si evidenzia così la necessità di un'informazione più capillare e diretta al pubblico sulla possibilità di essere morsi da zecche e di contrarre malattie infettive e si sottolinea l'importanza dei sistemi di sorveglianza per le patologie vettoriali.

Rickettsie 'spotted fever' in zecche Dermacentor spp. in Alta Val di Susa e Collina di Torino: prevalenza e implicazioni per la salute pubblica

GIGLIO, GIORGIA
2018/2019

Abstract

Le rickettsiosi trasmesse da zecche, zoonosi emergenti e diffuse in tutto il mondo, sono causate da batteri Gram negativi del genere Rickettsia, appartenenti prevalentemente al gruppo delle febbri bottonose o SFG (Spotted Fever Group). In Europa, fino agli anni '90, la febbre bottonosa del mediterraneo, causata da R. conorii, era l'unica rickettsiosi zoonotica conosciuta. Recentemente è stato scoperto il coinvolgimento di altre rickettsie SFG (R.slovaca, R.raoultii, Candidatus R.rioja) nella sindrome SENLAT, caratterizzata da un'escara sul cuoio capelluto e linfoadenopatia cervicale in seguito a morso di zecca. Ne sono il vettore principale le zecche del genere Dermacentor che sono in continua espansione in Europa e hanno, nell'area mediterranea, una predilezione d'ospite per il cinghiale, anch'esso in crescita come numerosità di popolazione. Abbiamo indagato la presenza e prevalenza di rickettsie SFG in zecche Dermacentor spp. in due aree naturali del Piemonte, per determinare il pericolo d'infezione per l'uomo. Il coinvolgimento del cinghiale nel ciclo delle rickettsiosi è stato studiato tramite l'analisi di tessuti. Infine, abbiamo valutato la consapevolezza della popolazione sul pericolo posto dalle zecche e malattie da esse trasmesse attraverso l'uso di questionari. Nel parco Alpi Cozie e nel Parco del Po Torinese sono state raccolte zecche da vegetazione e da ospite (animali domestici e selvatici, uomo). Sui cinghiali del Parco del Po Torinese sono stati eseguiti prelievi bioptici di orecchio e fegato. I campioni sono stati analizzati con tecniche biomolecolari (PCR, emi-nested PCR e Real-Time PCR) per la ricerca di rickettsie SFG, gli amplificati positivi sono stati sequenziati e sottoposti a analisi filogenetica. Abbiamo analizzato questionari somministrati al pubblico generale nell'ambito di serate informative su zecche e malattie d queste trasmesse, e a categorie a rischio (escursionisti, cercatori di funghi e cacciatori). Dermacentor marginatus è stato raccolto nelle due aree di studio, mentre nel Parco del Po Torinese era presente anche D.reticulatus, raro ritrovamento che conferma l'espansione di questa specie centro-europea verso il sud dell'Europa. Nei campioni di zecche delle due aree si è riscontrata un'alta prevalenza d'infezione da rickettsie SFG (45.2%), che sono state identificate come R.slovaca e, per la prima volta in Italia, Ca. R. rioja. Rickettsia slovaca è stata identificata nei tessuti auricolari del cinghiale e in un campione di fegato, dati che possono far ipotizzare un ruolo di questo animale come reservoir del patogeno. Le due aree di studio possono essere considerate a rischio SENLAT. Sono necessarie ulteriori indagini per valutare l'incidenza della patologia nell'uomo, soprattutto considerando la probabile sottonotifica delle rickettsiosi alle autorità sanitarie. Dai questionari è emersa una diffusa percezione del pericolo posto dalle zecche, ma uno scarso ed incompleto utilizzo di misure di protezione, anche nelle categorie più esposte. Si evidenzia così la necessità di un'informazione più capillare e diretta al pubblico sulla possibilità di essere morsi da zecche e di contrarre malattie infettive e si sottolinea l'importanza dei sistemi di sorveglianza per le patologie vettoriali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/36729